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21 novembre. Ingresso di Maria Santissima nel tempio.

 

È la seconda ricorrenza mariana del Santorale bizantino. Consta di un giorno di vigilia (proeòrtia) e quattro giorni di dopo festa (metheòrtia). L’apòdosis avviene il 25 novembre. Viene considerata come una festa d’obbligo ed è elencata tra le 12 principali feste dell’anno.
Cenni storici
La festa è senza dubbio di origine gerosolimitana. Sarebbe stata celebrata sin dal VI secolo e avrebbe tratto spunto dalla dedica della Chiesa di Santa Maria Nova, costruita dall’Imperatore Giustiniano (527-565) sulle rovine del tempio di Gerusalemme, probabilmente a ricordo della Presentazione di Maria bambina al tempio. Detta dedicazione, avvenuta nel novembre del 543, avrebbe dato origine, con molta probabilità, alla festa della Presentazione. Durante questo stesso secolo la festa veniva celebrata anche in Antiochia ed a Costantinopoli e successivamente in tutto l’Oriente.
 Dalla fine del VII secolo, o dall’inizio dell’VIII, abbiamo tre omelie di Sant’Andrea di Creta (660-740), un Menologio del Sinai del 715, che fa menzione della festa, e, alla stessa  data, una omelia pronunciata da Germano, Patriarca di Costantinopoli.
All’VIII secolo risale buona parte dei testi dell’ufficiatura. Giorgio di Nicomedia, autore del I canone dell’Orthros, avrebbe dato all’ufficiatura del giorno la sua forma attuale. Nel tempo dell’Imperatore Emmanuele Commneno (1166), la festa era giorno di vacanza in foro.
Per quanto riguarda l’Occidente, la festa era celebrata durante il secolo X nei Monasteri Greci dell’Italia Meridionale; nell’XI secolo, lo era in Inghilterra. Nel 1371 Gregorio XI, ad istanza di Filippo di Maizières, ne autorizzò la celebrazione in alcune Chiese e nella Curia Papale di Avignone, e, più tardi, Sisto IV la introdusse in Roma. Soppressa da Pio V per la sua stretta dipendenza dagli Apocrifi, la festa venne ristabilita da Sisto V (1585) ed imposta a tutta la Chiesa latina.
 
Significato della festa
La festa, come quella della Natività, si riallaccia al Protoevangelo di Giacomo, secondo il quale la Vergine, all’età di tre anni, venne portata dalla vicina casa dei genitori a Gerusalemme per esserVi consacrata nel tempio al servizio di Dio.
Omelisti ed innografi gareggiano nella lode alla Vergine e, prendendo spunto dal racconto leggendario, si sforzeranno di mettere in luce il mistero della Divina Predestinazione di Maria, a partire dai primi istanti della Sua vita.
Maria vi appare, così, come il tempio vero, ove il Verbo ha scelto di stabilirsi definitivamente, quasi un Santuario vivo.
A questa idea si collega quella della Vergine, Ostioa viva, consacrata al Signore dal priomo istante della sua esistenza.
A questo stesso concetto si riporta la sua consacrazione a Cristo tramite spirituali sposalizi che fanno si che Essa le appartenga dal primo istante della sua apertura alla vita.
Incontriamo insomma, in questi testi, una teologia della vita contemplativa consacrata a Dio nella verginità e nella preghiera, che trova il suo modello nella Vergine.
Deve aggiungersi che questa bellezza concettuale va di pari passo con una rara bellezza formale, poetica e musicale.
(Gerorges Gharib, Pontificia Facoltà Teologica Marianum, Roma, 1972)
 
 
 Apolitikion
 
Simeron tís evdokías Theú tó proímion, ké tís tón anthrópon sotirías i prokírixis. En Naó tú Theú tranós i Parthénos díknite, ké tón Christón tís pási prokatanghéllete. A̓ftí ké imís megalofónos voísomen: Chére tís ikonomías tú Ktístu i ekplírosis.
 
Sot zё fill pёlqimi i Perёndise tonё *edhe lajmёrimi i shpёtimit tё njerzimit; *nё tempullin e Perёndise *buthtohet po Virjёresha *dhe gjithve Krishtin na paralajmёron. *Asaj edhe na me zё tё madh i thёrresim: *Tё falemi Tyi plotёsimit *tё kujdesit tё Krijuesit.
 
Oggi è il preludio della divina benevolenza, e l’annunzio della salvezza degli uomini, nel Tempio di Dio la Vergine si mostra apertamente e a tutti preannunzia il Cristo. Gridiamole anche noi ad alta voce: Salve, o adempimento dell’economia del Creatore.
 
