Circolare del Vescovo Donato, 7 febbraio 2013

Al Rev.mo Clero,

 alle Religiose e Fedeli laici

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Carissimi,

la Quaresima ci offre ancora una volta l’opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l’aiuto della Parola di Dio, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. È un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale.

La Quaresima si comprende se riferita alla Pasqua: quaranta giorni di preparazione e di attesa.

Il Triòdion, il libro liturgico bizantino del tempo quaresimale contiene questa prospettiva.

“Secondo la tradizione bizantina, la liturgia eucaristica in Quaresima si celebra solo il sabato e la domenica e nella festa dell’Annunciazione; gli altri giorni sono aliturgici.

Il mercoledì e il venerdì si celebri la liturgia dei Presantificati. Si celebri nei giorni stabiliti l’Ufficiatura dell’Akathistos”. (Dichiarazioni e Decisioni della 1ª Assemblea Eparchiale di Lungro, nn.125-126).

La Quaresima è un periodo denso di riflessione per la conversione, un periodo di rinnovamento interiore, di purificazione, di attesa della liberazione che procura la presenza del Risorto con la celebrazione eucaristica all’alba del giorno di Pasqua. Di questo periodo, il digiuno è la caratteristica principale, digiuno come attesa.

Il digiuno si conclude nella celebrazione eucaristica del giorno di Pasqua, il banchetto pasquale. L’attesa è finita. La gioia è grande. Il perdono cancella il peccato. La vita ha vinto la morte. L’assenza si consuma nella presenza.

Per esplicitare questa prospettiva, a conclusione della celebrazione eucaristica, il giorno di Pasqua nelle chiese bizantine si suole leggere un discorso catechetico attribuito a S. Giovanni Crisostomo. Vi predomina il tema del banchetto. Ecco l’invito:

“Voi che avete digiunato e voi che non lo avete fatto, gli uni e gli altri oggi rallegratevi. La Tavola è imbandita. Gustate ogni cosa senza scopi nascosti. Il vitello grasso è abbondante. Che nessuno si allontani dalla Tavola senza essersi saziato. Tutti assaporino le ricchezze della misericordia”.

Quest’anno, nel contesto dell’Anno della fede, il tema del messaggio del Santo Padre si focalizza sul rapporto tra fede e carità: “Credere nella carità suscita carità. Abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi”. Fede e carità vanno insieme, e dunque Vangelo e opere vanno insieme. Quanto vale nell’esperienza personale, vale anche per la Chiesa in quanto comunità.

La fede vera non si dà senza le opere; chi crede impara a darsi all’altro. La carità suscita la fede, e dunque è testimonianza.

“La Quaresima, – sottolinea Benedetto XVI, – è un tempo propizio per spalancare lo sguardo del nostro cuore verso i fratelli più bisognosi, condividendo con essi del nostro. In questo particolare momento storico, occorre sottolineare l’importanza di una carità informata, documentata, attenta ai numerosi contesti di povertà, miseria, sofferenza… dal peggioramento delle condizioni di vita di molte famiglie, anche a seguito della crisi economica e finanziaria che colpisce molti Paesi dell’Europa e non solo, con l’aumentare della disoccupazione, soprattutto giovanile, fino ai contesti dove il lavoro c’è ma è sfruttato, sottopagato, e senza le tutele minime, tali da garantire la dignità del lavoro stesso e, di conseguenza, della persona umana”.

Credo che questo Messaggio sia perciò di grande attualità. Non solo perché si situa nell’Anno della Fede e dunque in questo contesto è bene ricordare che fede e carità sono due facce della stessa medaglia, cioè la nostra appartenenza a Cristo. Ma è attuale anche perché in questa fase storica, in cui l’uomo fatica a riconoscere se stesso e a trovare una via per il futuro, la parola del Papa presenta una proposta unitaria, un percorso di vita nel quale l’accoglienza di Dio ingenera accoglienza dell’altro in tutte le sue dimensioni, espressioni ed esigenze e così la Chiesa può essere faro di una umanità rinnovata e quindi contribuire all’avvento della “Civiltà dell’Amore”.

