E’ iniziata la Quaresima

     Dell’Archimandrita Donato Oliverio
     La Chiesa con le sue feste e le sue funzioni liturgiche rende presente nel tempo l’opera dell’economia divina; al tempo stesso, santifica e trasfigura il tempo della vita quotidiana, unificandolo e orientandolo in prospettiva escatologica: verso il regno di Dio.
     Tutte le feste della Chiesa fanno capo alla Pasqua ‘festa delle feste’.
     Dieci settimane prima di essa ha inizio il periodo del Triòdhion, le cui prime tre settimane rappresentano l’introduzione alla Quaresima che segue, ma anche una preparazione al fine principale della stessa: la conversione. ‘Aprimi le porte della conversione, o datore della vita’ (Dal Tropario dell’ufficio mattutino). Questa introduzione inizia nella Domenica del pubblicano e del fariseo [29 gennaio], continua nella Domenica del figlio prodigo [5 febbraio] e in quella di carnevale [12 febbraio], e termina con la Domenica del perdono [19 febbraio].
     Il periodo seguente della Quaresima, che si protrae per sette settimane, è simbolo della vita presente: attesa e ricerca dell’incontro con Cristo.
     La Quaresima è un tempo offerto al cristiano per consentirgli di ritrovare una buona condizione spirituale, dato che gli fa vivere una vita cristiana coerente: la vita di chi opera una conversione, di chi veglia, di chi si trova in rapporto con Dio e dipende da Dio. La preghiera di S. Efrem manifesta questo spirito della quaresima. Essa fa presente la lotta che il cristiano deve intraprendere per spogliarsi dalle passioni e indossare l’abito delle virtù: la temperanza, l’umiltà, la perseveranza e la carità.
 
     Trascriviamo la PREGHIERA DI S. EFREM, citata nell’articolo:
Signore e Sovrano della mia vita, non darmi uno spirito di ozio, di curiosità, di superbia e di loquacità
Concedi invece al tuo servo uno spirito di saggezza, di umiltà, di pazienza e di amore
Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amìn
Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amìn