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Circolare del Vescovo – Maggio 2013

 
Carissimi, ci prepariamo a celebrare la Pentecoste, che conclude le celebrazioni del ciclo liturgico pasquale, festa dell’effusione dello Spirito Santo, è nel contempo la festa anche della rivelazione della Santissima Trinità ed è il motivo per cui tanti inni della liturgia del giorno tentano di esprimere il mistero della Trinità: ‘Venite popoli, adoriamo la Divinità in tre Persone, Figlio nel Padre con lo Spirito Santo. Il Padre, fuori del tempo, genera il Figlio coeterno e corregnante; e lo Spirito è nel Padre glorificato con il Figlio: unica Potenza, unica Sostanza, unica Divinità’ (Doxastikon del Vespro). 
 
Lo scopo ultimo della Venuta dello Spirito Santo è di introdurre i credenti nel cuore della vita trinitaria: ‘Abbiamo ricevuto lo Spirito celeste, abbiamo trovato la vera fede, adorando la Trinità indivisibile’.
Tale fine si ottiene tramite varie azioni e manifestazioni più concrete e particolari che la Liturgia si compiace di enumerare: ‘Lo Spirito Santo procura tutti i benefici, effonde le profezie, costituisce i sacerdoti, insegna la sapienza agli ignoranti, trasforma i pescatori in teologi, coordina tutta l’azione della Chiesa’ (3° stichirà del Vespro).
Poiché la celebrazione della Pentecoste ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, molti testi liturgici mettono in particolare risalto la sua azione su di essi e la loro importanza unica nella Storia della Salvezza. Così l’Apolitikion: ‘Benedetto sei Tu, Cristo Nostro Dio, che hai reso sapienti i pescatori, inviando loro lo Spirito Santo, e per mezzo di essi hai preso nelle reti il mondo’.
 
ANNIVERSARIO EDITTO DI MILANO (313-2013)
 
Nel maggio del 313 l’imperatore Costantino emanò da Milano il suo famoso editto con il quale riconosceva il diritto di ogni cittadino di professare in modo libero e pubblico la propria religione.
L’imperatore Costantino e l’Editto di Milano hanno segnato la storia dell’Impero Romano e della Chiesa. Certo, il suo è stato anche un editto politico, ma non si può trascurare il valore vero della libertà di religione in esso contenuto.
La celebrazione di un anniversario per ricordare e fare emergere e dare slancio alla questione della libertà religiosa come bene essenziale per l’uomo di ogni tempo e cultura e allo stesso tempo per mostrare il contributo originale che la fede cristiana ha saputo dare nella costruzione dell’uomo e della società.
Comprendere meglio il significato dell’Editto di Milano, le conseguenze religiose, politiche e sociali di questo editto di libertà, ci aiuta oggi a vivere meglio come cittadini e come cristiani.
Il cammino che la Chiesa fa nei primi secoli, con confronti teologici sull’identità di Gesù e sulla Trinità, permette di conoscere anche grandi figure di Santi: Atanasio, Ilario, Basilio, Ambrogio, solo per citare alcuni, guide teologiche e veri difensori della libertà di religione e della Chiesa.
  
GIORNATA DIOCESANA DELLA GIOVENTÙ
Come già annunciato precedentemente, l’annuale Giornata Diocesana della Gioventù quest’anno si svolge a S. Cosmo Albanese, un evento rivolto ai giovani che la Pastorale Giovanile della diocesi organizza con tanta cura.
 
Vi aspetto con i vostri giovani a San Cosmo Albanese, il 25 giugno, alle ore 10,00: trascorreremo insiemeuna giornata intensa di testimonianze, riflessioni, condivisione e preghiera, oltre a momenti di comunione e svago, che fanno da corona a questa giornata.
Sarà cura del responsabile della Pastorale Giovanile, Papàs Elia,  trasmettere il programma.
Papa Francesco così ricorda ai giovani: ‘I giovani devono dire al mondo: è buono seguire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare Gesù’.
SCELTA DELL’OTTO PER MILLE
Si è prossimi alla scadenza della dichiarazione dei redditi.
Siamo chiamati a sensibilizzare i fedeli perché con la prossima dichiarazione dei redditi i contribuenti vogliano destinare alla Chiesa Cattolica l’otto per mille del gettito complessivo dell’IRPEF.
 
