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Il Presidente Scopelliti in visita dal Vescovo Donato

S.E. Mons. Donato Oliverio in data 4 dicembre 2012 ha ricevuto la visita dell’Onorevole Giuseppe Scopelliti, Governatore della Calabria. Erano presenti alla visita il Protosincello, P. Gabriel, P. Remo, P. Sergio, l’Onorevole Gianluca Gallo e i Sindaci di Lungro e Firmo. Il Vescovo ha presentato al Governatore della Calabria le caratteristiche della Eparchia di Lungro e del territorio sul quale sono stanziati i paesi italo-albanesi, con le relative problematiche e speranze. Il Presidente Scopelliti ha illustrato il modo di agire della sua giunta volto a sanare e programmare al fine di poter pensare ad una crescita futura e ad un benessere fondato sui basi più certe . Sono intervenuti anche i Sindaci dei Comuni di Firmo e di Lungro presentando in maniera particolare la situazione dell’Ospedale di Lungro e i problemi della tutela della salute dei cittadini del circondario. Il Presidente ha assicurato che terrà in giusta considerazione i suggerimenti e le indicazioni che gli sono state presentate.

Confesso la mia fede

 

 

 
Carissimi,
 
‘Con sapienza stiamo attenti’, dopo questo solenne invito diaconale, si procede alla proclamazione del ‘Credo’. Così in ogni Divina Liturgia faccia­mo vivente memoria della nostra fede, trasmessa a noi dai Padri, confessata nel Battesimo, roccia che fonda la casa per resistere alle tempeste della storia e della vita.
 
         Su questa fede si fonda il Regno di Dio annunciato, promesso, realizzato nei santi segni ed in attesa di pienezza.
 
Il simbolo della nostra fede ha in sé tutta la legge ed i profeti, tutta la predicazione del Cristo e degli Apostoli, tutta l’esperienza vissuta e testimoniata dei Martiri.
 
È il faro acceso nella notte del dubbio e del peccato, è il porto sicuro per coloro che vacillano nella vita in cerca di salvezza, è la lampada splendente che guida i passi di quelli che hanno scelto Cristo come luce del mondo.
 
Ecco perché la nostra Eparchia ha scelto il Simbolo Niceno-Costantinopolitano come riferimento all’ Anno della Fede che Papa Benedetto XVI ha promulgato per tutte le Chiese nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.
 
Il modello proposto si è ispirato ad una antica icona russa del XVIII secolo, rivista in chiave moderna.
 
Secondo quanto stabilito dalle Dichiarazioni e Decisioni della I As­semblea Eparchiale di Lungro, VII, 37/4: ‘Valorizzare strumenti catechistici adeguati, già editi, emanati dalla tradizione bizantina e in prospettiva crear­ne di nuovi, sempre nell’ottica orientale (catechismo, spiegazione delle liturgie e dei sacramenti, ecc.), si vuole, con questo sussidio, offrire uno strumento catechetico in ottica orientale e che metta al centro la Parola di Dio, i Padri, i Dottori ed i testi che hanno importanza per la Chiesa, come è stabilito dal II Sinodo Intereparchiale al capitolo III, numero 126: ‘Nella preparazione dei testi per le catechesi sia fonte ispiratrice la Parola di Dio, con riferimenti anche ai Padri, ai Dottori della Chiesa e ai testi che hanno importanza per la Chie sa […] Redigere specifici catechismi, per fasce di età, attinenti alla tradizione bizantina con ampi riferimenti alla liturgia, alla teologia e alla spiritualità, corredati da raffigurazioni iconografiche’.
 
         È il nostro contributo secondo le peculiarità della tradizione che viviamo e che ci rende compagni di viaggio di tanti nostri fratelli nel mondo.
 
         Con questo sussidio si vuoIe fornire ai ragazzi una mistagogia ed una
catechesi.
 
Per coloro che professano ogni domenica la propria fede sarà un moti­vo di approfondimento, una scoperta esperienziale della loro vita di cristiani; per altri un primo annuncio che possa favorire la chiamata alla fede insieme a tutta la loro famiglia.
 
