Author:

Icona bizantina dell’Annunciazione della Madre di Dio

Della festa abbiamo testimonianze a Costantinopoli attorno al 530 e sin dall’inizio è stata celebrata il 25 marzo, nel periodo quaresimale, un tempo dunque di gioia, dove viene celebrata con solennità. La festa nella tradizione bizantina ha una vigilia il 24 e un dopo-festa il 26, giorno in cui si celebra la memoria dell’arcangelo Gabriele. La festa fu introdotta nella chiesa romana da Papa Sergio I, di origine orientale, siriana, proveniente probabilmente dalla Sicilia. La solennità, che ha come tema portante l’annuncio dell’Incarnazione del Verbo di Dio, evidenzia la gioia che ne scaturisce. Infatti nei testi liturgici bizantini ricorre quasi come un ritornello l’invito “gioisci”: si tratta di una gioia che non ha niente di frivolo, piuttosto sorge dalla consapevolezza della salvezza che ci viene data in Gesù. Gli inni liturgici bizantini sono un intreccio di riferimenti biblici, specialmente dall’Antico Testamento, e in modo particolare dei testi apocrifi del protovangelo di Giacomo e dello pseudo Vangelo di Matteo, dove compare il tema della meraviglia di Maria di fronte a quello che le viene annunciato e lo stupore dell’arcangelo di fronte al contenuto dell’annuncio. In questa icona di Teofane il cretese, se togliamo tutti gli elementi architettonici che riempiono la scena e creano una prospettiva, la struttura scenografica si presenta molto semplice, addirittura essenziale:, l’angelo, la Vergine e il raggio divino proveniente dall’alto. Tutta la scena avrebbe dato un senso di immobilità, invece il movimento delle gambe dell’angelo e dei suoi vestiti, sottolinea l’arretramento timido della Vergine. Un movimento che interpreta il dialogo tra le due persone. L’angelo stringe con la mano sinistra un lungo bastone, simbolo dell’autorità e della dignità del messaggero celeste. La mano destra si distende quasi a voler presentare l’annuncio che si accompagna con lo sguardo verso Maria. Le dita sono disposte nel gesto tipico bizantino della benedizione, carico di simbologia. Le tre dita aperte indice medio e mignolo vogliono ricordare la Trinità, mentre l’anulare e il pollice uniti indicano la natura umana e divina unite nell’unica persona di Gesù. Tutta la figura angelica promana un senso di energia, di movimento, tuttavia il suo volto sembra rivelare una certa incertezza. La Vergine è seduta su di un trono ed è rivestita da un manto rosso porpora bordato d’oro e da una tunica blu-verde. Il colore rosso bruno del manto indica l’umiltà, la terra arata pronta a ricevere il seme da far fruttificare. Sul manto della Vergine ci sono tre stelle: una sulla testa ed una su ciascuna delle spalle in corrispondenza del gesto Trinitario della destra dell’Angelo. Rappresentano il segno della santificazione della Trinità, qual vera Madre di Dio. Ella infatti, era vergine prima del parto, fu vergine durante il parto ed è rimasta vergine dopo il parto, solo sempre vergine nello spirito, nell’anima e nel corpo. Il colore blu-verde della tunica esprime la separazione dalle certezze di questo mondo e l’ascesa dell’anima che tende verso il divino. I capelli sono radunati in una cuffia di cui si scorgono i bordi. È seduta su un trono dorato, che poggia su una pedana e i suoi piedi posano su di essa. Indossa scarpette rosso porpora, lo stesso colore del cuscino e del velo posto in alto tra i due edifici. Tutto questo desidera evidenziare la sua regalità. Nell’antichità la porpora e l’oro erano riservati e re, quindi l’iconografo seguendo la tradizione, ha voluto sottolineare la regalità divina che pervade la Vergine. Maria nella mano destra tiene la conocchia con cui filava la tenda di porpora per il tempio di Gerusalemme che campeggia in alto tra i due edifici. Essa è simbolo del corpo del Salvatore, che sta intessendo nel suo grembo. La sua testa lievemente reclinata sembra figurare il versetto del salmista: “Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre: al re piacerà la tua bellezza ” Dall’alto, un semicerchio, un raggio in direzione della Vergine attraversa il velo di porpora. Questo raggio rappresenta lo Spirito Santo che si posa su di lei.