GIORNATA PER LA CARITÀ DEL PAPA
Domenica 30 giugno si celebrerà in Italia la Giornata per la carità del Papa. Un appuntamento di carità di grande significato, dal valore non soltanto pratico ma anche fortemente simbolico.
In tutte le Chiese saranno raccolte offerte che il Papa destinerà liberamente alle sue opere di carità portando nel cuore, come pastore della Chiesa universale, le necessità del mondo intero.
 
ASSEMBLEA ANNUALE E CORSO DI AGGIORNAMENTO
Dal 29 al 31 agosto del corrente anno, nella Casa del Pellegrino del Santuario di S. Cosmo Albanese, si terrà l’Assemblea diocesana annuale a cui siete tutti invitati a partecipare.
In questo Anno della Fede e nel ricordo del XX Anniversario del Catechismo della Chiesa Cattolica si tratterà del tema: ‘La Gloria di Dio’ Annuncio, Mistagogia, Liturgia.
 
RITIRO DI CLERO
Giovedì 30 maggio, con inizio alle ore 9,30 avrà inizio il Ritiro di Clero nella Parrocchia ‘S. Giovanni Battista’ ad Acquaformosa, Chiesa Madonna della Misericordia, con la meditazione tenuta da P. Carmelo Giuffrida sj.
 
GIORNATA REGIONALE SACERDOTALE
Giovedì 6 giugno, nel Seminario Regionale ‘S. Pio X’ di Catanzaro, alle ore 9,30 si terrà l’incontro dei Presbiteri della Calabria, voluta dalla Conferenza Episcopale Calabra. La meditazione sarà tenuta da P. Innocenzo Gargano.
Invoco su ciascuno di Voi e sulle Vostre Comunità la Benedizione del Signore.
 
   Lungro, 14 maggio 2013
                                                       + Donato Oliverio, Vescovo

Ejanina 22 marzo 2013 – Funerali Papàs Domenico Randelli, Parroco.

All’alba di giovedì 21 marzo 2013, al termine della Grande Quaresima di quest’anno, nel giorno in cui era previsto il ritiro mensile del Clero Diocesano,  Papàs Domenico Randelli, Parroco di Ejanina, ha concluso il suo percorso terreno verso la Gerusalemme celeste.
Nel lungo periodo di malattia ha dato una bella testimonianza di fede nel Signore e seguendo Lui ha abbracciato coraggiosamente la sua croce e, con gli occhi bene aperti, ha percorso il cammino di sofferenza fino in fondo, certo della Resurrezione in Cristo per coloro che sono stati battezzati in Lui.
La nostra Chiesa ringrazia il Signore per avere ricevuto in dono da Lui  Papàs Domenico, come Presbitero al servizio dei fedeli nel cammino di divinizzazione.
In questo evento particolare, riuniti in preghiera, offriamo al Padre celeste lo stesso dono da Lui ricevuto e Gli chiediamo di accogliere il suo servo buono e fedele, il nostro fratello Papàs Domenico, che si è separato da noi, nella dimora dei giusti, nel luogo della letizia  e della pace.
Daremo l’ultimo saluto a Papàs Domenico, Venerdì 22 marzo, alle ore 15.30, nella Chiesa Parrocchiale di San Basilio il Grande, in Ejanina, con la Liturgia dei Presantificati e l’ufficio dei defunti.
Eterna la sua memoria!

Papa Francesco

FRANCISCUS

13 marzo 2013


Annuntio vobis gaudium magnum;
habemus Papam:

Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,
Dominum Georgium Marium
Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Bergoglio
qui sibi nomen imposuit Franciscum

Franciscus

Auguri al Santo Padre

Benedizione Apostolica “Urbi et Orbi”:

Fratelli e sorelle, buonasera!

Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo ‘ ma siamo qui ‘ Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca.

[Recita del Padre Nostro, dell’Ave Maria e del Gloria al Padre]

E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!

E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima ‘ prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me.

[‘]

Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

[Benedizione]

Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo!

