L’icona del Battesimo di Gesù

 

 

 

                di Papàs Gabriel Otvos
‘Mentre eri battezzato nel Giordano, o Signore si rendeva manifesta l’adorazione della Trinità ‘ ‘
1.       L’epifania. La Festa delle Luci
 
a.      Epifania e Teofania  – significato etimologico
 
Epifaniadal tardo latino epiphanīa derivato dal greco πιϕάνεια (epiphàneia) e significa  manifestazione’, ‘apparizione’.
Teofania = più che epifania , liturgicamente questa solennità  è detta Theofania e significa ‘manifestazione della divinità’.
 
     Le Chiese di tradizione bizantina usano i  termini Epifania e Teofania per indicare questa festa. Il termine Epifania, autorevolmente spiegato da Giovanni Crisostomo ha una connotazione cristologica, mentre Teofania una trinitaria. Si è avuta, infatti, la manifestazione di Dio, uno e trino. Tale peculiarità è ben evidenziata in un inno della festa (vedi Grande Ora III- Vigilia dell’Epifania) che dice: ‘Trinità, Dio nostro, oggi sei apparso indivisibile. Il Padre, infatti, ha dato una chiara testimonianza del Figlio, lo Spirito in forma di colomba è sceso dal Cielo, Il Figlio ha chinato il suo capo intemerato davanti al Precursore ed essendo stato battezzato ha riscattato l’umanità dalla schiavitù quale amico degli uomini ‘.
Ai termini Epifania e Teofania, ampiamente utilizzati, venne preferita, tuttavia, la denominazione usata da Gregorio Nazianzeno: Festa delle Luci. Cristo,infatti, è venuto per essere la luce del mondo che illumina quelli che erano nelle tenebre. Il motivo per cui ogni cristiano nel Simbolo della Fede (Credo) recita la formula ‘Luce da Luce, Dio vero da Dio vero’ è perché nel Giordano si è manifestata la Luce, la Ss.ma Trinità.
 
b.      La Festa
Fino al IV secolo la Natività ed il Battesimo del Signore erano celebrate insieme nel medesimo giorno. La loro unità è ancora visibile nella struttura simile degli uffici delle due feste e mostra nel Battesimo un certo completamento dell’evento della Natività. ‘Nella sua natività ‘ dice San Girolamo – il Figlio di Dio venne al mondo in modo nascosto, nel Battesimo apparve in modo manifesto’. Allo stesso modo S. Giovanni Crisostomo : ‘L’epifania non è la festa della natività ma quella del Battesimo. Prima, egli non era conosciuto dal popolo, con il Battesimo si rivela a tutti’.
Dal giorno in cui la festa di Natale venne stabilita alla data del 25 dicembre (fine secolo IV), l’Epifania divenne per la Chiesa bizantina la festa esclusiva del Battesimo di Cristo. Cosicché l’ufficiatura è interamente dedicata al Battesimo ed alla consacrazione delle acque. 
2.       L’iconografia
 
L’episodio ‘battesimo di Gesù’ trascende le dimensioni dello spazio e del tempo; intende significare qualcosa di eterno, perché eterno è il messaggio di amore e di pace, perché eterno è l’amore di Dio per gli uomini, perché Egli è la Luce.
L’icona dell’Epifania riproduce il racconto evangelico aggiungendo alcuni dettagli presi dalla liturgia della festa e mostra ciò che Giovanni avrebbe potuto raccontare.
 
 
 
a.       I celi, la nube, la mano, i raggi, la colomba.
 
Nella parte superiore del icona un frammento di cerchio rappresenta i cieli che si aprono e talvolta da una piega che sembra la frangia di una nube esce la mano benedicente del Padre. Da questo cerchio partono dei raggi di luce, attributo dello Spirito Santo, che illuminano la Colomba. La discesa dello Spirito Santo sotto forma di una Colomba traduce il movimento del Padre che si porta verso il Figlio. Lo Spirito Santo, scendendo sulle acque primordiali, suscitò la vita; scendendo sulle acque del Giordano, suscita la seconda nascita della nuova creatura.
 
b.      Le montagne
 
Il paesaggio roccioso dell’icona presenta quattro cime montuose, che sembrano stilisticamente riempire il vuoto della parte alta dell’icone, e nello stesso tempo richiamare per analogia le cime presenti nella ‘Discesi agli Inferi’. In questa composizione prospettica è profusa una ricca simbologia.
Sono quattro montagne, distinguibili solo nella parte più alta, mentre per tutto il resto la conformazione del basamento è unitaria. Su questo piano unico, alle pendici dei monti, poggiano i personaggi.
Le quattro cime rappresentano gli Evangelisti . Sulla loro testimonianza ‘poggiano’ i misteri principali della fede cristiana, che a loro volta costituiscono la base ed il fondamento dei loro scritti.
 