Il fatto di avere un testo iconografico “scritto” con i colori, secondo la tradizione orientale, manifesta il nostro “specifico” che vuole la verità unita alla bellezza come componente essenziale della fede e della contemplazione dei misteri della salvezza.
Consegnando questo testo ai nostri mistagoghi e catechisti siamo sicuri di fornire materiale prezioso per il loro servizio alla Parola e nel contempo un modello tipicamente orientale di introduzione alla fede.
 
Lungro, 11 ottobre 2012
 
+ Donato Oliverio, Vescovo

L’Azione Cattolica Diocesana in visita dal Vescovo per la benedizione delle tessere associative per il 2013

L’Azione Cattolica Diocesana, guidata dalla Presidente diocesana, Prof.ssa Domenica Martino, validamente circondata dai Presidenti delle sedi parrocchiali, ha chiesto udienza al Vescovo per la benedizione delle tessere associative per il 2013 e per la consegna delle medesime da parte del Vescovo ai singoli Presidenti parrocchiali.
 
 
S.E. ha accolto con cuore aperto e gioioso la bella rappresentanza di fedeli e li ha esortati ad essere membri attivi delle Parrocchie nelle quali sono inseriti e di agire come il sale per dare sapore alle situazioni della vita.

16 Dicembre. Vaccarizzo Albanese. Il linguaggio dei profumi.

Essenze naturali: profumo per l’anima. Incontro di cultura olfattiva.
  

Nata anche da un desiderio di circondare l’uomo d’immagini quanto più possibili somiglianti a Dio, la liturgia bizantina innesca una serie di corrispondenze e di mediazioni tra terra e cielo.
Mi rifaccio all’esperienza multisensoriale offerta dalla chiesa orientale, per presentare l’incontro di cultura olfattiva che la Pastorale giovanile promuove tra i giovani-adulti.
Uno degli effetti immediati della liturgia nostra è la trasmutazione e la rigenerazione degli organi sensoriali:
dell’olfatto attraverso l’incenso, capace fra l’altro di disperdere l’angoscia del respiro;
dell’udito attraverso la campana ole catenelle del turibolo;
della vista attraverso la contemplazione delle icone (immagini sacre esenti da questioni d’autore, come le preghiere, perché, come noto, in loro si manifesta la presenza stessa della divinità, una sua epifania);
delle papille gustative nella comunione.
Nella preparazione del Sacro Myron poi, troviamo nella ricetta tradizionale più di una trentina di essenze naturali che sono mescolate all’olio di oliva e che profumano la materia alludendo alla bellezza e alla bontà trascendente.
Tra i sensi, quello su cui si riflette di meno, perché immediato e perché stimolato da una materia immateriale è l’olfatto.
 
Nel prossimo incontro di cultura olfattiva che si svolgerà a Vaccarizzo Albanese, domenica 16 dicembre 2012 dalle ore 17.30 a Palazzo Marino saremo guidati alla scoperta dell’affascinante mondo delle essenze naturali, dei loro metodi di estrazione, dai più antichi ai più sofisticati, del loro significato e del loro valore.
 
Dalle materie prime naturali alle sintetiche, il relatore (dott. Sammarco, un giovane profumiere con competenze formative), al pari di un musicista, ci spiegherà come si compongono le sinfonie olfattive (i profumi) a partire da semplici note (le essenze).
 
Esploreremo insieme al profumiere le diverse famiglie olfattive e la loro evoluzione storica, il tutto mettendo il naso nelle materie prime e nei profumi finiti (per la gioia specialmente delle ragazze). 
 
Una particolare attenzione verrà data alle resine, i sacerdoti del profumo. Si parlerà della valenza sacra delle resine e il loro utilizzo religioso e si potrà procedere ad un momento di degustazione di incensi. Una materia preziosa. Non dimentichiamo che, i re magi quando andarono ad adorare Gesù bambino gli offrirono in dono: oro, incenso e mirra.
 
Data la vicinanza con la festa in cui anche noi siamo chiamati ad adorare il bambino divino, approfitto per fare gli auguri di buon santo Natale a tutti i giovani e le loro famiglie.
 
