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L’Archimandrita DONATO OLIVERIO nuovo Vescovo dell’Eparchia di Lungro.

      di Zoti Mario Aluise    

    Papa Benedetto XVI ha nominato Vescovo dell’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale l’Archimandrita Donato Oliverio, finora Delegato ad omnia della medesima Eparchia.

     Oggi, 12 maggio 2012, l’Arcivescovo Mons. Salvatore Nunnari, Amministratore Apostolico dell’Eparchia di Lungro, ha riunito tutto il clero dell’Eparchia nella Cattedrale di Lungro e alla presenza anche di autorità civili e di numerosi fedeli, dopo la celebrazione dell’Ora Sesta, alle ore 12,00, ha dato lettura della lettera del Nunzio Apostolico in Italia, monsignor Adriano Bernardini, che comunicava la scelta da parte di Papa Benedetto XVI dell’Archimandrita Donato Oliverio quale nuovo Vescovo dell’Eparchia. Alla lettura del nome del nuovo Vescovo tutti i presenti in chiesa hanno espresso la loro gioia con un lungo applauso. L’Arcivescovo Metropolita ha poi esortato l’Archimandrita Donato Oliverio a vivere quest’ora di particolare grazia e di grande responsabilità «affidandosi alla Vergine Maria, Regina degli Apostoli, perchè interceda presso il suo Figlio per un fecondo ministero nella Chiesa da oggi sua sposa, perchè sia Pastore buono e solerte, arricchendola con i doni di natura e di Grazia che Dio gli ha concesso». Il neo vescovo, commosso, onorato e grato, soprattutto a Dio, per il dono dell’Episcopato, ha ringraziato il Papa per la stima e la fiducia a lui rivolta con questa nomina, Mons. Salvatore Nunnari per il suo amore parteno, Mons. Ercole Lupinacci, vescovo emerito dell’Eparchia, di cui è stato stretto collaboratore, l’anziano padre presente in chiesa e la mamma già in cielo, il clero di Lungro, le suore e i fedeli della Diocesi  ai quali ha chiesto sostegno e preghiera per il ministero pastorale che si appresta a svolgere. Ha ricordato anche il I° Vescovo di Lungro, Mons. Giovanni Mele, e il II° Vescovo, Mons. Giovanni Stamati, entrambi di felice memoria: da quest’ultimo il neo vescovo è stato ordinato sacerdote. Ha terminato il suo saluto auspicando una «primavera dello Spirito» per la Chiesa italo-albanese.
    Nelle varie parrocchie dell’Eparchia oggi le campane sono state suonate a festa per annunciare la gioiosa notizia.
         La consacrazione episcopale sarà celebrata nella stessa Cattedrale domenica 1° luglio, festa liturgica dei Santi Medici Cosma e Damiano.

 

 

Cenni biografici dell’Archimandrita Donato Oliverio

 

 

L’Archimandrita Donato Oliverio è nato il 5 marzo 1956 a Cosenza. Nel 1969 è entrato nel Seminario San Basile di Cosenza e poi in quello di Grottaferrata, dove ha conseguito la maturità classica. Come alunno del Pontificio Collegio Greco di S. Atanasio in Roma, ha frequentato i corsi di preparazione al sacerdozio presso l’Angelicum, conseguendo il Baccalaureato in Filosofia e Teologia. Al Pontificio Istituto Orientale ha ottenuto la Licenza in Scienze Ecclesiastiche Orientali.

Il 17 ottobre 1982 è stato ordinato sacerdote e nominato Parroco di San Giuseppe di Marri e l’anno successivo Direttore dell’Ufficio Catechistico Eparchiale, ricoprendo tale incarico fino al 2003.

Dal 1985 è Membro dell’Istituto per il Sostentamento del clero e dal 1988 al 2003 è stato Segretario dell’Istituto di Scienze Religiose di Lungro. Dal 1993 è Membro del Consiglio Presbiterale. È stato Segretario Generale della prima Assemblea Eparchiale di Lungro e Segretario Generale del II Sinodo Intereparchiale. Dal 1998 è Economo Eparchiale.

