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Martedì 8 gennaio 2013. Il Vescovo accoglie il Presidente dell’AC, Franco Miano.

Martedì 8 gennaio 2013, S.E. Mons. Donato, attorniato dagli associati dell’ Azione Cattolica della nostra Diocesi, presieduta dalla Prof.ssa Domenica Martino, accoglierà, nella Cattedrale di San Nicola di Mira, il Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Franco Miano.
 
L’evento avrà inizio con la preghiera della Paraklisis, alle ore 15.45.
 
Seguirà a partire dalle ore 17,00, nella Sala Convegni della Biblioteca Comunale, in Firmo, un Incontro Pubblico avente come tema:
 
100 e passa anni di presenza: L’AC nell’Eparchia di Lungro.
 
Incontro con i soci e la comunità d’Arberia.

Saluto del Vescovo Eparchiale, Sua Ecc. Rev. Mons. Donato Oliverio.

Gli Inizi e il Primo Vescovo, Monsignor Giovanni Mele.
 
Il tempo del Concilio e Monsignor Giovanni Stamati
Incontri – Testimonianze.
 
Identità, differenze, appartenenze.
 
Qui oggi AC Lungro.

L’Azione Cattolica, Franco Miano, presidente Nazionale AC.

Saluti Delegazione regionale AC, Autorità Religiose e Civili

Ore 19,00 Rinfresco ‘ Partenze.
 
(Domenica Martino, Presidente Diocesana AC)

Il Presidente Scopelliti in visita dal Vescovo Donato

S.E. Mons. Donato Oliverio in data 4 dicembre 2012 ha ricevuto la visita dell’Onorevole Giuseppe Scopelliti, Governatore della Calabria. Erano presenti alla visita il Protosincello, P. Gabriel, P. Remo, P. Sergio, l’Onorevole Gianluca Gallo e i Sindaci di Lungro e Firmo. Il Vescovo ha presentato al Governatore della Calabria le caratteristiche della Eparchia di Lungro e del territorio sul quale sono stanziati i paesi italo-albanesi, con le relative problematiche e speranze. Il Presidente Scopelliti ha illustrato il modo di agire della sua giunta volto a sanare e programmare al fine di poter pensare ad una crescita futura e ad un benessere fondato sui basi più certe . Sono intervenuti anche i Sindaci dei Comuni di Firmo e di Lungro presentando in maniera particolare la situazione dell’Ospedale di Lungro e i problemi della tutela della salute dei cittadini del circondario. Il Presidente ha assicurato che terrà in giusta considerazione i suggerimenti e le indicazioni che gli sono state presentate.

16 Dicembre. Vaccarizzo Albanese. Il linguaggio dei profumi.

Essenze naturali: profumo per l’anima. Incontro di cultura olfattiva.
  

Nata anche da un desiderio di circondare l’uomo d’immagini quanto più possibili somiglianti a Dio, la liturgia bizantina innesca una serie di corrispondenze e di mediazioni tra terra e cielo.
Mi rifaccio all’esperienza multisensoriale offerta dalla chiesa orientale, per presentare l’incontro di cultura olfattiva che la Pastorale giovanile promuove tra i giovani-adulti.
Uno degli effetti immediati della liturgia nostra è la trasmutazione e la rigenerazione degli organi sensoriali:
dell’olfatto attraverso l’incenso, capace fra l’altro di disperdere l’angoscia del respiro;
dell’udito attraverso la campana ole catenelle del turibolo;
della vista attraverso la contemplazione delle icone (immagini sacre esenti da questioni d’autore, come le preghiere, perché, come noto, in loro si manifesta la presenza stessa della divinità, una sua epifania);
delle papille gustative nella comunione.
Nella preparazione del Sacro Myron poi, troviamo nella ricetta tradizionale più di una trentina di essenze naturali che sono mescolate all’olio di oliva e che profumano la materia alludendo alla bellezza e alla bontà trascendente.
Tra i sensi, quello su cui si riflette di meno, perché immediato e perché stimolato da una materia immateriale è l’olfatto.
 
Nel prossimo incontro di cultura olfattiva che si svolgerà a Vaccarizzo Albanese, domenica 16 dicembre 2012 dalle ore 17.30 a Palazzo Marino saremo guidati alla scoperta dell’affascinante mondo delle essenze naturali, dei loro metodi di estrazione, dai più antichi ai più sofisticati, del loro significato e del loro valore.
 
