La Chiesa di Lungro all’Unical

È giunta al terzo anno consecutivo la presenza di un sacerdote arbëreshë, di rito bizantino, dell’Eparchia di Lungro, nella Cappella della Università della Calabria.
 
La opportunità e la possibilità di questa presenza è stata prospettata e favorita dai Padri Dehoniani che, da anni, sono permanentemente disponibili, al servizio di studenti, docenti e personale universitario per il dialogo, per l’accompagnamento spirituale e per il sacramento della riconciliazione.
 
Da tre anni, ogni martedì, dalle 9 alle 12, in Cappella, al cubo 23, offre lo stesso servizio anche un sacerdote  arbëreshë della Eparchia di Lungro. Egli è a disposizione sia dei tanti giovani provenienti dai Paesi arbëreshë, di rito bizantino, della Diocesi di Lungro come anche di chiunque abbia bisogno di confessarsi o è alla ricerca di un sollievo spirituale. 
 
All’Unical gravitano quotidianamente circa 37.000 persone tra studenti, docenti e personale di servizio; molti di loro sono arbëreshë e alcuni occupano anche posti di notevole rilievo nell’ambito dell’Ateneo.
 
Quotidianamente sono veramente tanti i giovani, ma molti sono anche i docenti e il personale amministrativo, che frequentano la Cappella universitaria.
 
Di martedì, quando Zoti arbëreshë è presente in Cappella, molti oltre a ricevere conforto spirituale vengono anche a conoscenza della nostra piccola Chiesa Cattolica Bizantina e della sua missione di Chiesa orientale in pieno territorio occidentale latino.
 
La presenza all’Unical prevede anche la celebrazione della Divina Liturgia ogni 2° martedì del mese.
 
L’animazione della Divina Liturgia è a cura dei seminaristi del Seminario Maggiore Eparchiale di Lungro.
 
A sentire quello che dicono i numerosi partecipanti alla sacra sinassi, grande è lo stupore e la gioia  che provano per questa ricca e significativa e storica particolarità ecclesiale che si ritrova in Calabria dove gli arbëreshë sono pienamente integrati, da 5 secoli, ma pur tuttavia mantengono tenacemente le tradizioni degli antenati e nel loro vissuto ecclesiale risultano essere come testimoni del passato e profeti del futuro.