Antonio Calisi

[VIDEO] Lungro (CS), presentazione dei libri liturgici della Settimana Santa 18/03/2016

Venerdì 18 marzo sono stati presentati a Lungro (CS), nella splendida cornice del museo diocesano, i volumi della liturgia bizantina della “Grande e Santa Settimana e Santa Domenica di Pasqua”.

L’opera, divisa in due volumi, è stata fortemente voluta da mons. Donato Oliverio vescovo della diocesi di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia continentale.

Alla presentazione hanno preso parte numerosi fedeli ai quali il vescovo ha illustrato la motivazione di quest’opera editoriale, utile a celebrare i riti della Settimana Santa con più decoro e solennità.

La chiesa di Lungro custode scrupolosa del suo patrimonio bizantino, ha sempre mantenuto per secoli la sua fede. Erede della tradizione constantinopolitana la liturgia che oggi celebra si basa su quell’antico e prezioso patrimonio.

Al termine della presentazione, i membri del coro della cattedrale di Lungro hanno intonato alcuni canti della passione del Signore in lingua arbëreshë che fanno parte di un repertorio di canti tradizionali eseguiti senza l’accompagnamento strumentale ma semplicemente accordando tra di loro le diverse voci dei vari cantori.

Antonio Calisi

https://youtu.be/GiV9_HkCvqg

Cosenza, presentazione del “Catechismo liturgico del Rito bizantino” 28 Novembre 2016

È stato presentato Sabato 26 novembre 2016 alle ore 17,00, la terza edizione del volume di padre Placido De Meester, “Catechismo liturgico del Rito bizantino” nell’ambito dell’edizione speciale della Settimana della cultura calabrese, nella Biblioteca «Suor Maria Teresa Grasso» dell’Istituto «Maria Teresa De Vincenti» a Commenda di Rende (CS).

Sono intervenuti mons Donato Oliverio, vescovo di Lungro (CS), la preside del Liceo pedagogico «De Vincenti» suor Immacolata Gigliotti e Demetrio Guzzardi, editore di Progetto 2000.

Antonio Calisi

 

 

 


Mons. Bregantini alla veglia missionaria dell’Eparchia di Lungro (CS) 24/03/2019

Domenica 24 marzo alle ore 16,30 si è tenuto il consueto appuntamento annuale diocesano di preghiera missionaria nell’Eparchia di Lungro che ha riunito le numerose comunità Arbëreshë nella cattedrale di San Nicola di Mira nella terza Domenica di Quaresima dedicata all’Adorazione della Santa e Vivificante Croce. Anno speciale, questo in cui la diocesi celebra il suo primo Centenario dell’istituzione dell’Eparchia.

Alla preghiera del vespro ha preso parte S.E. Mons. Giancarlo Maria Bregantini, Arcivescovo di Campobasso-Boiano, che accettato di essere presente in questa speciale e solenne celebrazione di preghiera missionaria con la meditazione sul tema: è“100 anni di Magistero Missionario, da Papa Benedetto XV a Papa Francesco”.

Mons. Bregantini è nato a Denno in provincia di Trento, ma non è estraneo ai calabresi poiché è stato vescovo di Locri-Gerace dal 1994 al 2007.

I prossimi appuntamenti previsti in calendario per la celebrazione del centenario dell’istituzione della diocesi di Lungro, prevedono per venerdì 24 maggio la visita in mattinata di una delegazione dell’Eparchia dal presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, nel pomeriggio la celebrazione della Divina Liturgia all’Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro e sabato 25 maggio Papa Francesco incontrerà le comunità arbëreshe nell’aula San Paolo VI. Il vescovo, monsignor Donato Oliverio, “ha invitato tutti a vivere con pienezza l’anno di grazia del centenario”.