Dalle materie prime naturali alle sintetiche, il relatore (dott. Sammarco, un giovane profumiere con competenze formative), al pari di un musicista, ci spiegherà come si compongono le sinfonie olfattive (i profumi) a partire da semplici note (le essenze).
 
Esploreremo insieme al profumiere le diverse famiglie olfattive e la loro evoluzione storica, il tutto mettendo il naso nelle materie prime e nei profumi finiti (per la gioia specialmente delle ragazze). 
 
Una particolare attenzione verrà data alle resine, i sacerdoti del profumo. Si parlerà della valenza sacra delle resine e il loro utilizzo religioso e si potrà procedere ad un momento di degustazione di incensi. Una materia preziosa. Non dimentichiamo che, i re magi quando andarono ad adorare Gesù bambino gli offrirono in dono: oro, incenso e mirra.
 
Data la vicinanza con la festa in cui anche noi siamo chiamati ad adorare il bambino divino, approfitto per fare gli auguri di buon santo Natale a tutti i giovani e le loro famiglie.
 
E’ stato un anno bello in cui abbiamo avuto modo di vedere quanto lo Spirito Santo è presente nella nostra eparchia; la nomina del nuova vescovo Donato ne è stato una prova.
 
Ringrazio il Signore Gesù per il Suo amore che mi ha raggiunto anche attraverso di voi; incontrandovi ho imparato tante cose e ho avuto modo di apprezzare l’ardore spirituale di tanti sacerdoti, consacrate e giovani; in questo anno è aumentato il mio amore per Gesù e per la chiesa anche grazie a voi.
 
p.Elia
 
(Responsabile Diocesano della Pastorale Giovanile)

17 novembre 2012. Acquaformosa. Convegno Avis

CONVEGNO AVIS  REGIONE CALABRIA
Nel quadro del programma per l’Anno della Fede, l’Eparchia di Lungro e il Presidente AVIS di Lungro, Dott. Gennaro BENARDINO, hanno organizzato per Sabato 17 novembre, ore 16,30 un convegno a più voci, nel Cinema Parrocchiale di Acquaformosa, su:
Donatori di Sangue Testimoni di Fede.
L’Associazione Volontari Italiani del Sangue AVIS, ha contribuito a sviluppare nella coscienza sociale sentimenti di altruismo e generosità attraverso la donazione del sangue come atto di umana solidarietà ed esemplare dovere civico. Con l’opera spontanea dei suoi aderenti ha gettato il seme del moderno volontariato.
 
 

29 novembre. Ritiro di Clero ad Acquaformosa

RITIRO DI CLERO
 
Giovedì 29 novembre, con inizio alle ore 9,30,
si terrà il Ritiro di Clero nella Parrocchia ‘San Giovanni Battista’ ad Acquaformosa,
nella Chiesa Madonna della Misericordia,
con la meditazione tenuta da P. Carmelo Giuffrida sj.
 

Acquaformosa è un paese di origine albanese, sito a 756 metri sul livello del mare, in provincia di Cosenza.
 
Sorge su un territorio, di 22,57 Kmq, contornato da boschi imponenti, dove scorrono acque limpidissime, da cui deriva il nome.
 
Il territorio di Acquaformosa si presenta in prevalenza collinare – montuoso, con punte altimetriche che vanno dai 500 ai 1500 metri s.l.m..
 
L’area montana propriamente detta ricade quasi interamente nel cuore del Parco Nazionale del Pollino.
 
Il comprensorio di Acquaformosa confina ad ovest-nord-ovest con il territorio di San Donato di Ninea, confine segnato dal Fiume Grondo, ad est-nord-est confina con il territorio del Comune di Lungro, qui il confine è segnato dalle gole del Galatro a sud confina con il territorio del Comune di Altomonte.
 
Da Acquaformosa si può ammirare un panorama di impareggiabile bellezza, con un colpo d’occhio si domina la Piana di Sibari con l’arco di mare Jonio antistante, la Valle dell’Esaro, la catena del Pollino e le pendici settentrionali della Sila.
 
In queste terre giunsero, alla fine del XV° secolo, alcuni esuli albanesi, che dopo la morte del condottiero albanese Giorgio Castriota detto ‘Scanderbeg’, per evitare di diventare schiavi dei turchi, fuggirono dalla loro terra per cercare rifugio tra le popolazioni italiche.
 
Allora il territorio dove oggi è sita Acquaformosa, era di proprietà dei monaci cistercensi del Monastero di Santa Maria di San Leucio o di Acquaformosa.
 