Kondakion
 
O katharòtatos naòs * tu Sotìros, * i politìmitos pastàs * ke Parthènos, * to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù * sìmeron  isàghete * en to ìko Kirìu, * tin chàrin sinisàgusa * tin en Pnèvmati thìo; * in animnùsin àngheli Theù; * àfti ipàrchi skinì epurànios.
 
Më i pastruari tempull i Shpëtimtarit * dhe më e shëjta nuserore * e Virgjëreshë * thesari i shëjtë i lavdisë së Perëndisë tonë * sot është e kallur * në shtëpinë e Zotit, * me të tue qellur * hirin e Shpirtit Shëjtë. * Atë e himnojnë ëngjëjt e Perëndisë, * se Ajo është * tënda përmbiqiellore.
 
Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo tàlamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito Divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Questa è tabernacolo sovraceleste.
 
Apostolo                           Lettera agli Ebrei (9,1-7)
 
Fratelli, la prima alleanza aveva norme per il culto e un santuario terreno. Fu costruita infatti una Tenda: la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola e i pani dell’offerta: essa veniva chiamata il Santo.
Dietro il secondo velo poi c’era una Tenda, detta Santo dei Santi, con l’altare d’oro per i profumi e l’arca dell’alleanza tutta ricoperta d’oro, nella quale si trovavano un’urna d’oro contenente la manna, la verga di Aronne che aveva fiorito e le tavole dell’alleanza.
E sopra l’arca stavano i cherubini della gloria, che facevano ombra al luogo dell’espiazione. Di tutte queste cose non è necessario ora parlare nei particolari.
Disposte in tal modo le cose, nella prima Tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrarvi il culto; nella seconda invece solamente il sommo sacerdote, una volta all’anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati involontari del popolo.
 
Vangelo                                   Luca (10,38-42; 11,27-28)
 
In quel tempo Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola;  Marta invece era tutta presa dai molti servizi.
Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».  
Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,  ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!».
Ma Egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano».

Domenica 18 novembre 2012

Domenica XXV (IX di Luca)
Memoria dei Santi Platone e Romano, martiri.
TONO VIII
 
Ex ìpsus katìlthes, o èfsplanchnos, * tafìn katedhèxo triìmeron, * ìna imàs eleftheròsis ton pathòn. * I zoì ke i anàstasis imòn, * Kìrie, dhòxa si.
 
Ti erdhe nga larti, * o Lipisjar; * pranove varrim të triditshëm, * se të na lirosh neve nga çdo pësim. * Ti çë je jeta edhe ngjallja jonë, * o Zot, lavdi tyj.
 
O Misericordioso, sei sceso dall’alto, accettando la sepoltura per tre giorni, per liberarci dalle passioni. A Te, Signore, Vita e Risurrezione nostra, sia gloria.   
 
Tropario dei martiri
I màrtires su Kìrie, *en ti athlìsi aftòn *stefànos ekomìsanto tis aftharsìas* ek su tu Theù imòn; *èchontès tin ischìn su, *tus tirànnus kathìlon, *èthravsan ke dhemònon *ta anìschira thràsi. *Aftòn tes ikesies, Christè o Theòs, *sòson tas psichàs imòn.
 
Dёshmorёt tёnd, o Zot* po nё tё tyrin luftìm * fituan kurorёn e mos-shatёrrimit *nga Ti Perёndia ynё; *tue pasur fuqinё tёnde *pёrultin tiranёt *mundёn edhe tё djelvet sulmet e pavlershme; *Me lutjet e tyre, o Krisht Perёndi, *shpirtrat tanё shpёtona.
 
I tuoi martiri, o Signore, nella lotta hanno conseguito la corona dell’immortalità da Te, nostro Dio. Infatti per mezzo della tua potenza, essi hanno sconfitto i tiranni ed hanno infranto l’audacia impotente dei demòni. Per la loro intercessione, o Cristo Dio, salva le anime nostre.
 
 Kondakion
O katharòtatos naòs * tu Sotìros, * i politìmitos pastàs * ke Parthènos, * to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù * sìmeron isàghete * en to ìko Kirìu, * tin chàrin sinisàgusa * tin en Pnèvmati thìo; * in animnùsin àngheli Theù; * àfti ipàrchi skinì epurànios.
 