Circolare del Vescovo – marzo 2013

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Carissimi,  
una delle vie che la Quaresima ci invita a percorrere, come parte del cammino della vita e come preparazione alla gioia della Pasqua, è il pentimento che trova il compimento alla fine della Quaresima, ‘Ora che abbiamo raggiunto la seconda metà del digiuno, fa’ che rendiamo manifesto l’inizio della vita divina; e quando saremo arrivati alla fine del nostro sforzo, potremo ricevere la beatitudine che non viene mai meno’.   Il giovedì della quinta settimana, al Mattutino, udiamo ancora il Grande Canone di S. Andrea di Creta.
La Domenica quarta sta sotto il titolo di S. Giovanni Climaco, il Padre autore della celebre ‘Scala del Paradiso’, eremita, poi abate del monastero greco del Sinai (649). Come si va al Paradiso? Cristo Signore è l’unico che come Via Verità e Vita possa indicarlo: con la fede del padre del giovane epilettico: lettura di Mc. 9,17-31, che i discepoli non possono curare, e per il quale occorre preghiera e digiuno, proprio quella preghiera e quel digiuno che Cristo ha vissuto per noi.
S. Maria Egiziaca è la figura proposta nella Domenica quinta, quale figura della perfetta penitente. L’Evangelo è Mc. 10, 32-45, cioè il secondo annuncio della Passione e Resurrezione di Cristo, e con la disputa dei fratelli Giacomo e Giovanni per occupare i primi posti nel regno di Cristo. Cristo insegna che chi vuole essere primo deve farsi servo dei fratelli, come lui si è fatto, il Figlio dell’uomo regale venuto a ‘dare la sua vita in riscatto dei molti’.
Coronamento degno è la Domenica delle Palme, che introduce già nell’atmosfera tesa della Grande Settimana. La Chiesa rilegge tutto questo in chiave drammatica attraverso i tropari, che pongono in bocca ai fedeli i sentimenti veri che debbono animare la fede.
Forse la migliore sintesi ci è offerta dai due Apolitytikia del Vespro della Domenica delle Palme, che insieme con il Kontàkion sono cantati nella Liturgia della Domenica stessa:
 Prima della tua Passione
 hai fatto risorgere Lazzaro dai morti, o Cristo Dio,
 per confermare la fede nella comune resurrezione.
 Perciò anche noi come i fanciulli, portando simboli di vittoria,
 gridiamo a te, Vincitore della morte:
 Osanna nel più alto dei cieli,
 benedetto Colui che viene nel Nome del Signore.
 
La Quaresima così sfocia naturalmente nel Mistero della Pasqua, che è Morte e Resurrezione del Signore, è dono dello Spirito, è Ascensione al Padre, è dono dello Spirito della Vita, è presenza indefettibile agli Apostoli ed a noi con essi, è promessa della Seconda e Terribile Venuta. Celebrata nella Parola e nell’Eucaristia della Chiesa, che ‘accettata la Croce’ segue il Signore dovunque egli vada.
 
 
PAPA BENEDETTO XVI   ‘Un umile operaio nella vigna del Signore’
e le CHIESE ORIENTALI CATTOLICHE
 
Papa Benedetto XVI , nel mese di novembre 2011, chiede di pregare incessantemente  per le Chiese Orientali Cattoliche: ‘ affinchè la loro venerabile tradizione sia conosciuta e stimata quale ricchezza spirituale per tutta la Chiesa’.
 
‘Le Chiese Orientali Cattoliche hanno il compito particolare di promuovere l’unità tra i cristiani, in particolare con gli ortodossi’, ha affermato Benedetto XVI, il 15 dicembre 2006.
 
A vent’anni dalla promulgazione del Codice dei Canoni della Chiese Orientali, il 9 ottobre 2010 Benedetto XVI ha detto: ‘In proposito, i sacri canones della Chiesa antica, che ispirano la vigente codificazione orientale, stimolano tutte le Chiese orientali a conservare la propria identità, che è allo stesso tempo orientale e cattolica. Nel mantenere la comunione cattolica, le Chiese orientali cattoliche non intendevano affatto rinnegare la fedeltà alla loro tradizione. Come più volte è stato ribadito, la già realizzata unione piena delle Chiese orientali cattoliche con la Chiesa di Roma non deve comportare per esse una diminuzione nella coscienza della propria autenticità ed originalità.
 