E’ stato un anno bello in cui abbiamo avuto modo di vedere quanto lo Spirito Santo è presente nella nostra eparchia; la nomina del nuova vescovo Donato ne è stato una prova.
 
Ringrazio il Signore Gesù per il Suo amore che mi ha raggiunto anche attraverso di voi; incontrandovi ho imparato tante cose e ho avuto modo di apprezzare l’ardore spirituale di tanti sacerdoti, consacrate e giovani; in questo anno è aumentato il mio amore per Gesù e per la chiesa anche grazie a voi.
 
p.Elia
 
(Responsabile Diocesano della Pastorale Giovanile)

San Costantino Albanese.

San Costantino Albanese è un caratteristico paese, situato alle pendici della Timpa San Nicola a 650 m slm, in posizione panoramica sulla vallata del Sarmento, affluente del fiume Sinni.
Secondo la tradizione San Costantino Albanese sarebbe stata fondata da profughi coronei, provenienti dalla città di Corone nella Morea (Grecia), durante la quarta emigrazione avvenuta nel 1534 e guidata da Lazzaro Mattes, infatti, la morte di Giorgio Castriota Skanderbeg, eroe della resistenza antiturca, è simbolo della libertà degli albanesi, avvenuta nel 1468, denotò, di fatto, la capitolazione dell’Albania di fronte alla potenza ottomana e l’inizio dei grandi esodi.
Il nucleo abitativo è diviso in due parti: la parte alta ‘ katundi alartaz’, la parte bassa ‘katundi ahimaz’.Il centro storico, strutturato secondo le esigenze del mondo agricolo, attività principale ed esclusiva della popolazione passata, si presenta con strade strette lastricate in pietra.
Poco distante dall’abitato in posizione dominante, seminascosto tra cerri ed ulivi, troviamo ubicato il Santuario della ‘Madonna della Stella’ (Shër Meria Illthit).
Una leggenda fa risalire la sua costruzione all’apparizione della Madonna, esso costituisce il cuore religioso della comunità, e la ‘Madonna della Stella’ è la protettrice del paese.
Addentrandosi nelle vie del paese, si sente parlare la lingua arbëresh, i costumi (confezionati con tessuti preziosi e ricchi di ricami in oro e argento), le tradizioni, le manifestazioni folkloristiche-culturali e le consuetudini di vita, contribuiscono con la lingua, a caratterizzare l’identità etnica di questo piccolo comune.
La religione è cattolica, la liturgia è di rito greco-bizantino, come gli ortodossi.
Il territorio di San Costantino Alb.se, ricade interamente nell’area del Parco Nazionale del Pollino e, grazie alla sua posizione geografica, è sinonimo di turismo-ambientale e vacanze natura. Il patrimonio naturale offre al visitatore uno scenario naturale multiforme e affascinante, e, con le attrezzature turistiche, le guide specializzate è considerato come uno dei principali luoghi di accesso per le escursioni nel Parco, e nello stesso tempo, data la sua vicinanza al Mar Jonio, offre un insolito e distensivo binomio mare-montagna.
Da Visitare
Chiesa Madre (XVII sec.) dedicata a ‘ San Costantino il Grande’ si può ammirare al suo interno l’iconostasi di legno intarsiato ornata da icone bizantine;
Santuario Madonna ‘ Ss. Vergine della Stella’- d’origine basiliana edificato nel XVII sec. su preesistente edificio bizantino, infatti, della principale costruzione vi è rimasta la cupola con tetto a gradinate poggiante su un tamburo quadrato;
Cappella ‘Madonna delle Grazie’ (XVII sec.);