c.       Gli angeli
Sula parte destra delle icone compaiono da due a quattro angeli con le mani velate in segno di adorazione e venerazione. La loro presenza sta ad indicare che le nature angeliche riconoscono in Cristo, uomo ‘ Dio, il loro Padrone e Signore.
 
d.      Il Giordano con gli animali marini
 
Nelle acque del Giordano compaiono pure animali marini, per ricordare che Egli cammina sull’aspide e sul basilisco e calca i leoni ed i dragoni, allo stesso modo in cui schiaccia sotto i suoi piedi l’Ade e gli Inferi nell’icone della Resurrezione.
L’innografia della festa lo attesta con queste parole: ‘Preparati, o fiume Giordano, ecco infatti viene Cristo Dio per essere battezzato da Giovanni per schiacciare con la sua divinità le invisibili teste dei dragoni nelle tue acque’.
 
e.      Il Cristo
 
Al centro delle rappresentazioni iconografiche della festa dell’Epifania è Cristo.
Il Cristo è rappresentato nudo; la sua nudità non è frutto della preoccupazione realistica, ma della necessità di trasmettere il concetto del rinnovamento, della rinascita.
Cristo è nudo, quindi, perché rappresenta l’uomo che rinasce: è l’uomo nuovo che è rinato da Dio. Il Cristo sembra scaturire dagli elementi creati ed è nudo come lo era Adamo: Egli, in verità, è qui Adamo, il nuovo Adamo.
E’ importante notare il gesto della mano destra del Cristo: è un gesto di benedizione. Lo stesso gesto che ricorre nella creazione e nella santificazione delle acque. In molte rappresentazioni della Creazione, infatti, Iddio è raffigurato nelle sembianze del ‘figlio diletto’ Gesù Cristo, l’unica persona della Ss.ma Trinità che ha assunto la natura umana, quindi il solo che si possa rappresentare , e rivela il suo atto di creazione con questo gesto. E’ un gesto che compendia in sé anche i tremendi misteri dell’economia della salvezza.
Generalmente nelle icone dell’Epifania, Gesù è immerso completamente nelle acque, come in un sepolcro. Esse formano una caverna oscura e figurano l’inferno: Cristo vi si è calato per sottrarre tra i morti la sua immagine; al di là dell’assenza di prospettiva, si vuole riprodurre il sepolcro entro cui Cristo è morto e da cui è uscito trionfante.
Il battesimo per immersione praticato nella Chiesa bizantina riproduce in ogni fedele lo stesso itinerario della morte e resurrezione di Cristo. Dice Giovanni Crisostomo: ‘L’immersione è l’emersione sono l’immagine della discesa agli inferi e della resurrezione ‘.
 
f.        Giovanni il Battista
‘In verità vi dico: fra quanti sono nati di donna non è mai sorto nessuno più grande di Giovanni Battista ”
Nelle icone del Battesimo la mano sinistra del Battista levata verso il cielo, sta a significare il suo tentativo di evitare il tremendo compito: ‘Ma Gesù gli rispose: Lascia fare per ora, perché è conveniente che noi si adempia tutto ciò che piace al Padre'(Mt 3, 15 ).
Giovanni è vestito di pelli di cammello, porta una cintura di pelle, avvolto in un mantello: egli è la figura dell’uomo vecchio, di Adamo, che Cristo è venuto a riscattare. ‘Il Signore Iddio fece per Adamo e sua moglie delle tuniche di pelle e li rivestì'(Gn 3, 21)
Egli è colui che deve diminuire perché possa crescere la figura di Dio. L’uomo rivestito di pelli, rivestito del peccato, viene spogliato e rigenerato; il suo posto è preso dall’uomo nuovo, dal novello Adamo, dall’uomo ‘ Dio: spesso può accadere di confonderlo, per ignoranza, ma Egli è il Figlio di Dio.
La rappresentazione iconografica riproduce un incontro di eccezionale portata: Dio e l’umanità. Misticamente in Giovanni Battista tutti gli uomini si riconoscono figli nel Figlio e testimoni. Perché il Battista è investito da un ministero di testimonianza: è il testimone della sottomissione del Cristo, tutta l’umanità in lui è testimone di questo inestimabile atto dell’Amore divino .
 
 
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Bibliografia
1.       GAETANO PASSARELLI, Le Icone delle dodici grandi feste bizantine, Milano 1998.
2.       PAVEL NIKOLAJEVIC EVDOKIMOV, Teologia della Bellezza;L’arte dell’icona, Milano 1990.
3.       PIETRO NAPOLETANO, Is Mnimòsinon, (Scritti scelti di Domenico Napoletano), Castrovillari 1999.