Pertanto, compito di tutte le Chiese orientali cattoliche è quello di conservare il comune patrimonio disciplinare e alimentare le tradizioni proprie, ricchezza per tutta la Chiesa. Inoltre gli stessi sacri canoni dei primi secoli della Chiesa costituiscono in larga misura il fondamentale e medesimo patrimonio di disciplina canonica che regola anche le Chiese ortodosse. Pertanto, le Chiese Orientali Cattoliche possono offrire un peculiare e rilevante contributo al cammino ecumenico’.
 
‘Testimoni viventi delle origini’: con queste parole Benedetto XVI ha definito il ruolo centrale delle Chiese Orientali Cattoliche, il 9 giugno 2007, precisando che ‘senza un costante rapporto con la tradizione delle origini’, ‘non c’è futuro per la Chiesa di Cristo’. ‘Sono in particolare le Chiese Orientali ‘ ha spiegato il Papa ‘ a custodire l’eco del primo annuncio evangelico’Il loro patrimonio spirituale, radicato nell’insegnamento degli Apostoli e dei Padri ha generato venerabili tradizioni liturgiche, teologiche e disciplinari, mostrando la capacità del ‘pensiero di Cristo’ di fecondare le culture e la storia’. Esprimendo quindi ‘vicinanza’ e ‘profonda considerazione’ per le Chiese Orientali Cattoliche, Benedetto XVI ha raccontato di aver intrapreso, sulla scia dei suoi predecessori, un pellegrinaggio ideale ‘verso il cuore dell’Oriente’. Per questo motivo ‘ ha spiegato ‘ ha assunto il nome di un Papa, Benedetto XV, ‘che tanto amò l’Oriente’ e che 94 anni fa istituì l’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi.
 
Queste e altre considerazioni per dire: Grazie Papa Benedetto XVI
 
 
COLLETTA PER LE OPERE DELLA TERRA SANTA
 
Il 26 febbraio 2013, in vista della tradizionale Colletta di Quaresima in favore dei cristiani di Terra Santa, il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il Cardinale Leonardo Sandri, ha fatto pervenire una lettera all’episcopato della Chiesa Cattolica.
 
Un testo che invita i vescovi a promuovere nelle proprie diocesi, in occasione del Venerdì Santo, che quest’anno cade il 29 marzo, una raccolta di offerte interamente destinata ai cristiani di Terra Santa. La Colletta del Venerdì Santo è essenziale per la vita dei cristiani del Medio Oriente che, dove vivono, sono una minoranza spesso discriminata. Infatti, si tratta del più tangibile segno di solidarietà che noi cristiani d’Occidente possiamo manifestare loro; i soldi raccolti vengono utilizzati anche per l’aiuto alle famiglie in difficoltà e per le esigenze di anziani e bambini.
 
In questo Anno della fede la Chiesa cerca di rispondere con segni concreti, alla bruciante sete di libertà dei popoli del Medio Oriente.
 
PELLEGRINAGGIO DIOCESANO A ROMA
 
In occasione dell’Anno della Fede l’Eparchia di Lungro si recherà a Roma, in pellegrinaggio, per pregare e confessare la fede sulla tomba degli Apostoli Pietro e Paolo e per salutare il nuovo Papa.
 
Il pellegrinaggio ‘ guidato da me sottoscritto, accompagnato dai presbiteri  ‘ si terrà dal 21 al 22 maggio c.a. e raccoglierà uno dei suggerimenti pastorali dati dalla Congregazione per la dottrina della fede per vivere bene questo anno speciale. ‘Nell’Anno della fedeoccorre incoraggiare i pellegrinaggi dei fedeli alla Sede di Pietro, per professarvi la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, unendosi con colui che è chiamato a confermare nella fede i suoi fratelli’.
 