Më i pastruari tempull i Shpëtimtarit * dhe më e shëjta nuserore * e Virgjëreshë * thesari i shëjtë i lavdisë së Perëndisë tonë * sot është e kallur * në shtëpinë e Zotit, * me të tue qellur * hirin e Shpirtit Shëjtë. * Atë e himnojnë ëngjëjt e Perëndisë, * se Ajo është * tënda përmbiqiellore.
 
Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo tàlamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Questa è tabernacolo sovraceleste.
Apostolo                     Lettera agli Efesini (4,1-7)
 
Fratelli, vi esorto io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo, un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti, ed è presente in tutti. A ciascuno di voi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.
 
Vangelo                                         Luca ( 12, 16-21)
 

In quel tempo Gesù disse questa parabola:
La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?
E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?
Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio‘.

11 novembre 2012

Domenica 11 novembre 2012                                 Domenica XXIV (VIII di Luca)
 
Memoria dei Santi Menà, Vittore e Vincenzo martiri. Santa Stefania martire. San Teodoro Studita.
San Bartolomeo da Rossano.
 
Apolytikia
 
TONO VII
 
Katèlisas to Stavrò su ton thànaton; * inèoxas to listì ton paràdhison; * ton Mirofòron ton thrìnon metèvales; * ke tis sis Apostòlis * kirìttin epètaxas, * òti anèstis, Christè o Theòs, * parèchon to kòsmo to mèga èleos.
 
Dërmove me Kryqen tënde vdekjen, * i hape parrajsin kusarit; * e ndërrove vajin e gravet Mirofore, * dhe Apostulvet të tu * porosi i dhe të predhikojnë, * se Ti u ngjalle, o Krisht Perëndi, * dhe jetës i fale të madhen lipisi.
 
Hai annientato con la tua Croce la morte; hai dischiuso al buon ladrone il Paradiso; hai mutato in gaudio il pianto delle Mirofòre, e ai tuoi Apostoli hai comandato di annunziare che Tu, Cristo Dio, sei risorto, elargendo al mondo la grande misericordia.
 
Tropario dei martiri
I màrtires su Kìrie, *en ti athlìsi aftòn *stefànos ekomìsanto tis aftharsìas* ek su tu Theù imòn; *èchontès tin ischìn su, *tus tirànnus kathìlon, *èthravsan ke dhemònon *ta anìschira thràsi. *Aftòn tes ikesies, Christè o Theòs, *sòson tas psichàs imòn.
Dёshmorёt tёnd, o Zot* po nё tё tyrin luftìm * fituan kurorёn e mos-shatёrrimit *nga Ti Perёndia ynё; *tue pasur fuqinё tёnde *pёrultin tiranёt *mundёn edhe tё djelvet sulmet e pavlershme; *Me lutjet e tyre, o Krisht Perёndi, *shpirtrat tanё shpёtona.
I tuoi martiri, o Signore, nella lotta hanno conseguito la corona dell’immortalità da Te, nostro Dio. Infatti per mezzo della tua potenza, essi hanno sconfitto i tiranni ed hanno infranto l’audacia impotente dei demòni. Per la loro intercessione, o Cristo Dio, salva le anime nostre.
 Kondakion
O katharòtatos naòs * tu Sotìros, * i politìmitos pastàs * ke Parthènos, * to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù * sìmeron isàghete * en to ìko Kirìu, * tin chàrin sinisàgusa * tin en Pnèvmati thìo; * in animnùsin àngheli Theù; * àfti ipàrchi skinì epurànios.
Më i pastruari tempull i Shpëtimtarit * dhe më e shëjta nuserore * e Virgjëreshë * thesari i shëjtë i lavdisë së Perëndisë tonë * sot është e kallur * në shtëpinë e Zotit, * me të tue qellur * hirin e Shpirtit Shëjtë. * Atë e himnojnë ëngjëjt e Perëndisë, * se Ajo është * tënda përmbiqiellore.
 
Il tempio purissimo del Salvatore, il preziosissimo tàlamo e Vergine, il tesoro sacro della gloria di Dio viene introdotto in questo giorno nella casa del Signore, recando con sé la grazia dello Spirito divino; a Lei inneggiano gli Angeli di Dio: Questa è tabernacolo sovraceleste.
 
APOSTOLO (2 Lettera ai Corinti 4, 6-15)
Fratelli, Dio che disse: ‘ Rifulga la luce dalle tenebre’, rifulge nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina, che rifulge sul volto di Cristo.
Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi.
Siamo infatti, tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
Sempre infatti noi che siamo vivi veniamo esposti alla morte e a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifestata nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
Animàti tuttavia da quello spirito di fede di cui sta scritto: ‘ Ho creduto, perciò ho parlato’, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che Colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.
Tutto, infatti, è per voi perché al grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero moltiplichi l’inno di lode alla gloria di Dio.
 