Antonio Calisi

Guarda il Video:


Cosenza, “Bukurìa Arbëreshe” la bellezza italo-albanese 21/05/2017

Domenica 21 maggio corso Mazzini a Cosenza è stato festosamente riempito dal popolo arbereshe che vive nella provincia, colorandolo con i suoi abiti splendidi e raggianti della tradizione italo-alabanese.

Hanno animato con i loro canti tradizionali i gruppi di Acquaformosa, Cerzeto, Civita, Firmo, Frascineto, Lungro, San Basile, San Benedetto Ullano, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro e Vaccarizzo Albanese da Cosenza. Dalla Basilicata è giunto il gruppo di San Paolo Albanese e dalla Sicilia quello di Piana degli Albanesi.

La manifestazione è iniziata con la preghiera alle ore 16,30 nella parrocchia del SS. Salvatore in corso Plebiscito e di seguito, di fronte alla chiesa, è stato reso omaggio al busto dell’eroe nazionale d’Albania e degli albanesi, Giorgio Castriota Skanderbeg.

La manifestazione, giunta alla sua seconda edizione, ha ricevuto la benedizione di S.E. Monsignor Donato Oliverio, Vescovo di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia continentale, ed è stata promossa dalla Parrocchia “Santissimo Salvatore” di Cosenza presieduta dal protopresbitero Pietro Lanza. Il progetto patrocinato dall’Amministrazione comunale con il sostegno dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza e dai numerosi sindaci dei Comuni Italo-Albanesi presenti all’evento, ha visto la partecipazione della Federazione Associazioni Arbëreshë e dell’Unione Arberia, che raggruppano le associazioni culturali operanti nei Paesi Italo-Albanesi.

Magda Rita Pacillo

[VIDEO] COSENZA, Aperta nuovamente al culto la chiesa del Santissimo Salvatore per i cattolici italo-albanesi di rito bizantino dell’Eparchia di Lungro 17/12/2016

Sabato 17 dicembre 2016, a Cosenza è stata aperta nuovamente al culto, dopo i restauri eseguiti grazie ai fondi 8xmille della Chiesa Cattolica, la chiesa del Santissimo Salvatore per i fedeli cattolici italo-albanesi di rito bizantino dell’Eparchia di Lungro.

Alle ore 16,30 nella Chiesa arbëreshë cosentina si sono raccolti tanti fedeli per la celebrazione del Grande Vespro della Domenica prima del Santo Natale, presieduto dal vescovo mons. Donato Oliverio, e hanno potuto contemplare la chiesa nella sua nuova bellezza.

“Il nostro ringraziamento a Dio – ha dichiarato padre Pietro Lanza, Vicario generale dell’Eparchia e parroco del Santissimo Salvatore – per aver permesso l’esecuzione del poderoso intervento, attraverso il lavoro e l’impegno di tante persone che con generosità e competenza si sono adoperate per rendere ancora più bella e accogliente la nostra antica e significativa chiesa posta in uno dei luoghi più belli della nobile città di Cosenza”.

La ripresa del culto nella parrocchia cosentina ha segnato un nuovo evento storico nello sviluppo della tradizione italo – albanese nella regione calabra: “Un’oasi di spiritualità bizantina nella città di Cosenza … La Chiesa calabrese che respira a due polmoni, occidentale e orientale” ha ribadito mons. Oliverio vescovo di Lungro e degli Italo-Albanesi dell’Italia continentale.

Dalle ore 15.30 alle ore 18.30, nel chiostro del convento di San Francesco di Paola è stata predisposta una mostra documentaria allestita dall’Archivio di Stato di Cosenza dal titolo “La Chiesa del Santissimo Salvatore” che ripercorre gli albori della Chiesa sorta come cappella della Confraternita dei maestri sarti a cui i frati Minimi dettero nel 1566 il terreno confinante al Convento.