GIORNATA DELLA GIOVENTÙ
 
Martedì 25 giugno c.a. ci diamo appuntamento a S. Cosmo Albanese per la XXVIII Giornata Diocesana della Gioventù.
‘Andate e fate miei discepoli tutti i popoli’ (Mt. 28,19).
 
L’Ufficio per la pastorale giovanile propone un itineraio di incontri da concordare, che accompagnerà la preparazione di questa giornata ma soprattutto aiuterà ad approfondire la dimensione missionaria come parte integrante della vita di fede dei giovani cristiani.
 
RITIRO DI CLERO
 
Giovedì 21 marzo, con inizio alle ore 9,30, si terrà il Ritiro di Clero nella Parrocchia ‘S. Giovanni Battista’ ad Acquaformosa, Chiesa Madonna della Misericordia, con la meditazione tenuta da P. Pino Stancari.
 
Invoco su ciascuno di Voi e sulle Vostre Comunità la Benedizione del Signore, augurando la Pace del Signore Risorto.
 
Lungro, 07 marzo 2013
                                                                         + Donato Oliverio, Vescovo

13 febbraio 1919, Sua Santità Papa Benedetto XV eregge la Diocesi di Lungro

Benedetto Vescovo
Servo dei servi di Dio, a perpetua memoria
I fedeli cattolici di rito greco, che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, emigrarono nella vicina Italia, ove, accolti con generosa liberalità si stabilirono nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevute dai loro padri ed avevano con somma cura ed amore conservate per lungo corso di secoli.
 
Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso dall’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio ciel, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano.
 
All’inizio, come suole accadere, tutto andò bene per ambedue le parti. Ma con l’andar del tempo, raffreddatasi la carità di chi li ospitava, cominciarono a sorgere con troppa frequenza gravi e fastidiose liti, che tristemente turbavano la pace dei fedeli che, pur professavano gli stessi dogmi della medesima Chiesa. E l’origine di questi dissensi, se sorvoliamo sulle cause meno importanti, bisogna ricercarla nel fatto che i fedeli di rito greco, per quanto riguardava il governo e la disciplina, erano sottoposti alla giurisdizione ordinaria dei presuli latini, nelle cui diocesi risiedevano. Infatti questi vescovi, che ignoravano o non conoscevano bene né la liturgia né la disciplina, né le consuetudini, né le leggi e gli usi della Chiesa ortodossa unita, talora, nel governo dei sudditi fedeli di rito greco, stabilirono cose che questi stimavano lesive dei loro diritti e privilegi e così si rifiutavano tenacemente di ubbidire alle disposizioni.
 
A ciò si aggiunse un altro fastidioso inconveniente: l’aspra lotta fra i parroci dei due riti, particolarmente per quanto riguardava i propri rispettivi diritti nell’amministrazione dei sacramenti. Onde veniva turbata la pace tra il clero con gravissimo scandalo dei fedeli e detrimento della mutua carità.
Desideroso di mettere riparo con saggia fermezza a questi mali, che ormai serpeggiavano sia nelle diocesi della Calabria, sia in quelle della Sicilia, ove i fedeli di rito greco vivevano mescolati ai latini, il nostro predecessore, Papa Benedetto XIV, di f. m., emanò in data 26 maggio dell’anno 1742, la costituzione apostolica ‘Etsi Pastoralis’, nella quale, dopo di aver ammonito che voleva riconfermare e assicurare e garantire in futuro quanto fosse già stato benignamente concesso dalla S. Sede Apostolica in favore dei fedeli di rito greco, giustamente soggiunge: ”.. poiché, poi, in conformità alle diverse circostanze e tempi, i Romani Pontefici e le Congregazioni dei Padri Cardinali della S. Romana Chiesa emanarono molte e diverse costituzioni apostoliche, ordinanze, risposte, editti e decreti riguardanti i greci e gli albanesi e i loro riti e consuetudini, nonché la debita sottomissione ai Presuli latini nelle cui diocesi essi dimoravano; e per questo motivo sorsero spesso e continuano a sorgere discussioni e controversie sia circa i riti greci ed albanesi, sia circa le facoltà dei loro sacerdoti, come pure circa la giurisdizione e l’autorità dei presuli e dei parroci latini; noi sollecitati dal nostro pastorale ufficio, volendo, per quanto possiamo, porre a questi mali un opportuno rimedio e rimuovere ogni causa di liti, contese, dissidi, lotte, discussioni e controversie’..’ .
Perciò, quel sapientissimo Pontefice promulgò la succitata costituzione, la quale tuttavia poichè le cause dei mali avevano già messo radici, non ebbe un esisto felice.
 