Vangelo (Luca 10, 25-37)
 
In quel tempo un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».  
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».  Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».  
E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».  Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.  
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte.  
Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.  
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione.  Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.  Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.  
Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».  
Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».

Domenica 4 novembre 2012

4 novembre 2012                       Domenica XXIII (V di Luca)
Memoria di San Giovannicio il Grande. San Nicandro, Ieromartire. Sant’Ermeo.
Apolytikia
Tono VI
Anghelikè Dhinàmis epì to mnìna su, * ke i filàssondes apenekròthisan; * ke ìstato Marìa en to tàfo * zitùsa to àchrandòn su sòma. * Eskìlefsas ton Àdhin, * mi pirasthìs ip’aftù; * ipìndisas ti Parthéno, * dhorùmenos tin zoìn. * O anastàs ek ton nekròn, * Kìrie, dhòxa si.
 
Fuqitë qiellore erdhën mbi varrin tënd, * dhe si të vdekur ranë ata çë e ruajin; * dhe rrinej atjè Maria tue kërkuar te varri * kurmin tënd të dëlirë. * Ti e xheshe të tërë Pisën, * pa u ngarë nga ajo; * përpoqe dhe Virgjëreshën, * jetën tue dhuruar. * Ti, çë u ngjalle nga të vdekurit, o Zot, lavdi Tyj.
 
Le Potenze angeliche vennero al tuo sepolcro e i custodi ne furono tramortiti. Maria invece stava presso il sepolcro in cerca del tuo immacolato corpo. Hai predato l’Inferno, non fosti sua preda; sei andato incontro alla Vergine, elargendo la vita. O Signore, risorto dai morti, gloria a Te.
 
Tropario di San Giovannicio
Tes ton dhakrìon su roès * tis erìmu ton àgonon egheòrghisas; * ke tis ek vàthus stenagmìs, * is ekatòn tus pònus ekarpofòrisas; * ke ghègonas fostìr * ti ikumèni làmbon tis thàvmasin, * Ioànni patìr imòn òsie. * Prèsveve Christò to Theò * sothìne tas psichàs imòn.
 
Me rjedhjet e lotëvet të tu *shkretëtirën e thatë ti e përpunove * dhe me të thella pshërëtima * të tuat shërbime dhanë pemë një qind për një * dhe u bëre ndriçìm * tue dritësuar jetën ti me cudì, * Jan ati ynë i shëjtë, * nanì lutju Krishtit Perëndi * të shpëtohen shpirtrat tanë.
 
Coi torrenti delle tue lacrime, rendesti fecondo lo sterile deserto, e, coi profondi sospiri, facesti rendere al centuplo le tue fatiche; e divenisti un luminare, splendente al mondo in prodigi, Giovanni padre santo nostro. Intercedi presso Cristo Dio perché siano salve le nostre anime.
 
Kondakion
Prostasìa ton christianòn akatèschinde, * mesitìa pros ton Piitìn ametàthete, * mi parìdhis amartolòn dheìseon fonàs, * allà pròfthason os agathì * is tin voìthian imòn * ton pistòskravgazòndon si: * tàchinon is presvìan * ke spèvson is ikesìan, * i prostatèvusa aì, * Theotòke, ton timòndon Se.
 
OMburonjë e patundshme * e gjithë të krishterëvet, * ndërmjetim gjithmonë i pandërprerë ndaj Krijuesit * mos i resht * lutjet tona mëkatarësh * dhe eja shpejt, o shumë e mirë * edhe neve na ndihmò * çë të thërresim me t.madhe besë: * O Hyjlìndëse, mos mënò* të ndërmjetosh gjithmon
ë për ne * dhe nanì shpejt po na shpëtò * neve çë përherë Tyj të nderojmë.
 
O Invincibile Protettrice dei cristiani, inconcussa mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le voci di supplica di noi peccatori, affrettati, pietosa, a venire in aiuto di noi che con fede a te gridiamo: O Madre di Dio, non tardare ad intercedere per noi, orsù muoviti a pregare per noi, Tu che ognora proteggi quanti ti venerano.
 
APOSTOLO
 
Lettera agli Efesini (2, 4-10)
 
Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con Lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.  Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.
 
VANGELO    (Luca 16, 19-31)
 
Disse il Signore questa parabola: C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
 
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
 
Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
 
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
 
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”.
 
Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”.
 
Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti””.

