Circolare del Vescovo Donato, 8 aprile 2021

Carissimi,

la settimana di Pasqua, la settimana luminosa, tis Diakenisimu, celebrata con solenni liturgie, è il momento centrale di un periodo di gioia durante il quale risuonano continuamente, assieme ad altri canti, il saluto: Christòs anèsti e il Tropario pasquale; durante tutta la settimana la porta regale resta aperta.
Le domeniche di questo tempo sono tutte dedicate a contenuti specifici: la Domenica di Tommaso, in ricordo dell’apparizione di Cristo risorto all’apostolo Tommaso. Segue la Domenica delle Donne che recano il Myron, Mirofore, menzionate nel Vangelo di Marco. La quarta è la Domenica del Paralitico. Segue la quinta, Domenica della Samaritana riprendendo il testo di Giovanni, ed infine la sesta, la Domenica del Cieco Nato.

È importante che riconosciamo nel mistero pasquale il centro della nostra esistenza cristiana. Abbiamo la certezza di appartenere alla nuova creazione realizzata da Cristo, che ci ha preceduti come il primogenito di una moltitudine di fratelli; per quanto siamo pellegrini, siamo già avviati sulla strada che porta alla gloria.

58ª GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Domenica 25 aprile si celebra la 58ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che ha per tema: San Giuseppe: il sogno della vocazione.

Il Santo Padre Francesco nel suo Messaggio così scrive: “Lo scorso 8 dicembre, in occasione del 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa universale, è iniziato lo speciale Anno a lui dedicato. Si tratta di una figura straordinaria, al tempo stesso ‘tanto vicina alla condizione umana di ciascuno di noi’.

Dio vede il cuore e in San Giuseppe ha riconosciuto un cuore di padre, capace di dare e generare vita nella quotidianità. A questo tendono le vocazioni: a generare e rigenerare vite ogni giorno. Il Signore desidera plasmare cuori di padri, cuori di madre: cuori aperti, capaci di grandi slanci, generosi nel donarsi, compassionevoli nel consolare le angosce e saldi per rafforzare le speranze. Di questo hanno bisogno il sacerdozio e la vita consacrata, oggi in modo particolare, in tempi segnati da fragilità e sofferenze dovute anche alla pandemia, che ha originato incertezze e paure circa il futuro e il senso stesso della vita. San Giuseppe ci viene incontro con la sua mitezza, da Santo della porta accanto; al contempo la sua forte testimonianza può orientarci nel cammino.

San Giuseppe ci suggerisce tre parole-chiave per la vocazione di ciascuno. La prima è sogno. Tutti nella vita sognano di realizzarsi. Ed è giusto nutrire grandi attese…Se chiedessimo alle persone di esprimere in una sola parola il sogno della vita, non sarebbe difficile immaginare la risposta: “amore”. È l’amore a dare senso alla vita, perché ne rivela il mistero. La vita, infatti, si ha solo se si dà, si possiede davvero solo se si dona pienamente. San Giuseppe ha molto da dirci in proposito, perché attraverso i sogni che Dio gli ha ispirato, ha fatto della sua esistenza un dono.

Una seconda parola segna l’itinerario di San Giuseppe e della vocazione: servizio. Dai Vangeli emerge come egli visse in tutto per gli altri e mai per sé stesso…Il suo servizio e i suoi sacrifici sono stati possibili, però, solo perché sostenuti da un amore più grande: ‘Ogni vera vocazione nasce dal dono di sé, che è la maturazione del semplice sacrificio. Anche nel sacerdozio e nella vita consacrata viene chiesto questo tipo di maturità. Lì dove una vocazione, matrimoniale, celibataria o verginale, non giunge alla maturazione del dono di sé fermandosi solo alla logica del sacrificio, allora invece di farsi segno della bellezza e della gioia dell’amore rischia di esprimere infelicità, tristezza e frustrazione’.

Il servizio, espressione concreta del dono di sé, non fu per San Giuseppe solo un alto ideale, ma divenne regola di vita quotidiana…Con questo spirito Giuseppe accolse i numerosi e spesso imprevisti viaggi della vita. Mi piace pensare allora a San Giuseppe, custode di Gesù e della Chiesa, come custode delle vocazioni. Dalla sua disponibilità a servire deriva infatti la sua cura nel custodire…

Oltre alla chiamata di Dio – che realizza i nostri sogni più grandi – e alla nostra risposta – che si attua nel servizio disponibile e nella cura premurosa –, c’è un terzo aspetto che attraversa la vita di San Giuseppe e la vocazione cristiana, scandendone la quotidianità: la fedeltà. Giuseppe è l’uomo giusto, che nel silenzio operoso di ogni giorno persevera nell’adesione a Dio e ai suoi piani. In un momento particolarmente difficile si mette a ‘considerare tutte le cose’. Medita, pondera: non si lascia dominare dalla fretta, non cede alla tentazione di prendere decisioni avventate. Tutto coltiva nella pazienza…

Come si alimenta questa fedeltà? Alla luce della fedeltà di Dio. Le prime parole che San Giuseppe si sentì rivolgere in sogno furono l’invito a non avere paura, perché Dio è fedele alle sue promesse: ‘Giuseppe, figlio di Davide, non temere’.

Non temere: sono le parole che il Signore rivolge anche a te, quando, pur tra incertezze e titubanze, avverti come non più rimandabile il desiderio di donare la vita a Lui. Sono le parole che ti ripete quando, lì dove ti trovi, magari in mezzo a prove e incomprensioni, lotti per seguire ogni giorno la sua volontà…Questa fedeltà è il segreto della gioia. Nella casa di Nazaret, c’era ‘una limpida gioia’. Era la gioia quotidiana e trasparente della semplicità, la gioia che prova chi custodisce ciò che conta: la vicinanza fedele a Dio e al prossimo. Come sarebbe bello se la stessa atmosfera semplice e radiosa, sobria e speranzosa, permeasse i nostri seminari, i nostri istituti religiosi, le nostre case parrocchiali! È la gioia che auguro a voi, fratelli e sorelle che con generosità avete fatto di Dio il sogno della vita, per servirlo nei fratelli e nelle sorelle che vi sono affidati, attraverso una fedeltà che è già di per sé testimonianza, in un’epoca segnata da scelte passeggere ed emozioni che svaniscono senza lasciare la gioia.

San Giuseppe, custode delle vocazioni, vi accompagni con cuore di padre!

RITIRO DEL CLERO

Giovedì 15 aprile, con inizio alle ore 9,30 avrà inizio il Ritiro del Clero nella Parrocchia “San Giovanni Battista” ad Acquaformosa con la relazione dal titolo “Il Nuovo Direttorio per la Catechesi” tenuta da Mons. Valentino Bulgarelli, Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale; in collegamento con l’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano nel quadro del corso di formazione permanente per il presbiterio.

Sotto il manto della Madre di Dio, Regina e Signora nostra, poniamo tutte le nostre speranze nella certezza della Sua mediazione e di quella del suo castissimo Sposo, il veneratissimo Patriarca San Giuseppe.

Lungro, 08 aprile 2021

+ Donato Oliverio, Vescovo