Dal 2002 al 2003 è stato Moderatore della Curia e Pro-Protosincello; dal 2003 al 2010 Protosincello e finora Delegato ad omnia dell’Eparchia di Lungro, nominato dall’Amministratore Apostolico S.E. Mons. Salvatore Nunnari.

Parla l’albanese e conosce il francese ed il greco.

Ha curato l’edizione italiana del Lezionario Apostolos ed ha pubblicato alcuni articoli di catechesi e di iconologia.

La bellezza dell’arte per rieducare al senso del sacro.

In un’epoca di forte scristianizzazione, specie in Occidente, in che modo l’arte a tema religioso può rieducare al senso del sacro? Il tema è da questa mattina oggetto di dibattito al Pontificio Istituto Orientale, che ospita il Convegno internazionale dal titolo ‘Iconostasi e Liturgia Celeste’. Ad aprire e concludere i lavori è mons. Cyril Vasil’, segretario della Congregazione per le Chiese Orientali. Alessandro De Carolis lo ha intervistato:
R. – La bellezza, come espressione della presenza di Dio, mi sembra possa essere utilizzata anche nel mondo di oggi, perché la gioia, la bellezza e il decoro già mille anni fa hanno commosso i popoli pagani, spingendoli ad abbandonare il culto pagano e ad accettare il messaggio di Dio che abita in mezzo agli uomini. Anche oggi, all’inizio del terzo millennio, le persone cercano gioia e bellezza. Ma esse non si possono percepire rimanendo nell’ambito del vecchio o nuovo paganesimo. Per le persone di oggi, sfiduciate da mille proposte del libero mercato delle idee, il decoro è anche la profonda e mistica bellezza delle celebrazioni liturgiche del tempo sacro, dello spazio sacro. La liturgia, l’edificio del culto possono diventare un impulso alla profonda ricerca della verità della loro vita, la ricerca che li condurrà a Colui che è la Via, la Verità, la Vita.

D. – C’è oggi, secondo lei, una difficoltà a decifrare l’arte sacra contemporanea rispetto ai canoni classici che caratterizzavano quella del passato?
R. – Se parliamo dell’arte, parliamo di un linguaggio. La difficoltà di oggi sta proprio nella frammentazione del linguaggio e nell’incapacità di avere una chiave di lettura unica. Quello che invece offre anche la tradizione dell’oriente cristiano è proprio la capacità di parlare attraverso un linguaggio comprensibile al cultore. Quando si trova una ‘soggettivizzazione’ dell’espressione, sia linguistica che artistica, ciò diventa un ostacolo alla comunicazione: diventa un’auto-comunicazione e non una comunicazione delle verità oggettive. In questo senso, quando si parla della sacralità espressa nelle liturgie orientali, si tratta di un linguaggio che si è sviluppato nell’arco dei secoli, ma che viene spiegato attraverso la catechesi liturgica, attraverso la vita della Chiesa e diventa così strumento vettore di una verità.

D. – Il vostro Convegno rappresenta l’inizio di un percorso: in che modo pensate di proseguirlo?
R. – Intanto, questo convegno si colloca nell’ambito della Chiesa italo-albanese, che da secoli rappresenta un polmone orientale in terra italiana. Si apre qui, al Pontificio Istituto Orientale, che è la casa degli studi superiori qui a Roma voluto dai Pontefici, e proseguirà poi il 6 e 7 luglio nella Piana degli Albanesi in Sicilia e alla fine di agosto nelle parrocchie di Lungro in Calabria. Attraverso questa continuazione, in fondo, si ripercorrono vari luoghi dove la presenza degli orientali è significativa sia per l’aspetto storico – come può essere quello delle migrazioni che hanno toccato nei secoli precedenti l’Italia e hanno portato qui ad una radicazione del rito orientale – sia attraverso Roma, che in fondo nella sua specificità rappresenta l’intero universo, l’intera ecumene. Il Pontificio Istituto Orientale è il luogo dell’incontro tra Oriente cattolico, Oriente ortodosso e la Chiesa latina.

Cristo è risorto! E’ veramente risorto!

      dell’Archimandrita Donato OLIVERIO.
 