VISITA “ad Limina Apostolorum”

Nelle sessione invernale della Conferenza Episcopale Calabra (CEC) riunitasi a Reggio Calabria nei giorni 4, 5 e 6 febbraio, il presidente S.E. Mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria-Bova, ha iniziato il suo intervento riassumendo i momenti salienti della Visita ad limina e ringraziando il Santo Padre per la sua amabilità e per le parole di incoraggiamento espresse a tutti noi.

Il Papa ci ha paternamente ascoltati. Ognuno di noi ha avuto modo di presentare al Santo Padre brevemente il cammino della propria Chiesa, che con sollecitudine segue la vita ed il cammino di tutte le Chiese. Naturalmente il colloquio è accompagnato, come da antica tradizione, da una relazione scritta che contiene i dati, i numeri, le attività e una descrizione accurata sulla propria Chiesa.

Nel descrivere la situazione, ho avuto modo di dire al Santo Padre che la nostra Eparchia, sempre fedele alla Sede Apostolica, rende visibile in Calabria la bellezza della Chiesa che, come corpo unico, respira con i suoi due polmoni, in piena comunione e sintonia con le altre 11 Diocesi sorelle, del primo millennio della storia della Chiesa, quando greci e latini, nella differenza delle lingue e tradizioni, lodavano lo stesso Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, sotto la guida paterna e unitaria del Papa di Roma.

Questa particolare testimonianza profetizza la realizzabilità e la bellezza dell’unità dei cristiani.

Le nostre comunità, ho detto a Benedetto XVI, potrebbero essere valorizzate come palestre per sperimentare dal vivo situazioni di unità già vissuta.

E ancora: nelle parrocchie dove sono andato in questi sei mesi, ho incontrato chierici e laici che, corroborati e sostenuti dalla ricchezza spirituale basata sugli insegnamenti dei Padri della Chiesa, diffusi dai buoni e zelanti sacerdoti della Diocesi, sono pieni di energie belle e vive, che, nei luoghi e nel quotidiano, si impegnano per il bene delle persone e a maggior gloria di Dio.

Assieme agli altri confratelli abbiamo parlato della disoccupazione giovanile, della pietà popolare, delle bellezze della Calabria e del rinnovato impegno nell’evangelizzazione.

Benedetto XVI, che è rimasto molto attento a quanto ciascun Vescovo riferiva ha raccomandato: “il maligno non dorme, noi siamo chiamati a non dormire con la nostra fede”.

Il Papa ha mostrato “una grande preoccupazione per il problema della disoccupazione giovanile” mettendo in evidenza che a una fede profonda corrisponde una rinascita in tutti i settori.

Riconoscenti al Signore per tanti doni di grazia e di luce, nel confermare la nostra piena comunione di preghiera e di fedeltà a Sua Santità Benedetto XVI, restiamo confermati dal Suo magistero e dalla Sua Apostolica Benedizione, che i nostri fedeli hanno accolto con devozione filiale.

VEGLIA DIOCESANA DI PREGHIERA MISSIONARIA

L’Ufficio Missionario Diocesano anche quest’anno ha programmato per la terza Domenica di Quaresima – Adorazione della Santa e Vivificante Croce – una Veglia diocesana di preghiera missionaria.

Ci incontreremo Domenica 3 Marzo p.v. a Cosenza, nella Chiesa Parrocchiale del Santissimo Salvatore, alle ore 16,45.

Siamo grati a S.E.R. Mons. Giuseppe Morosini, Vescovo di Locri-Gerace, Presidente della Commissione Regionale per la Cooperazione fra le Chiese, che terrà la meditazione.

RITIRO DEL CLERO

Mercoledì 20 febbraio, con inizio alle ore 9,30, si terrà il Ritiro di Clero nella Parrocchia “S. Giovanni Battista” ad Acquaformosa, Chiesa Madonna della Misericordia con la meditazione tenuta da S.E. Monsignor Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea. È tra le figure più significative del cattolicesimo italiano. Ha partecipato al Concilio Vaticano II in quanto ausiliare del Cardinale Lercaro. Tra i pochissimi testimoni viventi di quel grande evento che cambiò la storia della Chiesa Cattolica.

 

Invoco su ciascuno di Voi e sulle Vostre Comunità la Benedizione del Signore,

Lungro, 07 febbraio 2013

 

+ Donato Oliverio

Vescovo