Resti Monastero Baronale di ‘Santa Maria della Saectare’ (X-XI sec.);
Varie case patrizie, tra le quali il palazzotto della famiglia Pace.
Etnomuseo della civiltà arbëreshe- laboratorio/museo strumenti tradizionali popolari.
Manifestazioni ed eventi
Le ricorrenze religiose importanti sono:
‘2° domenica di Maggio ‘Festa Madonna della Stella’
La festa più caratteristica della comunità arbëresh caratterizzata dall’accensione di particolari pupazzi denominati ‘nusasit‘ nel momento in cui la Madonna è portata fuori della chiesa e prima che si avvii la processione che porta al Santuario.
I pupazzi antropomorfi di cartapesta sono di grandezza naturale e vestiti con i costumi riproducenti elementi del folklore locale e sono raffigurati nei seguenti personaggi: una donna (nusja) un pastore (Kapjel picut), due fabbri (furxharet) e il diavolo (djallthi).-
Furono costruiti la prima volta dal Sig.Chiaffitella Peppino detto Pllinja di ritorno da Messico, dove era emigrato agli inizi del XX sec.,in devozione alla Madonna.
13 Giugno ‘S. Antonio’ processione religiosa, e i tradizionali fuochi pirotecnici la sera in piazza,
1° domenica di Luglio ‘ Madonna delle Grazie’processione religiosa, e nel pomeriggio caratteristici i giochi pubblici in piazza,
3° domenica di Agosto ‘ Madonna della Conserva’ la festa si svolge in C/da Acquafredda il sabato e la domenica.Il sabato sera iniziano i festeggiamenti con le grigliate all’aperto, la mattinata di domenica vede impegnata la comunità nella funzione liturgica e nella processione religiosa. Le serate sono allietate da orchestrine musicali e a mezzanotte sono eseguiti i fuochi pirotecnici.
1° domenica di Ottobre ‘ Madonna del Rosario’processione religiosa;
13 Dicembre festa ‘ Santa Lucia’ processione religiosa fuochi pirotecnici serali.
Nel mese di agosto si ha un calendario molto ricco di iniziative culturali e di spettacolo, di cui l’Amministrazione Comunale ne coordina la realizzazione.
Il 2 e il 3 Novembre ‘ La sagra della castagna’ offre la degustazione della castagna e la visita suggestiva dei castagneti che ricoprono largamente il territorio, e da sottolineare che al suo interno è ospitata la rassegna annuale della ‘Surdullina’.
Le Risorse Naturalistiche
Boschi: Farneta, Lanzatico, Sicileo;
Corsi d’acqua: torrente Sarmento, Rubbio;
Sorgenti: ‘Catusa’, – ‘Acquafredda’, ‘Covella’-
Vetta: Timpa San Nicola
Grotte: del ‘brigante località ‘Acquafredda’.
Punti Panoramici: Località Difesa, Piano Battaglia; Tumbarino;
Specialità Gastronomiche: La cucina arbëreshe è simile a quella lucana, con piatti semplici e gustosi. Piatto tipico è la pasta fatta in casa ‘firçult’ condita con la mollica di pane, gli insaccati di maiale, le ‘petullat’ (simili alle crếpes, cotti su una lastra di pietra (pllaka), fichi secchi con le noci, peprat Krushk.
Le particolarità gastronomiche sono rappresentate anche dai dolciumi natalizi: rruzetat, simili alle chiacchiere, Grispelet sono delle frittelle fatte con latte e farina, çiçerata palline di pasta fritte e cosparse di miele, Kruskul spiralette di pasta fritte, qinullele panzarotti ripieni di castagnaccio.
In occasione delle festività Pasquali sono preparate alcune ciambelle con uova e latte ‘Kulaçit’, una ciambella simile a questa, ma decorata con precisi riferimenti simbolici, è quella preparata in occasione del matrimonio.