Fu a loro che gli albanesi chiesero ospitalità. L’abate accolse la loro richiesta.
 
La prima prova che attesta la presenza degli albanesi nel territorio di Acquaformosa, è il documento ‘Capitolazioni degli albanesi di Acquaformosa col Monastero di Santa Maria’ conservato nell’Archivio Vaticano nel codice Vaticano Latino n. 14.386 f 9 ss.
 
Correva l’anno del Signore 1501 quando alcuni albanesi con a capo Pellegrino Caparello, e l’abate commendatario del Monastero di Santa Maria di Acquaformosa firmarono l’atto costitutivo della nuova comunità e, nello stesso tempo, la fonte delle norme regolatrici dei rapporti tra gli albanesi e il monastero.
 
Dunque il 1501 è la prima data certa della presenza degli albanesi nel territorio badiale, ma quando arrivarono effettivamente in quelle terre non è dato sapere.
 
Alcuni storici fanno risalire la partenza degli albanesi dalla loro terra tra il 1476 e il 1478, è una data probabile ma non certa.
 
Nessuno azzarda una data per quanto riguarda l’arrivo degli albanesi nei territori del monastero.
 
È presumibile che tra la data di stanziamento e le ‘Capitolazioni’ sia trascorso solo il breve tempo necessario ai monaci per conoscere i nuovi ospiti e agli albanesi per conoscere la lingua italiana volgare che si è impiegata nella stesura del documento.
 
Poco si sa degli albanesi che furono i primi abitanti di Acquaformosa: indirettamente si può dedurre che tra di essi ci fosse un sacerdote.
 
Infatti appartenevano alla Chiesa parrocchiale di Acquaformosa 8 codici greci che oggi sono custoditi nella Biblioteca del Monastero Esarchico di Grottaferrata.
 
Il primo luogo dove gli albanesi edificarono il loro casale fu la località chiamata ‘Arioso’. Ma il luogo prescelto, che oggi segna il confine tra i territori di Acquaformosa ed Altomonte, fu ben presto abbandonato; gli albanesi si spostarono e costruirono le loro abitazioni più vicino al Monastero.
 
I motivi che spinsero i primi abitanti di Acquaformosa a spostarsi da Arioso non sono certi, le ipotesi avanzate sono due.
 
La prima giustifica lo spostamento a causa dei numerosi serpenti che infestavano quella zona; la seconda lo giustifica per le difficoltà di approvvigionamento dell’acqua.
 
Lo spostamento in tutti i casi fu repentino, dato che già nel 1505 era in costruzione la Chiesa Matrice di San Giovanni Battista nel luogo dove tutt’oggi è ubicata.
 
In un primo tempo l’aggregato urbano di Acquaformosa era così ristretto da non essere considerato neppure casale di Altomonte. Solo dagli scritti del giureconsulto Giovanni Paolo Galterio, riguardanti gli statuti di Altomonte del dì 15 agosto 1602, viene nominato il casale di Acquaformosa, insieme a quelli di Lungro e di Firmo, come casali di Altomonte.
 
Verosimilmente le prime abitazioni furono costruite a ridosso del primo oratorio degli albanesi di Acquaformosa, la Chiesa della Concezione, edificata sin dai primissimi anni del 1500.
 
Casale di Altomonte fino all’inizio del 1800 Acquaformosa divenne Comune autonomo a seguito delle leggi francesi che riorganizzarono amministrativamente il vecchio regno borbonico.
 
Solo nel 1848, a seguito di numerosissime dispute legali il territorio di Acquaformosa assunse la consistenza che ancora oggi conserva.
 
La popolazione di Acquaformosa parla ancora l’avita lingua albanese, appartiene alla Chiesa Cattolica di rito bizantino – greco, custodisce usi e tradizioni portate molti secoli fa dalla terra natia.
 


3 novembre 2012. La Comunità Maria di Firmo rende omaggio al Suo Vescovo

Sabato 3 novembre, alle ore 16, la Comunità Maria di Firmo si è recata in Episcopio a Lungro per rendere omaggio al Suo Vescovo, Mons. Donato Oliverio.
 
Il Vescovo ha avuto paterne parole di apprezzamento per la trentennale attività della Comunità e l’ha invitata ad approfondire la conoscenza della spiritualità bizantina al fine di renderla manifesta anche nei convegni ai quali la Comunità partecipa.
 
L’ha anche invitata ad entrare attivamente nel contesto delle attività diocesane previste per  l’Anno della Fede.