Domenica 7 ottobre 2012

 In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: “Non piangere!”. Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Ragazzo, dico a te, àlzati!”. Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: “Un grande profeta è sorto tra noi”, e: “Dio ha visitato il suo popolo”.

Vangelo

In albanese:
 

VANGJELI (Mt. 14, 14-22)
 
Nd’atë mot Jisui pa shumë gjindë e pati lipisi për ata e shëroi të sëmurmit e tyre. E si arru mbrëmja, ju qastin atij dishipulit e tij tue i thënë: ‘Vëndi është i shkretë dhe hera po shkoi, lëshó gjindjet se, vatur te katundet, të blejnë për ata të ngrënit’. E Jisui i tha atyre: ‘S’kanë ku të venë, jipni ju atyre të hanë’. Po ata i thanë atij: ‘Nëng kemi këtu më se pesë kravele bukie e dy pishq’. E aí tha: ‘Síllnimi këtu’; e po çë urdhëroi gjindëvet të uleshin mbi barët, marrë pesë kravelet e dy pishqit, tue ruajtur ndër qiel, i bekoi e, si i çajti, i dha bukët dishipulvet e dishipulit gjindëvet. Dhe hëngrën gjithë e u ndëndëtin, e me copat çë qëndruan muartin dymbëdhjetë kufë plotë. Dhe ata çë kishin ngrënë ishin afër pesëmilë burra, veç gravet e të vigjëlvet. E shpejt Jisui anangasi dishipulit e tij të hypeshin te barka dhe të shkojin përpara atij mbatanë njera çë aí të lëshonej gjindjet.
 
In italiano:
 
VANGELO
 
In quel tempo Gesù, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: ‘Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare’. Ma Gesù rispose: ‘Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare’. Gli risposero: ‘Non abbiamo che cinque pani e due pesci!’ Ed egli disse: ‘Portatemeli qua’. E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla.

Epistola

 

APOSTOLOS (1 Cor. 1, 10-17)
 
In albanese:
 
– Zoti do t’i japë fuqi popullit të tij; Zoti do të bekonjë popullin e tij me paqe.
– O bij të Perëndisë, sillni Zotit; sillni Zotit shtjerra.
 
Këndimi nga letra e parë e Palit Korintianëvet.
 
Vëllezër, ju lutem në ëmrin e Zotit tonë Jisu Krisht: thoni gjithë të njëjtën fjalë, dhe mos bëni ndarje në mest juve, po mbani të njëjtin mendim dhe të njëjtën ndjenjë. O vëllezërit e mi, më u kallëzua nga ata të Kloes se nër ju ka grindje. Dhe thom këtë se secili prej jush thotë: Une jam i Palit, unë jam i Apolloit, unë i Qefait, unë i Krishtit. Ndoshta Pali u vu më kryq për ju? A u pagëzuat në ëmrin e Palit? Falëndëronj Perëndinë se nuk pagëzova asnjë prej jush, veç se Krispin dhe Gaion, se mos të thotë ndonjë se unë pagëzova në ëmrin tim. Pagëzova, është vërtetë, edhe ata të shpisë së Stefanàit; po nuk di nëse pagëzova ndonjë tjetër. Sepse Krishti nuk më dërgoi të pagëzonj, po të predikonj vangjelin, dhe jo me dituri fjale, se mos të dalë e kotë kryqja e Krishtit.
Alliluia (3 herë).
 
Shumë bukur është të lavdërojmë Zotin e të këndojmë ëmrin tënd, o i Lartë.
Alliluia (3 herë).
 
Se të lajmërojmë menatet lipisinë tënde edhe natën të vërteten tënde.
Alliluia (3 herë).
 
 
In italiano:
 
Il Signore darà forza al suo popolo; il Signore benedirà il suo popolo con la pace. (Sal. 28,11)
Portate al Signore, figli di Dio; portate al Signore dei figli di arieti. (Sal. 28,1)
 
Lettura dalla prima lettera di Paolo ai Corinti.
 
Fratelli, vi esorto, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d’intenti. Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: ‘Io sono di Paolo’, ‘Io invece sono di Apollo’, ‘E io di Cefa’, ‘E io di Cristo!’ Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi, se non Crispo e Gaio, perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome. Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato alcuno. Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
Alliluia (3 volte).
 
Buona cosa è lodare il Signore e inneggiare al tuo nome, o Altissimo. (Sal. 91,2)
Alliluia (3 volte).
 
Annunziare al mattino la tua misericordia, la tua verità nella notte. (Sal. 91,3)
Alliluia (3 volte).