Cosenza. 28 novembre 2012.

Nella Chiesa del Santissimo Salvatore, in Cosenza, Mercoledì 28 novembre 2012, alle ore 17.30, Divina Liturgia in lingua arbëreshe per il I Centenario della Indipendenza dell’Albania.

15° Incontro dei vescovi cattolici di rito orientale – Zagabria 22-25 novembre 2012

UFFICIO STAMPA
St. Gallen, il 26 novembre 2012
Insieme in Cristo nell’Anno della fede
15° Incontro dei vescovi cattolici di rito orientale
Zagabria-Kri’evci, Croazia, 22-25 novembre 2012
L’incontro annuale dei vescovi cattolici orientali in Europa ha radunato quest’anno a Zagabria – Kri’evci (Croazia) circa 60 partecipanti tra vescovi ed esperti, su invito del vescovo di Kri’evci, Mons. Nikola Kekić e sotto il patrocinio del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE). Al centro dei loro lavori, i vescovi hanno approfondito il contributo specifico delle Chiese cattoliche di rito orientale alla missione comune e universale della Chiesa alla luce del Concilio Vaticano II, della Nuova Evangelizzazione e dell’Anno della fede. Nel corso dei lavori, i vescovi hanno voluto ringraziare il Santo Padre per il suo continuo sostegno affinché la tradizione liturgica, teologica e culturale delle Chiese orientali cattoliche sia conosciuta e stimata quale ricchezza spirituale per tutta la Chiesa.
E’ con una messa secondo il rito latino presieduta dal cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e che ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico in Croazia, mons. Vito D’Errico che si è aperto nella capitale croata l’incontro annuale dei vescovi cattolici di rito orientale. ‘Vogliamo con ciò dimostrare l’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, con a capo il Papa di Roma’, ha ricordato mons. Nikola Kekić, vescovo di Kri’evci, che ospita l’incontro. A porre l’accento sul legame che unisce la Croazia con le altre tradizioni orientali dell’Europa è stato l’uso, nella parte centrale della messa, dell’antica lingua croata-glagolitica, una forma di vetero-croato apparentato al più antico alfabeto slavo creato dai santi fratelli missionari Cirillo e Metodio che ebbero un importante ruolo nell’opera di evangelizzazione nel corso del IX secolo dei popoli slavi.
La Chiesa greco-cattolica di Kri’evci
L’incontro si svolge quest’anno in Croazia in occasione dei 400 anni della rinnovata unione della Chiesa greco-cattolica croata con la sede apostolica di Roma sancita e conosciuta come unione di Marča.
L’eparchia di Kri’evci è una sede suffraganea dell’arcidiocesi di Zagabria. La sede eparchiale è la città di Kri’evci (circa 40 km da Zagabria), dove si trova la cattedrale della Santissima Trinità. Attualmente il suo territorio è suddiviso in 44 parrocchie. Un tempo aveva giurisdizione sui territori della Jugoslavia (Croazia, Serbia, Macedonia, e Bosnia Erzegovina). Dopo la formazione delle repubbliche indipendenti da quella che era stata la Jugoslavia, nel 2001 fu fondato un esarcato apostolico separato per i greco-cattolici in Macedonia; nel 2002 fu creato un altro esarcato con giurisdizione sulla Serbia e Montenegro. Oggi, la giurisdizione del vescovo di Kri’evci si estende sui greco-cattolici di Croazia, Bosnia e Erzegovina e Slovenia. Si tratta di tre nazioni con te popoli (Croati, Ucraini e Rusini) corrispondenti a tre tradizioni: quella croata, quella galiziana (ucraina) e quella di Mukachevo. L’eparchia consta di circa 22.000fedeli.
In apertura dei lavori, con messaggio indirizzato ai partecipanti, il cardinale Péter Erdő, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), l’organismo episcopale continentale che da anni patrocina la riunione, ha ribadito l’importanza di simili incontri ‘affinché essi continuino a realizzarsi come luogo di comunione e di testimonianza di fede’ e ha sottolineato l’impegno comune affinché le tradizioni delle Chiese cattoliche di rito orientale ‘siano più conosciute e amate dai fedeli e dal clero di tutto il mondo’.
Il contributo dei padri conciliari orientali al Concilio Vaticano II