A decorrere dal 1978 la chiesa del “Santissimo Salvatore” è luogo della omonima parrocchia greca per gli italo-albanesi di rito bizantino residenti a Cosenza e nelle vicinanze originari dei paesi arbëreshë della provincia di Cosenza.

La parrocchia è stata istituita il 4 maggio del 1978 dal vescovo di Lungro mons. Giovanni Stamati, previa intesa dell’allora arcivescovo di Cosenza mons. Enea Selis, ambedue di venerata memoria.

Nel 1982, nell’intento di disporre la chiesa alle necessità del rito bizantino, è stata innalzata un’iconostasi in pietra locale e su di essa sono state disposte le icone del Cristo Pantocrator e della Madre di Dio scritte dall’iconografo greco Demetrio Soukaràs di Salonicco. Sulle icone è apposta la speciale dedica del metropolita ortodosso Panteleimon di Corinto “ai fratelli che sono in Calabria”. In alto nell’iconostasi ci sono altre cinque icone del Soukaràs che raffigurano l’Annunciazione, la Natività, la mistica Cena, la Morte e la Resurrezione di Gesù. All’interno del presbiterio sono disposte numerose icone dipinte dall’iconografo albanese Josif Droboniku di Tirana.

Sulle pareti laterali della navata sono situate due grandi icone che illustrano la Natività di Gesù e il suo Battesimo dipinte dall’iconografo arbëreshë Attilio Vaccaro di Lungro.

Negli ultimi anni la chiesa del Santissimo Salvatore si è ulteriormente abbellita con icone preziose scritte da Elia Luigi Manes di Lungro e da Rita Chiurco di San Demetrio Corone.

Alla celebrazione del Vespro ha fatto seguito un momento di festa, nel Seminario Maggiore Eparchiale Italo-Greco-Albanese. Sono stati eseguiti brani di musica classica dai maestri Giovanni Azzinnari al violino; Pasqualino Conte al clarinetto; Spiro Pano al violoncello; Maria Innocenza Runco e Vincenzo Tiso al pianoforte; Roberto Salituro alla chitarra. Per l’occasione ha fatto la sua prima uscita pubblica il piccolissimo violinista Dimitri, di appena 5 anni, che si è esibito insieme ai suoi genitori i maestri Pasqualino e Maria Innocenza.

A seguire l’esibizione del terzetto canoro formato da Maria Cristina e Mimmo Imbrogno e Michele Greco, in rappresentanza dell’Associazione Culturale Folklorica Arbëreshë, ritornati da una serie di spettacoli in Albania, Kossova, Macedonia, Croazia che hanno cantato motivi in lingua albanese. Ha terminato la manifestazione l’affermata cantautrice e cantastorie calabrese Francesca Prestìa che ha intonato canti dal suo programma calabro-greco-arbresh, concludendo con un brano in arbresh inneggiante alla fratellanza composto in gioventù da Papàs Pietro Lanza. A degno coronamento della giornata la tavolata di prodotti gastronomici tipici locali allestita dalla ditta Fata di Firmo, che ha realizzato i lavori in Chiesa, congiuntamente ai pregiati salumi donati dagli arbëresh della Filiera Madeo di Macchia Albanese.

Antonio Calisi

Eparchia di Lungro (CS), Assemblea diocesana 30 e 31 agosto 2017

Avrà luogo nella parrocchia “S. Maria Assunta” di Frascineto il 30 e il 31 agosto, l’Assemblea diocesana dell’eparchia di Lungro sul tema “La Divina Parola fuoco che riscalda”.

All’incontro parteciperanno, in qualità di relatori, don Antonio Donghi, don Enzo Appella e il prof. Riccardo Burigana.

Nella sua lettera di invito, il vescovo mons. Donato Oliverio ha spiegato le ragioni di questa Assemblea: “Per inquadrare l’impegno di quest’anno pastorale 2016-2017 nel quadro della nostra Chiesa locale, verso il primo centenario abbiamo cercato di rendere sempre più esplicito e vissuto il primato della Parola di Dio, che è fondamento e radice di ogni attività della Chiesa. Così come abbiamo voluto richiamare alcuni punti essenziali più direttamente connessi con i comportamenti attuali della comunità cristiana, per verificare il rapporto Parola-vita”.

