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26 gennaio 2014 Divina Liturgia su Rai 1 da San Costantino Albanese

Domenica 26 gennaio, a partire dalle ore 10,45, verrà trasmessa su RAI UNO dalla Chiesa Parrocchiale di San Costantino il Grande, in San Costantino Albanese, (PZ) la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo in lingua albanese.
 

San Costantino Albanese è un caratteristico paese, situato alle pendici della Timpa San Nicola a 650 m slm, in posizione panoramica sulla vallata del Sarmento, affluente del fiume Sinni.
Secondo la tradizione San Costantino Albanese sarebbe stata fondata da profughi coronei, provenienti dalla città di Corone nella Morea (Grecia), durante la quarta emigrazione avvenuta nel 1534 e guidata da Lazzaro Mattes, infatti, la morte di Giorgio Castriota Skanderbeg, eroe della resistenza antiturca, è simbolo della libertà degli albanesi, avvenuta nel 1468, denotò, di fatto, la capitolazione dell’Albania di fronte alla potenza ottomana e l’inizio dei grandi esodi.
Il nucleo abitativo è diviso in due parti: la parte alta ‘ katundi alartaz’, la parte bassa ‘katundi ahimaz’.Il centro storico, strutturato secondo le esigenze del mondo agricolo, attività principale ed esclusiva della popolazione passata, si presenta con strade strette lastricate in pietra.
Poco distante dall’abitato in posizione dominante, seminascosto tra cerri ed ulivi, troviamo ubicato il Santuario della ‘Madonna della Stella’ (Shër Meria Illthit).
Una leggenda fa risalire la sua costruzione all’apparizione della Madonna, esso costituisce il cuore religioso della comunità, e la ‘Madonna della Stella’ è la protettrice del paese.
Addentrandosi nelle vie del paese, si sente parlare la lingua arbëresh, i costumi (confezionati con tessuti preziosi e ricchi di ricami in oro e argento), le tradizioni, le manifestazioni folkloristiche-culturali e le consuetudini di vita, contribuiscono con la lingua, a caratterizzare l’identità etnica di questo piccolo comune.
La religione è cattolica, la liturgia è di rito greco-bizantino, come gli ortodossi.
Il territorio di San Costantino Alb.se, ricade interamente nell’area del Parco Nazionale del Pollino e, grazie alla sua posizione geografica, è sinonimo di turismo-ambientale e vacanze natura. Il patrimonio naturale offre al visitatore uno scenario naturale multiforme e affascinante, e, con le attrezzature turistiche, le guide specializzate è considerato come uno dei principali luoghi di accesso per le escursioni nel Parco, e nello stesso tempo, data la sua vicinanza al Mar Jonio, offre un insolito e distensivo binomio mare-montagna.
Da Visitare
Chiesa Madre (XVII sec.) dedicata a ‘ San Costantino il Grande’ si può ammirare al suo interno l’iconostasi di legno intarsiato ornata da icone bizantine;
Santuario Madonna ‘ Ss. Vergine della Stella’- d’origine basiliana edificato nel XVII sec. su preesistente edificio bizantino, infatti, della principale costruzione vi è rimasta la cupola con tetto a gradinate poggiante su un tamburo quadrato;
Cappella ‘Madonna delle Grazie’ (XVII sec.);
Resti Monastero Baronale di ‘Santa Maria della Saectare’ (X-XI sec.);
Varie case patrizie, tra le quali il palazzotto della famiglia Pace.
Etnomuseo della civiltà arbëreshe- laboratorio/museo strumenti tradizionali popolari.
Manifestazioni ed eventi
Le ricorrenze religiose importanti sono:
‘2° domenica di Maggio ‘Festa Madonna della Stella’
La festa più caratteristica della comunità arbëresh caratterizzata dall’accensione di particolari pupazzi denominati ‘nusasit‘ nel momento in cui la Madonna è portata fuori della chiesa e prima che si avvii la processione che porta al Santuario.
I pupazzi antropomorfi di cartapesta sono di grandezza naturale e vestiti con i costumi riproducenti elementi del folklore locale e sono raffigurati nei seguenti personaggi: una donna (nusja) un pastore (Kapjel picut), due fabbri (furxharet) e il diavolo (djallthi).-
Furono costruiti la prima volta dal Sig.Chiaffitella Peppino detto Pllinja di ritorno da Messico, dove era emigrato agli inizi del XX sec.,in devozione alla Madonna.
13 Giugno ‘S. Antonio’ processione religiosa, e i tradizionali fuochi pirotecnici la sera in piazza,
1° domenica di Luglio ‘ Madonna delle Grazie’processione religiosa, e nel pomeriggio caratteristici i giochi pubblici in piazza,
3° domenica di Agosto ‘ Madonna della Conserva’ la festa si svolge in C/da Acquafredda il sabato e la domenica.Il sabato sera iniziano i festeggiamenti con le grigliate all’aperto, la mattinata di domenica vede impegnata la comunità nella funzione liturgica e nella processione religiosa. Le serate sono allietate da orchestrine musicali e a mezzanotte sono eseguiti i fuochi pirotecnici.
1° domenica di Ottobre ‘ Madonna del Rosario’processione religiosa;
13 Dicembre festa ‘ Santa Lucia’ processione religiosa fuochi pirotecnici serali.
Nel mese di agosto si ha un calendario molto ricco di iniziative culturali e di spettacolo, di cui l’Amministrazione Comunale ne coordina la realizzazione.
Il 2 e il 3 Novembre ‘ La sagra della castagna’ offre la degustazione della castagna e la visita suggestiva dei castagneti che ricoprono largamente il territorio, e da sottolineare che al suo interno è ospitata la rassegna annuale della ‘Surdullina’.
Le Risorse Naturalistiche
Boschi: Farneta, Lanzatico, Sicileo;
Corsi d’acqua: torrente Sarmento, Rubbio;
Sorgenti: ‘Catusa’, – ‘Acquafredda’, ‘Covella’-
Vetta: Timpa San Nicola
Grotte: del ‘brigante località ‘Acquafredda’.
Punti Panoramici: Località Difesa, Piano Battaglia; Tumbarino;
Specialità Gastronomiche: La cucina arbëreshe è simile a quella lucana, con piatti semplici e gustosi. Piatto tipico è la pasta fatta in casa ‘firçult’ condita con la mollica di pane, gli insaccati di maiale, le ‘petullat’ (simili alle crếpes, cotti su una lastra di pietra (pllaka), fichi secchi con le noci, peprat Krushk.
Le particolarità gastronomiche sono rappresentate anche dai dolciumi natalizi: rruzetat, simili alle chiacchiere, Grispelet sono delle frittelle fatte con latte e farina, çiçerata palline di pasta fritte e cosparse di miele, Kruskul spiralette di pasta fritte, qinullele panzarotti ripieni di castagnaccio.
In occasione delle festività Pasquali sono preparate alcune ciambelle con uova e latte ‘Kulaçit’, una ciambella simile a questa, ma decorata con precisi riferimenti simbolici, è quella preparata in occasione del matrimonio.