Le contese, infatti, e le controversie, ma specialmente le defezioni all’autorità dei legittimi vescovi, e infine tutti quei mali e danni cha Papa Benedetto XIV, mosso dalla pastorale sollecitudine, si riprometteva di stroncare senza troppe difficoltà con la sua prelodata lettera, nel corso di circa due secoli andarono viepiù crescendo in tutte le regioni ove abitavano i fedeli di rito greco, e mentre dappertutto le cose erano peggiorate, qua e là si facevano più violente, con gravissimo danno della cristiana carità e persino con pericolo della fede cattolica.
 
In queste lamentevoli condizioni rimasero in Italia i fedeli di rito greco fino al tempo presente, senza che nessun efficace provvedimento venisse preso per risollevarle. Ora poi, giacchè sin dall’anno del Signore 1912 non fu nominato nessun successore di Giovanni Barcia, di f.m., vescovo titolare di Croia, a cui, mentre era in vita era stato affidato l’ufficio di conferire i sacri ordini ai chierici greci oriundi della Calabria e di reggere il collegio di S. Adriano in San Demetrio Corone; noi incaricammo la S. Congregazione de Propaganda Fide per gli affari dei riti orientali perché ci esponesse quanto potesse giovare alla buona e retta amministrazione e alla riforma dei fedeli di rito greco. Per questo motivo i nostri venerabili fratelli cardinali della S. Chiesa Romana, preposti alla medesima Congregazione, nel congresso plenario del giorno 19 del mese di novembre dell’anno 1917 stimarono opportuno di farci la proposta che tutti i greci della Calabria, ove in maggior numero abitano e sono soggetti ai presuli latini, vengano sottratti alla giurisdizione ordinaria dei vescovi latini per costituire un’unica diocesi di rito greco.
 
Questo consiglio che ci era stato proposto, noi  ordinammo che fosse di nuovo e più compiutamente esaminato e discusso dai nostri venerati fratelli, anch’essi cardinali della S. Chiesa Romana, preposti alla nuova congregazione da noi fondata, cioè per la Chiesa Orientale. Questi cardinali, nel congresso generale del giorno 11 del mese di febbraio u.s., stimarono che si poteva mettere in esecuzione, se così fosse a noi piaciuto, l’erezione della nuova diocesi di rito greco in terra di Calabria.
 
Noi, quindi, che sin dall’inizio del nostro pontificato avevamo tanto a cuore la chiesa orientale e meditavamo cosa si dovesse fare per venire incontro con più fermezza alle necessità e al giusto decoro della chiesa universale e delle altre Chiese particolari, intuendo la opportunità del momento, raccomandammo caldamente la sunnominata proposta e la ritenemmo valida, perché pienamente consona alla nostra deliberazione.
 