 
     La settimana di Pasqua, “tis Diakenisimu”, è il momento centrale di un periodo di gioia durante il quale risuonano continuamente il saluto e il Tropario pasquale.
     Le domeniche di questo tempo sono scandite dal richiamo di alcune figure fondamentali dell’economia risurrezionale: l’apostolo Tommaso, le Donne Mirofore, il Paralitico, la Samaritana, il Cieco nato.
     E’ importante che riconosciamo nel mistero pasquale il centro della nostra esistenza cristiana. Abbiamo la certezza di appartenere alla nuova creazione realizzata da Cristo, che ci ha preceduti come primogenito di una moltitudine di fratelli; per quanto siamo pellegrini, siamo già avviati sulla strada che porta alla gloria.

E’ iniziata la Quaresima

     Dell’Archimandrita Donato Oliverio
     La Chiesa con le sue feste e le sue funzioni liturgiche rende presente nel tempo l’opera dell’economia divina; al tempo stesso, santifica e trasfigura il tempo della vita quotidiana, unificandolo e orientandolo in prospettiva escatologica: verso il regno di Dio.
     Tutte le feste della Chiesa fanno capo alla Pasqua ‘festa delle feste’.
     Dieci settimane prima di essa ha inizio il periodo del Triòdhion, le cui prime tre settimane rappresentano l’introduzione alla Quaresima che segue, ma anche una preparazione al fine principale della stessa: la conversione. ‘Aprimi le porte della conversione, o datore della vita’ (Dal Tropario dell’ufficio mattutino). Questa introduzione inizia nella Domenica del pubblicano e del fariseo [29 gennaio], continua nella Domenica del figlio prodigo [5 febbraio] e in quella di carnevale [12 febbraio], e termina con la Domenica del perdono [19 febbraio].
     Il periodo seguente della Quaresima, che si protrae per sette settimane, è simbolo della vita presente: attesa e ricerca dell’incontro con Cristo.
     La Quaresima è un tempo offerto al cristiano per consentirgli di ritrovare una buona condizione spirituale, dato che gli fa vivere una vita cristiana coerente: la vita di chi opera una conversione, di chi veglia, di chi si trova in rapporto con Dio e dipende da Dio. La preghiera di S. Efrem manifesta questo spirito della quaresima. Essa fa presente la lotta che il cristiano deve intraprendere per spogliarsi dalle passioni e indossare l’abito delle virtù: la temperanza, l’umiltà, la perseveranza e la carità.
 
     Trascriviamo la PREGHIERA DI S. EFREM, citata nell’articolo:
Signore e Sovrano della mia vita, non darmi uno spirito di ozio, di curiosità, di superbia e di loquacità
Concedi invece al tuo servo uno spirito di saggezza, di umiltà, di pazienza e di amore
Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amìn
Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amìn

Convegno Regionale di studio sul tema: “L’Islam in mezzo a noi: dialogo, approccio pastorale, annuncio”.

Convegno di studio sul tema ‘L’Islam in mezzo a noi: dialogo, approccio pastorale, annuncio’, organizzato dalla Commissione per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese della Conferenza Episcopale Calabra.
 
