Messaggio Pasqua 2014 del Vescovo Donato

Lettera al Popolo di Dio dell’Eparchia di Lungro per la Santa Pasqua

 

“Veniva nel mondo la luce vera…la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno vinta… (Gv. 1,9.5)

Così San Giovanni nel prologo del suo Vangelo, che nella Liturgia bizantina si legge la Domenica di Pasqua. I momenti dell’Incarnazione e della Croce e Risurrezione sono presentati come un tutto unico.

La Santa e Grande Domenica di Pasqua la Chiesa è qui a gridarci attraverso la Divina Liturgia che la luce ha dissipato le tenebre, la luce dissipa le tenebre, la luce dissiperà sempre le tenebre, perché nella storia dell’uomo c’è un fatto reale, unico, inimmaginabile: Gesù è risorto, ha vinto la morte, è luce eterna e vita senza fine, è il Vivente. Gesù è vivo.

La Chiesa attraverso la Liturgia in questo giorno Grande, Santo e Glorioso ci grida la vittoria del Signore Gesù sulle tenebre, sulla morte, su ogni morte.

La Chiesa attraverso i segni e le parole della Liturgia ci riconsegna tutta la gioia, la speranza e la forza della Risurrezione del Signore.

Ci ritroveremo nel buio della Chiesa, e fuori ancora nel buio della notte vedremo come una luce si leva, quella del cero pasquale, simbolo della luce di Cristo che si trasmette a tutti gli uomini: “Venite, prendete la luce dalla Luce che non tramonta e glorificate Cristo risorto dai morti”. Immagine eloquente della vita nuova che viene comunicata da Cristo risorto ed è espressa dalla magnificenza dei testi liturgici.

Guidati, poi, da questa luce rientriamo in Chiesa, si spalancano le porte e dalle ombre tenebrose della notte il celebrante, preceduto dalla Croce, rientra in Chiesa tutta illuminata con tutto il popolo e incomincia il Canone Pasquale di S. Giovanni Damasceno:

“Le donne mirofòre, sopraggiunte di buon mattino al sepolcro del Datore di vita,

trovarono l’angelo seduto sulla pietra che rivolgendo loro la parola così diceva:

Perché cercate il Vivente tra i morti?

Perché piangete l’Incorruttibile, come se fosse nella corruzione?

Andate ad annunziare ai suoi discepoli: Cristo è risorto dai morti!”.

Insieme agli occhi illuminati dalla luce, anche il cuore viene invitato a destarsi alla gioia, alla luce del Signore Risorto. Proprio nel crescere della gioia viene espresso con il canto l’esultanza dello spirito perché la luce di Cristo si è levata.

È fonte di tanta consolazione entrare, nei testi liturgici, dove non solo la morte e la vita misteriosamente si scontrano, ma la Risurrezione di Gesù aleggia e pervade l’ambiente, come l’effondersi di un profumo d’invincibile valore.

Il profumo è il segno dell’amore con cui la comunità nuova, la Chiesa, circonda il Maestro. Viene effuso dal celebrante al termine del canto degli Enkomia= Lamentazioni, in un gesto di tale portata che pervade l’anima e il cuore; è la presenza del profumo. La Risurrezione come profumo che si espande, dove l’amore diventa icona e movimento di bellezza piena.

Sembra proprio che questo segno alluda alla necessità che oggi la vita cristiana si converta in profumo prezioso. Il mondo ha bisogno di noi, non può fare a meno del nostro “esserci” come “profumo”. Profumo e profezia di risurrezione, come amore versato nella quotidianità dei giorni, profumo di vita.

Papa Francesco ci invita a vivere nell’intensità e nel raccoglimento la Santa Pasqua quando afferma: “Gesù Risorto entri nella tua vita: Lui è la vita! Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa un piccolo passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole”.

“Fare memoria di quello che Dio ha fatto e fa per me, per noi, spalanca il cuore alla speranza per il futuro. Impariamo a fare memoria di quello che Dio ha fatto nella nostra vita!”.

Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria, che custodiva ogni avvenimento nel suo cuore e chiediamo al Signore che ci renda partecipi della sua Risurrezione: ci apra alla sua novità che trasforma, alle sorprese di Dio, tanto belle; ci renda uomini e donne capaci di fare memoria di ciò che Egli opera nella nostra storia personale e in quella del mondo; ci renda capaci di sentirlo come il Vivente, vivo e operante in mezzo a noi; ci insegni ogni giorno a non cercare tra i morti Colui che è vivo.

A tutti Voi il mio Augurio cordialissimo di Buona Pasqua. Christòs anèsti – Cristo è risorto – Krishti u ngjallё.

Lungro, 13 aprile 2014

 

+ Donato Oliverio

Vescovo