Carissimi,
‘Con sapienza stiamo attenti’, dopo questo solenne invito diaconale, si procede alla proclamazione del ‘Credo’. Così in ogni Divina Liturgia facciamo vivente memoria della nostra fede, trasmessa a noi dai Padri, confessata nel Battesimo, roccia che fonda la casa per resistere alle tempeste della storia e della vita.
Su questa fede si fonda il Regno di Dio annunciato, promesso, realizzato nei santi segni ed in attesa di pienezza.
Il simbolo della nostra fede ha in sé tutta la legge ed i profeti, tutta la predicazione del Cristo e degli Apostoli, tutta l’esperienza vissuta e testimoniata dei Martiri.
È il faro acceso nella notte del dubbio e del peccato, è il porto sicuro per coloro che vacillano nella vita in cerca di salvezza, è la lampada splendente che guida i passi di quelli che hanno scelto Cristo come luce del mondo.
Ecco perché la nostra Eparchia ha scelto il Simbolo Niceno-Costantinopolitano come riferimento all’ Anno della Fede che Papa Benedetto XVI ha promulgato per tutte le Chiese nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il modello proposto si è ispirato ad una antica icona russa del XVIII secolo, rivista in chiave moderna.
Secondo quanto stabilito dalle Dichiarazioni e Decisioni della I Assemblea Eparchiale di Lungro, VII, 37/4: ‘Valorizzare strumenti catechistici adeguati, già editi, emanati dalla tradizione bizantina e in prospettiva crearne di nuovi, sempre nell’ottica orientale (catechismo, spiegazione delle liturgie e dei sacramenti, ecc.), si vuole, con questo sussidio, offrire uno strumento catechetico in ottica orientale e che metta al centro la Parola di Dio, i Padri, i Dottori ed i testi che hanno importanza per la Chiesa, come è stabilito dal II Sinodo Intereparchiale al capitolo III, numero 126: ‘Nella preparazione dei testi per le catechesi sia fonte ispiratrice la Parola di Dio, con riferimenti anche ai Padri, ai Dottori della Chiesa e ai testi che hanno importanza per la Chie sa […] Redigere specifici catechismi, per fasce di età, attinenti alla tradizione bizantina con ampi riferimenti alla liturgia, alla teologia e alla spiritualità, corredati da raffigurazioni iconografiche’.
È il nostro contributo secondo le peculiarità della tradizione che viviamo e che ci rende compagni di viaggio di tanti nostri fratelli nel mondo.
Con questo sussidio si vuoIe fornire ai ragazzi una mistagogia ed una
catechesi.
Per coloro che professano ogni domenica la propria fede sarà un motivo di approfondimento, una scoperta esperienziale della loro vita di cristiani; per altri un primo annuncio che possa favorire la chiamata alla fede insieme a tutta la loro famiglia.
Il fatto di avere un testo iconografico “scritto” con i colori, secondo la tradizione orientale, manifesta il nostro “specifico” che vuole la verità unita alla bellezza come componente essenziale della fede e della contemplazione dei misteri della salvezza.
Consegnando questo testo ai nostri mistagoghi e catechisti siamo sicuri di fornire materiale prezioso per il loro servizio alla Parola e nel contempo un modello tipicamente orientale di introduzione alla fede.
Lungro, 11 ottobre 2012
+ Donato Oliverio, Vescovo