         Dopo tre giorni di intenso dibattito, si è chiuso a Vibo Valentia il convegno di studio sul tema ‘L’Islam in mezzo a noi: dialogo, approccio pastorale, annuncio’, organizzato dalla Commissione per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese della Conferenza Episcopale Calabra. Hanno partecipato Direttori e membri degli uffici Missionari, Migrantes e Caritas delle diocesi calabresi, assieme a tanti catechisti, insegnanti di Religione cattolica, responsabili di altri Uffici pastorali che si sono confrontati intorno a quella che è stata la domanda di fondo di questa iniziativa: ‘Può la Chiesa rinunciare ad annunciare il Vangelo ai musulmani?’.
         I lavori del convegno, moderati da don Paolo Martino, Segretario dell’Ufficio Missionario della Cec, sono stati aperti dal saluto di monsignor Luigi Renzo, Vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea che ha indicato nella conoscenza reciproca il primo passo per facilitare la convivenza tra cristiani e musulmani. E proprio per questo, è stato chiamato a relazionare un profondo conoscitore dell’Islam, padre Aldo Giannasi, missionario dei Padri Bianchi, docente presso il CUM (Centro unitario missioni) di Verona,che ha operato per 40 anni in Algeria e Mali. Ad introdurre i lavori è stato il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, nella qualità di Presidente della Commissione missionaria regionale, ed a lui è toccato fornire le prime indicazioni a conclusione del convegno.
         Padre Giannasi ha ripercorso le tappe storiche della nascita dell’Islam e della sua diffusione nel mondo; ne ha spiegato il dogma e il culto, ha illustrato la grande varietà della religione musulmana. Si è soffermato, quindi, sul rapporto dell’Islam con il cristianesimo, le nette differenze (come la negazione della divinità di Gesù e della Trinità), ma ha evidenziato anche i tanti valori che avvicinano le due religioni (ad esempio la difesa della vita, il senso della giustizia). Il missionario ha spiegato che occorre creare relazioni umane con i musulmani, senza fermarsi alle azioni della Caritas, così come diventa sempre più impellente valorizzare figure di persone impegnate, che hanno contatti nel mondo del lavoro con i musulmani. A volte basta rivolgersi a loro con gesti semplici, tenendo presente che l’apertura dei musulmani nei confronti della sensibilità cristiana necessita di tempi lunghi. Padre Giannasi, esprimendo compiacimento per la significativa presenza di giovani al convegno, ha esortato a prendere coscienza di essere chiamati tutti alla missione, ha invitato tutti a fare squadra e ad operare in comunione con vero amore fraterno e con uno stile libero e trasparente.
         Molto proficuo è stato il dialogo serrato tra i convegnisti ed il relatore, ed altrettanto proficuo si è rivelato il lavoro dei quattro gruppi studio formati per rispondere ad otto quesiti appositamente formulati. Si sono arricchite le conoscenze già possedute da ognuno, sono state rese note tante iniziative in atto nelle varie realtà locali, molte testimonianze sono servite ad evidenziare che il dialogo tra cristiani e musulmani è di fatto in corso in tutta la Calabria. Sono stati sottolineati anche tanti casi di illegalità e di ingiustizia perpetrati ai danni dei musulmani e, più in generale, degli immigrati. Sono stati richiesti maggiore spazio nella pastorale ordinaria del rapporto con i fratelli musulmani presenti in mezzo a noi e la formazione di esperti di Islam (sacerdoti, suore o laici) capaci di supportare gli operatori ed i volontari delle diocesi calabresi nella loro azione pastorale.
         Nelle conclusioni, monsignor Fiorini Morosini ha annunciato la pubblicazione degli atti del convegno ed un nuovo appuntamento di verifica fra due anni. Il vescovo, senza nascondere le difficoltà del momento e i continui attacchi da parte dei media a cui è soggetta la Chiesa (sulla pedofilia, sull’Ici), ha auspicato una “pastorale del confronto per far crescere la fede nei nostri cristiani”. Vanno messi in atto piccoli segni, piccoli gesti d’incontro, con i singoli musulmani che hanno un volto, un nome e che camminano assieme a noi. Si rivelerà importante la preparazione all’annuncio dei nostri giovani “perché i giovani frequentano con i ragazzi musulmani le stesse scuole e giocano con loro nelle stesse squadre di calcio”. Si rivelerà importante la testimonianza fedele ai principi evangelici, specialmente nel campo della legalità: nel dare la giusta mercede e nel pagare i contributi ai lavoratori immigrati e a non fare speculazione sugli affitti. Per monsignor Fiorini Morosini occorre una nuova mentalità, in ogni ambito pastorale, in modo da affrontare efficacemente i tempi in cui viviamo caratterizzati da una crescente secolarizzazione e scristianizzazione.
         Il convegno ha vissuto anche dei momenti di intrattenimento, come la proiezione del film “Uomini di Dio”.
 