Nell’anno in cui la Chiesa ricorda il 50mo anniversario dall’apertura del Concilio Vaticano II, i partecipanti si sono interrogati sul contributo dei padri conciliari orientali al Concilio con l’ausilio di Mons. Dimitrios Salachas, esarca apostolico (vescovo) per i cattolici di rito bizantino in Grecia. Su 2200 padri sinodali, oltre 200 erano vescovi cattolici orientali. Il loro contributo è stato vasto, sia nella fase preparatoria che nella discussione e redazione di numerosi documenti conciliari, ma reperibile in particolare in due decreti l’Orientalium Ecclesiarum, sulla natura e la missione delle Chiese orientali, e l’Unitatis Redintegratio, il documento sul dialogo con le altre chiese cristiane: entrambi ispirati dalla costituzione dogmatica Lumen Gentium (uno dei 4 documenti base del rinnovamento della Chiesa cattolica del XXmo secolo che è anche alla base del Codice dei canoni delle Chiese orientali).
A Zagabria, i vescovi cattolici orientali si sono interrogati sull’applicazione delle indicazioni conciliari nelle rispettive Chiese e sulle direttive che regolano il rapporto tra la Chiesa di rito latino e le Chiese cattoliche orientali.
Quale applicazione trova la riflessione sull’origine apostolica delle Chiese orientali e delle Chiese patriarcali in particolare (cfr. Lumen Gentium, 23), oggi nella Chiesa Cattolica? Quale ruolo hanno le chiese orientali nel dialogo ecumenico, in particolare con le Chiese ortodosse (cfr. Unitatis Redintegratio)? E come si esplicita oggi in Europa la sollecitudine pastorale dei vescovi di rito latino che accolgono nelle loro diocesi comunità sempre più crescenti di fedeli di rito orientale? Qual è il ruolo delle chiese orientali in diaspora? Insomma, i vescovi presenti nella capitale croata si sono chiesto quale fosse il ruolo delle chiese orientali nella ‘cattolicità’ (universalità) della Chiesa a 50 anni del concilio e come meglio evidenziare questo contributo, nella consapevolezza che permane una certa ignoranza nella stessa chiesa cattolica circa le tradizioni liturgiche, teologiche e culturali delle Chiese orientali.
La legislazione delle Chiese orientali dopo il Concilio Vaticano II
Particolarmente apprezzato è stato il contributo di Mons. Cyril Vasil’, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, che ha ripercorso a grandi linee il processo che ha portato alla realizzazione del Codice dei canoni delle Chiese orientali, pubblicato nel 1990 e l’attenzione alle Chiese orientali in documenti successivi.
Il Codice costituisce un unicum nella storia della Chiesa. E’ la prima volta che le Chiese orientali hanno un corpus di norme basato su canoni antichi e promulgato dal Sovrano Pontefice. Il Codice è frutto di un intenso lavoro di raccolta delle fonti, ossia della legislazione particolare delle singole chiese orientali, e di un lungo processo di riflessione che aveva già portato ad una prima forma di Codice, mai pubblicato, perché si era preferito attendere i risultati che la riflessione dell’imminente Concilio vaticano II avrebbe portato. Nel 1972, l’idea di un codice specifico per le Chiese orientali viene ripresa e venne istituita una speciale commissione con il compito di elaborare alcune Linee guida per la realizzazione del futuro codice. Queste stesse linee, insieme al Codice dei canoni per le Chiese Orientali, sono diventate anche punti di riferimento per alcuni documenti post-conciliari specie inerenti alla dimensione ecumenica o alla pastorale degli emigrati.
Nel corso dell’incontro, l’assemblea ha voluto esprimere la propria gratitudine a Mons. Vasil’ e alla Congregazione per le Chiese orientali, per il delicato compito di mediazione nel vigilare che la Chiesa possa esprimere al meglio la sua ‘cattolicità’ nella sua missione di annuncio del Vangelo anche di fronte alle complicazioni che possono sorgere nella convivenza di varie tradizioni ecclesiali e rituali nello stesso territorio.
Il Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione e le Chiese cattoliche orientali