PROGRAMMA

Mercoledì 30 agosto 2017

Ore 08.30 Divina Liturgia nella Chiesa matrice della

Parrocchia “Santa Maria Assunta” in Frascineto.

Ore 10.00 Colazione presso l’Oratorio parrocchiale.

Ore 10.00 Saluto di S. E. Mons. Donato Oliverio,

Vescovo di Lungro.

Ore 11.00 “Nella Parola proclamata nei Divini Misteri il

Cristo parla alla sua Chiesa”.

Relazione di Don Antonio Donghi.

Ore 11.30 Interventi e comunicazioni.

Ore 12.30 Ora Sesta

Ore 13.00 Pranzo

Ore 15.30 Visita alla Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

Ore 16.00 Visita al Museo delle Icone

Ore 17.00 Vespro

Ore 17.30 “Rigenerati da un seme incorruttibile” (cfr 1 Pt 1,23).

Relazione di Don Enzo Appella.

Ore 19.00 Interventi e comunicazioni.

Ore 20.00 Cena

Ore 21.30 Rappresentazione teatrale a cura dell’Associazione

“Vorea” di Frascineto

Giovedì 31 agosto 2017

Ore 08.00 Divina Liturgia nella Chiesa matrice della

Parrocchia “Santa Maria Assunta” in Frascineto.

Ore 10.00 Colazione in Hotel.

Ore 10.30 “Una fonte sempre viva”. Le Sacre Scritture

e il cammino ecumenico nel XXI secolo.

Relazione del Prof. Riccardo Burigana

Ore 11.30 Interventi e comunicazioni.

Ore 12.00 Comunicazione delle Rev.me Suore Basiliane sulla

“Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis servae Dei

Macrinae … fundatricis congregationis religiosarum sororum

Basilianarum filiarum Sanctae Macrinae”.

Ore 12.30 Ora Sesta

Conclusioni del Vescovo. Documento finale.

Ore 13.00 Pranzo. Chiusura Assemblea

Antonio Calisi

VIDEO: La diocesi di Lungro (CS) spalanca la Porta Santa della Misericordia 14 Dicembre 2015

12246649_1233036550055581_8225716589112672378_nLUNGRO (CS) – Nella Chiesa Cattedrale dell’Eparchia di Lungro, così come in piazza San Pietro, si è aperta la Porta Santa. Sabato 12 dicembre il Vescovo di una delle due Eparchie bizantine in Italia, Mons. Donato Oliverio, ha dato inizio all’Anno della Misericordia. Un lungo corteo è partito dal Palazzo Vescovile alla volta della Chiesa Madre di tutte le Chiese della diocesi. Suggestivo è stato il canto del salmo 135: “Poiché eterna è la sua misericordia”. Giunti alla Porta Santa della Cattedrale Mons. Oliverio ha proclamato il Vangelo, alla fine del quale è avvenuto il solenne ingresso nella Chiesa, al canto della Grande Dhoxologìa.

“Iniziamo l’Anno della misericordia – ha esordito il Vescovo Donato nella sua omelia utilizzando le parole di Papa Francesco – varcando la Porta Santa della misericordia, dove chi entra può sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza”.

Di fronte ad una Cattedrale gremita Mons. Donato, profondamente emozionato, ha salutato i presenti e ha ringraziato tutti nella sollecitudine di un servizio che chiama il vescovo ad essere col suo popolo una sola cosa.

Il nucleo dell’omelia del Vescovo Donato è il lasciarsi sorprendere da Dio; ciò diventa primario! Il lasciarsi sorprendere da Dio vuol dire anche lasciarsi trasformare da Lui, una volta sperimentata la sua misericordia.