 
A cura Giovanni Lucà
 

Conferenza Episcopale Calabra – Sessione invernale

REGGIO CALABRIA – Nei giorni 6-7 febbraio nel Seminario Arcivescovile ‘Pio XI’ di Reggio Calabria si è tenuta la Conferenza Episcopale Calabra (CEC) sotto la presidenza di S. Ecc. Mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria-Bova. Presenti tutti Vescovi diocesani,Mons. Cantisani, Arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, Mons. Lupinacci, Vescovo emerito di Lungro,e Mons. Nunzio Galantino,Vescovo eletto di Cassano all’Ionio.
Due momenti importanti hanno caratterizzato questa sessione della CEC: la consacrazione della Calabria al Sacro Cuore di Gesù e l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale (TER). Il primo si è svolto al Monastero delle Suore Visitandine di Reggio Calabria, con la concelebrazione dei Vescovi e di tanti sacerdoti e con la partecipazione di un gran numero di fedeli; il secondo nel locali del Seminario Pio XI con la relazione del Presidente del TER Mons. Facciolo e con la Prolusione del Prof. don Héctor Franceschi – Ordinario di Diritto Matrimoniale Canonico alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma – su ” La natura del bonum prolis e le sfide socio- giuridiche delle problematiche della bioetica”.
L’assemblea ha formulato a Mons. Galantino gli auguri più belli per il suo servizio pastorale in Calabria. I lavori della Conferenza sono stati introdotti dal Presidente, che ha relazionato sui lavori del Consiglio permanente della CEI. Ha informato sulla prossima apertura dell’Anno della fede, sul tema della prossima sessione CEI a Roma: gli adulti nella comunità: maturi nella fede e testimoni di comunità, sul prossimo Convegno di metà decennio: si terrà a Firenze nel 2015. È stata approvata la programmazione di tre giornate di studio per ricordare il centenario del Seminario San Pio X di Catanzaro. Per lo stesso Seminario sono stati discussi alcuni problemi di natura economica e giuridica.
È stato approvato il bilancio consuntivo della CEC per il 2011 e sono stati ascoltati i liquidatori della Fondazione Facite per la preparazione della liquidazione.
Don Natale Colafati ha esposto lo stato di fatto e i problemi dell’Istituto Teologico di Catanzaro.
Don Franco Milito ha ragguagliato sul proseguimento dei lavori di sistemazione dell’archivio CEC.
Enzo Petrolino, coordinatore del coordinamento regionale diaconi, ha riferito sulla situazione del diaconato in Calabria, offrendo suggerimenti per la formazione futura dei diaconi.
La dott.ssa Rosy Perrone ha riferito sul lavoro di animazione che il Forum LavoroCalabria svolge in regione.
I rappresentanti regionali del Serra Club, per bocca di Salvatore La Spina, Governatore di Calabria e Sicilia, hanno spiegato la natura dell’associazione e il lavoro che svolgono
Nomine: Mons. Cantafora è stato nominato referente del Comitato dei Sindaci ‘Calabria Giubileo 2000’; don Pasquale Madeo è stato nominato accompagnatore spirituale delle ACLI regionali; l’avv. Giuseppe Carlo Rotilio viene nominato Giudice Istruttore laico; l’avv. Ivana Ventura viene confermata per il 2012-2016 Patrono stabile; l’avv. Cristina Latella viene iscritta all’Albo dei patroni abilitati.

Imerologhion 2012

L’Ufficio Liturgico dell’Eparchia di Lungro ha dato alle stampe, come avviene ormai da tanti anni, l’Imerologhion 2012. L’imerologhion è il libro che guida nella preparazione delle celebrazioni liturgiche, indicando per ogni giorno (in greco ‘imèra’, da cui il termine ‘imerològhion’) quali funzioni liturgiche vanno celebrate e quali sono le parti variabili, es. le letture bibliche, secondo il Typikòn bizantino. Quest’anno si presenta con una nuova veste tipografica, con caratteri tipografici più grandi per favorire la lettura, ha 258 pagine; al termine dei dodici mesi, in appendice, troviamo lo schema del mattutino, sia della domenica che delle feste, seguito dallo schema del mattutino abbreviato, domenicale e festivo. In copertina c’è l’immagine del Cristo Pantokrator,  opera realizzata dall’iconografo Biagio Capparelli di Acquaformosa nella chiesa parrocchiale ‘San Demetrio Megalomartire’ in San Demetrio Corone (CS).
            E’ possibile richiedere copia dell’Imerologhion, come delle altre opere stampate, alla Curia diocesana, tramite mail (curia@eparchialungro.it) o tramite telefono o fax (0981.947626).