Messaggio del Vescovo Donato Oliverio alle Comunità Ortodosse in Calabria, Lungro, 19 aprile 2020.

 

Cari fratelli e sorelle,

Χριστός ανέστη! Cristo è risorto! Krishti u ngjall!

In questo giorno in cui le Comunità Ortodosse della Calabria festeggiano la Santa e Grande Domenica di Pasqua, mi rivolgo ai tanti fratelli e sorelle che in questo tempo di prova sono invitati dalla Parola di Dio a non avere paura e a non disperare. Come i discepoli di fronte alla morte di Cristo in Croce non accada che, in quest’ora di prova, anche noi fuggiamo e ci dileguiamo; la potenza della Risurrezione gloriosa di Cristo ci avvolge e ci inonda di grazia vivificante.

Vi scrivo come Vescovo di Lungro, una realtà orientale in pieno contesto occidentale, e come Vescovo delegato per l’ecumenismo in Calabria, in virtù proprio del ruolo che l’Eparchia ha nella comunione delle Chiese di Calabria, favorendo i rapporti tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse, in una terra, la nostra amata Calabria, dove per secoli hanno vissuto assieme diverse tradizioni quali diverse espressioni dell’unica Chiesa di Cristo a testimonianza dell’unità nella diversità.

Oggi, provati dalla pandemia del coronavirus, nuove sofferenze si aggiungono alle sofferenze del passato, ma siamo chiamati ad accogliere in noi la vera Luce che è Cristo, in modo da poter diventare luce del mondo. Nel Mesoniktikòn di questa Santa notte, anche voi fratelli ortodossi, avete cantato come noi la settimana scorsa: “Venite, prendete la luce dalla luce che non ha tramonto e glorificate Cristo, il risorto dai morti”. In questa ora di prova e di preoccupazione sia forte in noi la certezza che dal Cristo siamo continuamente presi per mano, come Adamo nell’Icona dell’Anastasis. Questa prova passerà. La pandemia avrà termine. Ogni ferita verrà sanata dal Medico delle nostre anime e dei nostri corpi.

Possa la risurrezione di Cristo farci fare esperienza della vita eterna. Rivolgiamo a lui il nostro sguardo perché sani le ferite dell’umanità intera. Possa questa esperienza di sofferenza far sorgere in noi, sempre più forte, il desiderio di poter, un giorno, quando Dio vorrà, celebrare assieme la Santa Pasqua, in una stessa data. Quel giorno berremo tutti da uno stesso calice per manifestare visibilmente l’unità della Chiesa Una. Così come ricorda Papa Francesco, chiediamo al Signore “la grazia di essere fedeli anche davanti ai sepolcri, davanti al crollo di tante illusioni” che questo tempo di prova sta provocando.

 + Donato Oliverio, Vescovo