“Nessuno può diventare giudice del proprio fratello – ha concluso Mons. Oliverio – in quanto le persone col proprio giudizio si fermano alla superficie; soltanto Dio Padre guarda nell’intimo”.

Ecco come l’Anno speciale di Misericordia, che siamo chiamati a vivere ci fa riconoscere che c’è qualcuno che usa misericordia nei tuoi riguardi; e se qualcuno usa misericordia nei tuoi riguardi bisogna riconoscersi peccatori: improvvisamente, ci si accorge che la questione centrale non sta nell’amare Dio, ma nell’amare come Dio.

Alex Talarico

Guarda il Video:

[VIDEO] San Benedetto Ullano (CS), riapertura al culto della chiesa di San Rocco 24/09/2016

801fb336A San Benedetto Ullano (CS) si è svolto sabato 24 settembre alle ore 17,30 presso il salone parrocchiale in piazza Corsini, alla presenza di mons. Donato Oliverio vescovo dell’eparchia di Lungro, del sindaco Rosaria Amalia Capparelli e del parroco papàs George Oarga la conferenza dal titolo “La storia della chiesa di San Rocco e la Confraternita dell’Immacolata” tenuta dal prof. Italo Elmo che, proiettando delle immagini, ha illustrato la storia della chiesa di San Rocco a San Benedetto Ullano recentemente aperta al culto dopo anni di abbandono.

La peste nera del 1656, che colpì l’Italia, non risparmiò la Calabria e la città di San Benedetto in cui morirono 240 persone. Nacque un lazzaretto per i lebbrosi, eretto fuori le mura, dove si stava erigendo in quel periodo una cappella dedicata a San Rocco nel luogo dove vi era già una chiesetta intitolata alla Madonna Immacolata Dopo l’edificazione della chiesa di san Rocco, sorse una Confraternita denominata “dell’Immacolata e di San Rocco”, che solo nella seconda metà del settecento ebbe un proprio statuto. Il 24 aprile 1779 venne munita di regio assenso che le diede così vantaggi spirituali e privilegi sociali. La confraternita venne abbandonata nel 1860 e poi rinacque nel 1920. Si sciolse definitivamente nel 1941. La chiesa di San Rocco è rimasta chiusa al culto dal 1943, dopo che una grossa frana, interessò il terreno su cui sorgeva che danneggiò seriamente l’edificio.

Nel 2010 sono iniziati i lavori di restauro e consolidamento per restituire alla cittadinanza questo prezioso gioiello testimonianza della sua storia e della sua fede.

Lo statuto originale della confraternita, rinvenuta dal prof. Italo Elmo, è stata donata al vescovo mons. Donato Oliverio e verrà esposta nel museo diocesano di Lungro.

Il mattino seguente 25 settembre alle ore 9,00 la popolazione di San Benedetto Ullano si è radunata nella chiesa parrocchiale San Benedetto abate da dove è partita la processione per la chiesa di san Rocco accompagnata dalla banda musicale “Città di Lattarico” diretta dal maestro Nicola Grano, mentre il vescovo portava in processione le reliquie dei santi da porre sul nuovo altare.

Alle alle 9,30 mons. Donato Oliverio giunto alla chiesa di San Rocco ha compiuto con il clero un giro intorno ad essa per tre volte, mentre i fedeli cantavano odi a Dio. La processione è termina dinnanzi alle porte chiuse della chiesa dove ha luogo il rito dell’apertura delle porte. Entrati in chiesa il vescovo ha riposto le sante reliquie nell’apposita teca d’argento preparata ungendola con olio santo.

In seguito ha versato acqua benedetta in forma di croce in tre punti dell’altare e ha lavato la mensa con spugne nuove e sapone. Una volta deterso completamente l’altare ha versato acqua di rose asciugandole con gli Antimìnsia, tele liturgiche utilizzate per celebrare l’eucaristia, poi ha versato l’olio consacrato sull’altare. L’altare è stato ricoperto con una tovaglia inferiore bianca che non deve mai essere tolta, quindi è stato dispiegato la tovaglia superiore riccamente decorata che viene sostituita a seconda del periodo liturgico. Il vescovo poi, seguito da un sacerdote, ha unto con il sacro crisma le colonne e i muri della chiesa mentre il popolo cantava salmi a Cristo. Subito dopo la lettura del Vangelo il vescovo ha acceso le lampade sull’altare ed ha celebrato divina liturgia pontificale.