Per cui noi, con piena apostolica autorità, decretiamo che venga canonicamente istituita immediatamente la diocesi di rito greco in terra di Calabria. E a questa diocesi, che sarà chiamata ‘Lungro’ conferiamo ed assegniamo le seguenti parrocchie con tutti i fedeli sia di rito greco sia di rito latino, se ve ne fossero, che dimorano in esse; pertanto le stacchiamo e separiamo dalle diocesi latine, alle quali attualmente appartengono, tali parrocchie precisamente sono: dell’arcidiocesi di Rossano, San Demetrio Corone, San Giorgio albanese, Vaccarizzo, Macchia; dalla diocesi di Bisignano, San Benedetto Ullano, S, Sofia d’Epiro; dalla diocesi di Cassano, Aquaformosa, Civita, Firmo, Frascineto, Lungro, Plataci, Percile, San Basile; della diocesi di Anglona, Castroregio, Farneta, San Costantino albanese, San Paolo albanese.
Inoltre, affinchè per l’avvenire possano godere del beneficio della cura pastorale del vescovo del medesimo rito anche i non pochi fedeli di rito greco che dimorano fuori della Calabria, ma pur sempre nell’Italia meridionale, Noi con apostolica autorità ordiniamo che ai soprannominati paesi da riunire nella diocesi di Lungro vengano aggiunti i fedeli del paese chiamato Villa Badessa, della diocesi di Penne e quelli di una parrocchia della città di Lecce. Poiché, d’altra parte, in S. Cosmo, della diocesi di Rossano, esistono due parrocchie, cioè una greca e una latina, ed inoltre siccome nella predetta città di Lecce i fedeli di rito greco vivono frammisti ai fedeli di rito latino, decretiamo che in questi luoghi la giurisdizione del vescovo sia soltanto ‘personale’, si estenda cioè unicamente ai fedeli e al parroco di rito greco di quei luoghi, mentre i fedeli dei rito latino continueranno a rimanere sotto l’ordinaria giurisdizione dell’arcivescovo di Rossano e del vescovo di Lecce.
 
Erigiamo poi ed istituiamo in perpetuo la sede di questa diocesi di rito greco nel luogo chiamato Lungro; ed eleviamo ed innalziamo alla dignità e al grado di cattedrale in perpetuo la Chiesa di S. Nicola di Mira, già parrocchiale. Inoltre, come fu stabilito in passato, noi costituiamo vescovo ordinario di rito greco in Calabria il presule eletto a reggere la diocesi di Lungro, e gli affidiamo anche l’incarico e l’ufficio di rettore del collegio di San Adriano con le necessarie e convenienti facoltà.
Perciò ordiniamo a quanti spetta o possa riguardare, che riconoscano ed accettino in questo incarico ed ufficio il sopradetto vescovo di Lungro, come d’uso e secondo i patti, e a lui ubbidiscano, lo assistano e gli siano d’aiuto.
Poiché, poi, questa piccola diocesi  non può avere un suo proprio seminario per la completa educazione e istruzione dei chierici più giovani, stabiliamo che per i giovanetti che diano segni di vocazione ecclesiastica siano riservati in perpetuo cinque posti sia nel nuovo seminario pontificio recentemente da noi fondato presso il monastero di S. Basilio di rito greco in Grottaferrata, sia nel collegio di S. Atanasio in Roma; stabiliamo inoltre che la diocesi or ora eretta sia immediatamente soggetta alla Santa Sede e alla Santa Congregazione per la Chiesa Orientale.
 
Nessuno peraltro si permetta in nessun tempo di infrangere con apostolica autorità quanto abbiamo decretato in queste lettere, né di rifiutarlo, né di contrastarlo in modo alcuno. Se poi qualcuno, che Dio non permetta, avesse la pretesa di tentarlo, sappia che egli va incontro alle pene stabilite dai sacri canoni contro chi si oppone all’esercizio della giurisdizione ecclesiastica.
 
Per l’esecuzione di questi mandati, poi, deleghiamo il nostro venerabile fratello Orazio Mazzella, arcivescovo di Taranto, con tutte le facoltà necessarie  e  convenienti allo scopo, dandogli anche la facoltà di subdelegare qualunque altro dignitario ecclesiastico e gli affidiamo anche l’incarico di disporre quanto potrà contribuire alla retta amministrazione della nuova diocesi, dopo essersi consultato col neo-eletto vescovo greco e coi reverendissimi ordinari latini, e cioè, di Rossano, Bisignano, Cassano, Penne, Lecce, Anglona, a patto però che entro sei mesi dal giorno di promulgazione di questa lettera, rimetta alla Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale le norme da lui stabilite per ottenere la loro definitiva approvazione, ed abbia pure cura di trasmettere al medesimo Sacro Dicastero un esemplare autentico dell’avvenuta esecuzione.
 
Dato in Roma, presso S. Pietro, nell’anno del Signore 1919, il giorno 13 del mese di febbraio, nel quinto anno del nostro pontificato.
C. Card. Cagiano 
S.R.E. Cancellarius
                    N. Card. Marini
  S. C. pro Ecclesia Orientali a secretis