Giovani dell’Eparchia partecipano all’Incontro Europeo di Giovani a Rotterdam

     di Zoti Elia, Direttore della Pastorale Giovanile
 
     Sono di Vaccarizzo Albanese e San Cosmo Albanese. Zaini sulle spalle, valigie piene, gli occhi impastati dal sonno dopo il lungo viaggio dalla Calabria. In aereo, col pullman e treno il gruppo di 22 giovani temerari dell’Eparchia di Lungro (CS) sono arrivati finalmente a Rotterdam. Euforia da gita scolastica, voglia di incontrare gente nuova, sentire nuove lingue. Albanese, olandese, francese, polacco, italiano,  tedesco, inglese, russo, romeno. Tutto insieme. Potrebbe sembrare una torre di Babele attraversata dalle invocazioni più bizzarre: “Iedere nacht verlang ik naar u, o God, ik hunker naar u met heel mijn ziel!”. Capito niente? Tranquilli: canti e preghiere (versione italiana: “L’anima mia anela a te di notte, il mio spirito nel mio intimo ti cerca”) risuonano in venti lingue, lungo Ahoy il grande padiglione della Fiera occupato dai trenta milla ragazzi che partecipano questi giorni al Incontro Europeo dei Giovani di Rotterdam.
     Nel padiglione è montato un palco con immagini sacre, illuminato dalle candele. Frère Alouise, il priore di Taizè parla, e i ragazzi ascoltano, alternano canti e silenzi secondo la tradizione orientale e quella monastica.
Quest’anno si riflete sulla Lettera dal Cile, scritta dal priore dopo l’incontro dei giovani svoltosi a Santiago de Cile questo mese.
Rotterdam e’ una citta’ moderna con un il sindaco Ahmed Aboutaleb musulmano, fatto curioso che rispecchia la presenza di piu di trenta per cento di musulmani. Un crogiolo di culture, lingue, colori, e convinzioni religiose. Le famiglie di Gouda e Zwijndrecht ( vi sfido a pronunciarlo bene) che ci ospitano sono cordiali. Protestanti, cattolici, ortodossi ma anche musulmani hanno deciso, rispondedno all’apello del sindaco di ospitare quasi tutti i ragazzi presenti all’incontro.
     Il programma dell’Incontro ma soprattutto  la franchezza fra le persone  permette di creare l’atmosfera speciali degli Incontri Europei organizzati da Taizè: guardare qualcuno e sorridergli, condividere uno scherzo, conversare brevemente o semplicemente ridere. In altre parole, è condividere la gioia di vivere e di essere insieme. Ecco la testimonianza di un ragazzo venuto per la prima volta: ‘ Ho incontrato molte persone di differenti paesi, specialmente durante le introduzioni bibliche e i gruppi di condivisione. Ho vissuto con loro un momento creativo. Dato che ogni persona del gruppo veniva da un ambiente diverso, era molto interessante ascoltare le loro opinioni.
     Abbiamo discusso, dopo l’introduzione di una ragazza olandese, su alcune domande come: « Che cosa voglio veramente? » e « Quando sento la presenza di Dio? » Più che una discussione era una condivisione, ognuno ascoltava l’altro. Ho apprezzato molto di poter esprimere liberamente la mia impressione, le mie idee. Mi sono sentito sereno.’