Il vescovo di Oradea-Mare (Romania), mons. Virgil Bercea, che ha partecipato all’ultimo Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, ha condiviso con i partecipanti la sua esperienza sinodale personale mettendo in luce il contributo dei padri sinodali orientali alla discussione. Il Sinodo dell’ottobre scorso è stato un momento di discernimento comunitario finalizzato a individuare gli stimoli adeguati per rispondere alla sfida dell’annuncio di Cristo nell’attuale contesto socio-culturale. Il contributo specifico alla nuova evangelizzazione delle chiese orientali passa anzitutto attraverso la fedeltà al ‘modello di evangelizzazione cirillo-metodiano’ caratterizzato da un annuncio del Vangelo improntato e nutrito da una forte spiritualità, una liturgia in lingua volgare e la fedeltà al Sommo Pontefice. Ad esso si aggiunge la testimonianza, il martirio, di tanti vescovi, sacerdoti e fedeli laici, che appare oggi come un dono di fronte alla crisi antropologica che rende spesso l’uomo moderno incapace di giustificare se stesso e l’orientamento della propria esistenza. Anche, le Chiese cattoliche orientali si sentono confrontati a questi fenomeni globali specie perché toccano molti dei loro fedeli immigrati ponendo così alle loro rispettive Chiese, questioni pastorali inedite che necessitano soluzioni adeguate e originali.
Il Catechismo della Chiesa greco-cattolica Ucraina
Nel corso dell’incontro Sua Beatitudine Svjatislav ‘evčuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica d’Ucraina, ha presentato il Catechismo ‘Cristo nostra Pasqua’, il ‘libro’ con il quale la Chiesa propone il suo insegnamento sulla fede e la sua morale. E’ la prima volta nella storia della Chiesa greco-cattolica ucraina che essa dispone di un catechismo proprio. Il catechismo è frutto di 10 anni di lavoro ed ha coinvolto l’insieme della Chiesa greco-cattolica. E’ una risposta all’invito stesso del Catechismo della Chiesa Cattolica, di cui ricorre quest’anno il 20mo anniversario dalla pubblicazione, e che contemplava la possibilità, per le chiese locali, di dotarsi di un catechismo adeguato alle esigenze e alla realtà locale. Per Sua Beatitudine, compito del catechismo appena realizzato è quello di aiutare i fedeli greco-cattolici ucraini a conoscere meglio la fede in Cristo ed incarnarla più profondamente nella propria vita; custodire e sviluppare la tradizione cristiana di San Vladimiro; testimoniare il nesso fra la tradizione cristiana di Kiev e il cristianesimo universale (cattolico); e infine, rinnovare e consolidare nella fede, nella tradizione orientale cattolica e nell’unità, i fedeli greco-cattolici ucraini. Il catechismo è stato tradotto in italiano ed inglese, mentre sono in corso di traduzioni le versioni portoghese e spagnole.
Sabato 24 novembre, i partecipanti hanno incontrato in udienza privata il Presidente della Repubblica di Croazia,Sua Eccellenza il sig. Ivo Josipović, che ha messo in rilievo il contributo della Chiesa greco-cattolica croata nella vita dell’attuale società croata. Nel pomeriggio si sono recati in pellegrinaggio presso il santuario nazionale della ‘Madre di Dio’ a Marija Bistrica.
I lavori si sono conclusi domenica 25, con la celebrazione della divina liturgia nella cattedrale greco-cattolica della Santa Trinità a Kri’evci, e trasmessa in diretta dalla Televisione Nazionale Croata.
I lavori si sono svolti in un clima di cordialità e di amicizia, e sono stati arricchiti da momenti di preghiera e dalla celebrazione quotidiana dell’Eucarestia con la comunità greco-cattolica locale e con quella di rito latino. La liturgia, sempre molto curata e partecipata, ha permesso che le parole scambiate nell’incontro fossero anche espressioni di un’esperienza vissuta. Particolarmente apprezzata è stata l’accoglienza di mons. Nikola Kekić, vescovo di Kri’evci e del cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria.
L’incontro 2013 si svolgerà in Slovacchia a Ko’ice, che l’anno prossimo sarà capitale europea della cultura, dall’17 al 20 ottobre in occasione dei 1150 anni della missione dei Ss. Cirillo e Metodio nel paese e su invito di mons. Milan Chautur, vescovo di Ko’ice.
Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) include le attuali 33 Conferenze Episcopali Europee, rappresentate dai loro Presidenti, dagli Arcivescovi del Lussemburgo e del Principato di Monaco, dall’Arcivescovo di Cipro dei Maroniti, dal Vescovo di Chişinău (Rep. Moldova) e dal Vescovo eparchiale di Mukachevo. L’attuale presidente è il Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Primate d’Ungheria, i Vicepresidenti sono il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, e Mons. Józef Michalik, Arcivescovo di Przemyśl, Polonia. Il Segretario Generale del CCEE è Mons. Duarte da Cunha. Il Segretariato ha sede a San Gallo (Svizzera). www.ccee.eurocathinfo.eu