Discorso del Patriarca Neofit in occasione della visita di papa Francesco. Sofia, 5 maggio 2019.

Da Veritas in caritate. Informazioni dall’Ecumenismo in Italia 12/4 (2019), pp. 40-41.

Cristo è risorto! Santità! A nome del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa di Bulgaria – Patriarcato di Bulgaria, diamo il benvenuto a Lei e ai Suoi compagni di viaggio. Benvenuti nelle Terre portatrici del patrimonio dei santi Co-apostoli Cirillo e Metodio, del santo principe Boris-Michele evangelizzatore, di san Clemente d’Ocrida e di tanti altri santi e timorati di Dio, grazie alla cui opera educatrice nei secoli IX e X il cristianesimo si è diffuso in Europa e oltre ai suoi confini. È noto che Roma ha sempre avuto un certo atteggiamento nei confronti della Bulgaria, e già da 11 secoli si impegna periodicamente per stabilire contatti vicini con il Sinclito dello Stato di Bulgaria. Ciò ha trovato espressione anche nella prima visita di un Romano Pontefice in Bulgaria, nel 2002, quando il suo predecessore Papa Giovanni Paolo II è stato nostro ospite. Dopo soli 17 anni Ella è il secondo Papa che viene in Bulgaria, il che non sapremmo spiegarci, se non come un atteggiamento davvero speciale. Il suo desiderio di farci visita presso il Santo sinodo percepiamo come un’espressione di rispetto verso la Chiesa ortodossa di Bulgaria. Le assicuriamo che il rispetto è reciproco. Cerchiamo, per quanto ci è possibile, di seguire la Sua opera e ci rallegriamo quando sentiamo delle sue parole forti in difesa delle radici cristiane dell’Europa e ammonizioni circa i pericoli, in escalation al punto di diventare una palese lotta contro Dio e persecuzione fisica di cristiani nei loro propri Paesi. Su questi punti le nostre opinioni coincidono. Capo e timoniere della nave della Chiesa una, santa, universale e apostolica è il Signore stesso Gesù Cristo, e, ai tempi turbolenti di oggi, un nostro dovere incondizionato è preservare la sua nave da qualsiasi falla, in modo che si salvino più anime umane. Stiamo cercando di custodire la Chiesa, che è «senza macchia né ruga o alcunché di simile» (Ef 5, 27) e stiamo compiendo ogni sforzo per non ammettere compromessi con la fede. Ci rallegriamo ogni volta che ci accorgiamo che anche altre guide spirituali condividono convinzioni simili alle nostre. Santità, nella sua visita al Santo sinodo nel 2002, il suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II, ha espresso il proprio rammarico per la perdurante mancanza di piena comunione tra di noi, constatando che «Cristo Signore ha fondato la Chiesa una e unica, ma noi, oggi, ci presentiamo al mondo divisi come se Cristo stesso fosse diviso». Diciamo che qui, nella capitale dello Stato di Bulgaria, Sofia, che porta il nome della Sapienza di Dio, noi abbiamo sempre pregato per l’unità del mondo in Cristo, perché uniti i cristiani saranno più forti. Sono davvero imperscrutabili le vie del Signore! Solo alla Provvidenza divina si può attribuire il fatto che queste terre qui sono diventate testimoni di alcuni dei più grandi apici dell’unità del mondo cristiano, ma anche di tristi controversie e scismi. Ad esempio, nel 343 qui si è tenuto il concilio provinciale di Sardica, che noi veneriamo allo stesso modo dei Sette concili ecumenici e degli altri concili provinciali, che la Chiesa ortodossa definisce canonici. In occasione di tale concilio, alla presenza di 300 vescovi delle diocesi occidentali e di 79 vescovi di quelle orientali dell’una, santa, universale e apostolica Chiesa, sotto la presidenza del vescovo di Cordova Osio, è stato riaffermato in modo solenne il Credo di Nicea, è stata ribadita la sentenza di assoluzione emessa da Papa Giulio I nei confronti di sant’Atanasio il Grande, è stata ricondannata la falsa eresia ariana e sono state adottate regole importanti riguardanti la struttura e il buon ordine della Chiesa. Il concilio di Sardica è il trionfo della Chiesa universale e un’eredità che deve incoraggiarci e ispirarci. D’altra parte, gli archivi conservano delle lettere, scritte dal suo predecessore Papa Niccolò I e dal Patriarca di Costantinopoli san Fozio, al nostro santo principe Boris-Michele evangelizzatore, nonché una serie di altre lettere, messaggi e verbali di concili provinciali, tutti testimonianti certe circostanze intorno alla conversione e l’accoglienza del popolo bulgaro nel seno della fede cristiana. Circostanze che hanno portato a controversie che pesano ancora oggi sui rapporti nel mondo cristiano. Ci sembra che, anche se ben documentata, questa parte della storia della Chiesa non sia stata analizzata in modo abbastanza imparziale e non siano state tratte le conclusioni necessarie. Invece è possibile che ne venga fuori che in quell’istante, in cui la storia della Chiesa universale si è intrecciata con la storia dello stato di Bulgaria, si nascondano alcune delle risposte alle domande che ci occupano ancora oggi. La vita della Chiesa è guidata dal nostro Signore Gesù Cristo. Se Dio ha permesso che una cosa succedesse, Egli sa perché lo ha permesso, e si aspetta che anche noi conosciamo il perché. Noi, Chiesa ortodossa di Bulgaria, siamo fermamente convinti che per ciò che riguarda la fede, non possono e non dovrebbero esserci compromessi. L’occasione ci è gradita per esprimere la nostra gratitudine per la cordiale accoglienza che ogni anno, il 24 maggio, Ella offre ai nostri delegati a Roma, e per acconsentire che essi celebrino sulla Tomba di san Costantino – Cirillo il filosofo, e che ottengano la sua intercessione davanti a Dio per il pio popolo ortodosso bulgaro, amante di Cristo. Le auguriamo un piacevole soggiorno nella nostra patria!