Antonio Calisi

[VIDEO] XXIX Assemblea diocesana e Corso di aggiornamento teologico dell’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale 31/08/2016

14199551_1055975594518658_8946744212704000676_nSi è conclusa la XXIX Assemblea diocesana e Corso di aggiornamento teologico dell’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale dal tema “Siate misericordiosi come anche il Padre vostro è misericordioso”.

Nei giorni 30 e 31 agosto a Castrovillari (CS), la chiesa cattolica di rito bizantino presieduta da mons. Donato Oliverio si è radunata intorno al suo vescovo per riflettere sul cammino della comunità diocesana rispondendo all’appello di Papa Francesco, sulla via della misericordia.

Nel Discorso di apertura dell’Assemblea mons. Donato Oliverio, ha invitato sacerdoti e laici ad annunciare le opere di misericordia del Signore avendo come modello una chiesa serena con un volto di mamma sempre vicina ai dimenticati, agli imperfetti, secondo l’esortazione che papa Francesco ha pronunciato al V Convegno nazionale della Chiesa Italiana a Firenze.

All’Assemblea diocesana hanno preso parte in qualità di relatori Padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese che ha commentato un passo delle Beatitudini “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7) mettendo in evidenza l’interpretazione che il monachesimo bizantino ha dato a questo versetto che sottolinea la custodia di un cuore puro che permetta di non anteporre nulla, all’amore di Cristo per essere per davvero misericordiosi; il prof. Stefano Parenti, docente di liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo ha sottolineato che la tradizione bizantina manifesta al meglio il concetto di misericordia nel rapporto tra liturgia, vita, giustizia e guarigione. Tutta la liturgia bizantina è attraversata dall’instancabile supplica di misericordia nell’espressione: “Kìrie elèison”. Oltre ad essere una invocazione di perdono è anche una preghiera di lode in cui la misericordia di Dio ci permea e ci porta, sull’esempio di Cristo, a vivere nella nostra vita la misericordia chiesta come dono che si può accogliere e trasmettere attraverso il perdono verso sé stessi e verso gli altri.

L’ultimo relatore è stato il prof. Riccardo Burigana, presidente del Centro studi per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso che ha esaminato i diversi incontri ecumenici che Papa Francesco ha avuto con i rappresentanti delle altre confessioni cristiane il quale “ha sollevato speranze che vanno al di là della Chiesa cattolica”. Il cammino verso l’unità dei cristiani è una priorità da vivere nella quotidianità delle esperienze di fede nelle comunità locali legata alla Parola di Dio, all’ascolto e al dialogo con gli altri e all’accoglienza. Burigana ha messo in evidenza l’importanza dei martiri cristiani di questi ultimi tempi, sperando che “il loro sangue aiuti i cristiani a vivere l’unità nella diversità, perché il martirio cessi”. Al termine ha affermato: “non ci può essere Chiesa che non sia votata all’unità, perché senza l’unita la Chiesa zoppica”.

Ha concluso i lavori dell’Assemblea mons. Oliverio ribadendo che: “Ci dobbiamo rendere sempre più conto che il cammino della Chiesa è la carità e la misericordia. E questo dobbiamo essere in grado di testimoniarlo nella nostra vita”.

Il vescovo ha additato la via da seguire per il nuovo anno pastorale in diocesi, annunciando che “i soggetti ecclesiali devono essere la famiglia, i giovani e i poveri” per questo, ha deciso di offrire una Bibbia a ogni famiglia, perché possa cresce e camminare alla luce della Parola di Dio.

Antonio Calisi