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Ci prepariamo per accogliere il nuovo Vescovo.
Lettera di Mons. Salvatore Nunnari alle Comunità Arbëreshe dell’Eparchia di Lungro
Alle Comunità Arbëreshe dell’Eparchia di Lungro
Mentre viviamo l’attesa dell’accoglienza del nuovo Eparca, Mons. Donato Oliverio, che il Santo Padre si è degnato elevare alla dignità di Vescovo della nostra Chiesa, sento il dovere di raccomandare una intensa preparazione al lieto evento.
Si organizzino incentri catechetîei sulla Chiesa locale, sulla missione del Vescovo, sul rapporto con i Presbiteri e i fedeli laici, non manchino soprattutto momenti di preghiera e di riflessione biblica-liturgica.
Mons. Donato Oliverio riceverà la Chirotonia Episcopale prendendo contemporaneamente possesso dell’Eparchia Domenica 1 luglio alle ore 10 durante la Divina Liturgia che sarà trasmessa in diretta sul canale Teleuropanetwork (Ten) per quanti sono impediti per malattia e anzianità.
Nella suddetta domenica la Divina Liturgia sarà celebrata solo a Lungro nella Cattedrale. Madre di tutte le Chiese della Diocesi che accoglierà il nostro buon popolo.
Colgo l’occasione per rivolgere a tutti voi il mio saluto assicurando il mio grato ricordo per la benevola accoglienza riservatami e il buon esempio trasmessomi.
Sono stato in mezzo a voi fratello e amico e tale resterò.
Cosenza. 30 maggio 2012
Vi benedico di cuore
Vostro Padre Salvatore
[Oltre che su TEN, la celebrazione della Divina Liturgia della Chirotonia Episcopale sarà trasmessa in streaming anche su questo sito, ndr]
Lettera dei Vescovi della Calabria ai giovani
Conferenza Episcopale Calabra – Comunicato stampa 23/05/2012
Prima lettera di Mons. Donato Oliverio all’Eparchia
L’Archimandrita DONATO OLIVERIO nuovo Vescovo dell’Eparchia di Lungro.
di Zoti Mario Aluise
Papa Benedetto XVI ha nominato Vescovo dell’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale l’Archimandrita Donato Oliverio, finora Delegato ad omnia della medesima Eparchia.
Cenni biografici dell’Archimandrita Donato Oliverio
L’Archimandrita Donato Oliverio è nato il 5 marzo 1956 a Cosenza. Nel 1969 è entrato nel Seminario San Basile di Cosenza e poi in quello di Grottaferrata, dove ha conseguito la maturità classica. Come alunno del Pontificio Collegio Greco di S. Atanasio in Roma, ha frequentato i corsi di preparazione al sacerdozio presso l’Angelicum, conseguendo il Baccalaureato in Filosofia e Teologia. Al Pontificio Istituto Orientale ha ottenuto la Licenza in Scienze Ecclesiastiche Orientali.
Il 17 ottobre 1982 è stato ordinato sacerdote e nominato Parroco di San Giuseppe di Marri e l’anno successivo Direttore dell’Ufficio Catechistico Eparchiale, ricoprendo tale incarico fino al 2003.
Dal 1985 è Membro dell’Istituto per il Sostentamento del clero e dal 1988 al 2003 è stato Segretario dell’Istituto di Scienze Religiose di Lungro. Dal 1993 è Membro del Consiglio Presbiterale. È stato Segretario Generale della prima Assemblea Eparchiale di Lungro e Segretario Generale del II Sinodo Intereparchiale. Dal 1998 è Economo Eparchiale.
Dal 2002 al 2003 è stato Moderatore della Curia e Pro-Protosincello; dal 2003 al 2010 Protosincello e finora Delegato ad omnia dell’Eparchia di Lungro, nominato dall’Amministratore Apostolico S.E. Mons. Salvatore Nunnari.
Parla l’albanese e conosce il francese ed il greco.
Ha curato l’edizione italiana del Lezionario Apostolos ed ha pubblicato alcuni articoli di catechesi e di iconologia.
La bellezza dell’arte per rieducare al senso del sacro.
R. – La bellezza, come espressione della presenza di Dio, mi sembra possa essere utilizzata anche nel mondo di oggi, perché la gioia, la bellezza e il decoro già mille anni fa hanno commosso i popoli pagani, spingendoli ad abbandonare il culto pagano e ad accettare il messaggio di Dio che abita in mezzo agli uomini. Anche oggi, all’inizio del terzo millennio, le persone cercano gioia e bellezza. Ma esse non si possono percepire rimanendo nell’ambito del vecchio o nuovo paganesimo. Per le persone di oggi, sfiduciate da mille proposte del libero mercato delle idee, il decoro è anche la profonda e mistica bellezza delle celebrazioni liturgiche del tempo sacro, dello spazio sacro. La liturgia, l’edificio del culto possono diventare un impulso alla profonda ricerca della verità della loro vita, la ricerca che li condurrà a Colui che è la Via, la Verità, la Vita.
D. – C’è oggi, secondo lei, una difficoltà a decifrare l’arte sacra contemporanea rispetto ai canoni classici che caratterizzavano quella del passato?
R. – Se parliamo dell’arte, parliamo di un linguaggio. La difficoltà di oggi sta proprio nella frammentazione del linguaggio e nell’incapacità di avere una chiave di lettura unica. Quello che invece offre anche la tradizione dell’oriente cristiano è proprio la capacità di parlare attraverso un linguaggio comprensibile al cultore. Quando si trova una ‘soggettivizzazione’ dell’espressione, sia linguistica che artistica, ciò diventa un ostacolo alla comunicazione: diventa un’auto-comunicazione e non una comunicazione delle verità oggettive. In questo senso, quando si parla della sacralità espressa nelle liturgie orientali, si tratta di un linguaggio che si è sviluppato nell’arco dei secoli, ma che viene spiegato attraverso la catechesi liturgica, attraverso la vita della Chiesa e diventa così strumento vettore di una verità.
D. – Il vostro Convegno rappresenta l’inizio di un percorso: in che modo pensate di proseguirlo?
R. – Intanto, questo convegno si colloca nell’ambito della Chiesa italo-albanese, che da secoli rappresenta un polmone orientale in terra italiana. Si apre qui, al Pontificio Istituto Orientale, che è la casa degli studi superiori qui a Roma voluto dai Pontefici, e proseguirà poi il 6 e 7 luglio nella Piana degli Albanesi in Sicilia e alla fine di agosto nelle parrocchie di Lungro in Calabria. Attraverso questa continuazione, in fondo, si ripercorrono vari luoghi dove la presenza degli orientali è significativa sia per l’aspetto storico – come può essere quello delle migrazioni che hanno toccato nei secoli precedenti l’Italia e hanno portato qui ad una radicazione del rito orientale – sia attraverso Roma, che in fondo nella sua specificità rappresenta l’intero universo, l’intera ecumene. Il Pontificio Istituto Orientale è il luogo dell’incontro tra Oriente cattolico, Oriente ortodosso e la Chiesa latina.