Si svolgerà a Frascineto (CS) il 30 e il 31 agosto 2016 la XXIX Assemblea diocesana e Corso di aggiornamento Teologico organizzato dall’Eparchia di Lungro presieduta da mons. Donato Oliverio vescovo di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia continentale.
Il tema del convegno, nell’anno della misericordia indetto da papa Francesco, sarà “Siate misericordiosi come anche il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,30).
La XXIX Assemblea intende trattare alcuni argomenti riguardanti la misericordia, con il desiderio e la speranza di ricevere suggerimenti da poter esprimere nel vissuto ecclesiale della diocesi. L’Assemblea sarà caratterizzata da alcuni momenti di preghiera e di riflessione a cui parteciperanno come relatori padre Innocenzo Gargano, il prof. Stefano Parenti e il prof. Riccardo Burigana.
L’eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi, di rito orientale e immediatamente soggetta alla Santa Sede, conta circa 40.000 fedeli sparsi sul territorio della Calabria e in varie città della Penisola italiana. Costituiti in 30 Parrocchie italo-albanesi di rito bizantino i fedeli sono assistiti nel loro cammino di fede da circa 50 presbiteri. L’eparchia è attualmente retta dal vescovo Donato Oliverio, nominato il 12 maggio 2012 da Papa Benedetto XVI.
La Diocesi di Lungro si appresta a celebrare il suo centenario da quando il 13 febbraio 1919 il venerabile Papa Benedetto XV, con la Costituzione Apostolica “Catholici fideles”, istituiva l’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale per “I fedeli cattolici di rito greco, che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, … accolti con generosa liberalità … nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevute dai loro padri ed avevano con somma cura ed amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso dall’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio ciel, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano. […]”.
Antonio Calisi
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