Messaggio di Natale del Vescovo Donato

Carissimi fratelli e sorelle,

ritorna il Natale, patrimonio comune dei cristiani delle diverse denominazioni, dei loro riti e delle loro tradizioni teologiche, liturgiche, iconografiche e popolari. Tutti i cristiani accolgono, in questo giorno, il Redentore, la cui nascita, che avvenne un tempo a Betlemme e che segnò il suo ingresso nella nostra storia, continua a celebrarsi nel mistero, come inizio della salvezza individuale e collettiva dell’umanità e del creato.

“Oggi nasce dalla Vergine colui che tiene in mano tutta la creazione” (idiòmelon dell’ora IX del Natale).

La nascita del Bambino Dio, pedhìon nèon, “del bambino nuovo”, si manifesta, in quella notte santa, con un fulgore di luce: la stella che guida i Magi e la gloria di Dio che brilla ai Pastori di Betlemme, accorsi dinanzi alla grotta. Sono questi segni inconfondibili, portatori della realtà divina. La luce, che è vita divina, ora si rivela come una vera teofania e la Parola di Dio viene comunicata agli uomini, tramite i pastori che annunciano a tutti il grande mistero: “Venite fedeli, andiamo a vedere dove è nato il Cristo, ….i pastori vegliano nei campi, elevando il degno cantico: Gloria nel più alto dei cieli a Colui che oggi in una grotta è stato partorito dalla Vergine e Madre di Dio, a Betlemme di Giudea” (mattutino del 25 dicembre). La nascita di Cristo è strettamente connessa alla Croce, alla Resurrezione del Signore ed alla Pentecoste dello Spirito. La luce, che irrompe nel giorno beato della Resurrezione, dando origine al “giorno senza tramonto”, è la stessa che squarcia la notte Santa del Natale, in cui gli Angeli, i Pastori e tutto il creato esultano, gioiscono e cantano la gloria di Dio.

Occorre riacquistare la giusta dimensione spirituale e teologica della nascita di Cristo: l’autentica unione con Lui e con i nostri fratelli, nella ricchezza delle opere che nascono dall’amore, e specialmente nella vera gioia, perché Iddio diventa per l’uomo il bene, la vita, la verità e perché noi tutti prendiamo parte alla divinità di Colui che si è degnato di rivestirsi della nostra umanità: “Oggi tutta la creazione, si rallegra e gioisce, perché Cristo è nato da una Vergine” (Megalinario, ode IX del mattutino).

Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, con un messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia, rivolge una parola di speranza e di consolazione a ciascuno in questo tempo che rattrista i cuori e con San Paolo ripetiamo: “Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rm. 12,12). Le Chiese in Italia stanno dando il loro contributo per il bene dei territori, collaborando con tutte le Istituzioni, nella convinzione che l’emergenza richieda senso di responsabilità e di unità. Questo è il contributo dei cattolici per la nostra società ferita ma desiderosa di rinascere. Un pensiero speciale, di vicinanza e sostegno, va in particolare a chi si occupa della salute pubblica, al mondo del lavoro e a quello della scuola che attraversano una fase delicata e complessa: da qui passa buona parte delle prospettive presenti e future del Paese.

Noi Vescovi calabresi, esprimiamo forte preoccupazione di fronte alle vicende che riguardano la sanità e la tutela dei diritti alla salute in Calabria. Ai calabresi è dovuta una sanità efficiente in grado di fronteggiare l’avanzare dell’emergenza pandemica.

Le diverse e, talvolta, sofferte condizioni di molte famiglie saranno al centro delle nostre preghiere individuali e comunitarie. Sappiamo che il bene della società passa anzitutto attraverso la serenità delle famiglie: auspichiamo, perciò che le autorità civili le sostengano, con grande senso di responsabilità ed efficaci misure di vicinanza.

Auguro a tutti Voi un Natale che sia un’esperienza di vero incontro con il Signore “che si fa tenero Bambino”, di vera accoglienza nel vostro cuore e nella vostra vita di Colui che, pur essendo impossibile ai cieli dei cieli contenerlo, si è fatto piccolo per essere accolto dal calore del nostro cuore.

 

Lungro, 09 dicembre 2020

+ Donato Oliverio, Vescovo