Vaccarizzo Albanese – iniziativa per Natale

“Ognuno di noi indossa delle scarpe e dunque possiede anche una scatola dove erano risposte quando le ha comprate.
 
Ebbene quella scatola (SHOE BOX) è il simbolo dell’iniziativa che si svolge nella parrocchia di Vaccarizzo Albanese.

Una scatola di scarpe può nascondere un regalo per un bambino bisognoso ed è un piccolissimo segno cristiano di carità che ci aiuta a vivere bene lo spirito del Natale, regalando un sorriso a chi è meno fortunato.
 
Un gesto di generosità ci permette di saltare con l’asta sopra i muri dell’io, ha qualcosa di socialmente redentore ma profuma anche di spirito cristiano autentico.
 
Fino al 20 di dicembre, le scatole ripiene di dolci (piccoli panettoni, cioccolata ecc.) verranno raccolte nella Chiesa parrocchiale in forma anonima e saranno distribuite per la festa del Natale.
 
p.Elia”

Papa Francesco e la via della semplicità

 

Il nostro status assoluto di figli di Dio si esprime nell’essere umano in una vastità di interessi, di creatività, di adesione alla vita senza confini. Ogni figlio di Dio pero è troppo grande per rimanere chiuso nella sola dimensione orizzontale piatta, di una piattezza così straordinaria da far sembrare che una specie di stivale cosmico avesse calpestato la terra e la visibilità in tutte le direzioni e limitata unicamente al proprio io.
 
Dobbiamo avere il coraggio di guardare in alto. Di non cedere al pessimismo. Dobbiamo camminare, edificare, confessare. Come sono belle le parole del nuovo Papa.
 
Per ricordarci l’essenziale, spinto forse da un’infinita nostalgia della propria naturale e semplice condizione umana il Papa che viene dalla fine del mondo sembra deciso di vincere ogni artificio per continuare di essere, al culmine della sua vita sacerdotale, solo e semplicemente se stesso, ovvero Francesco: ‘il marchio’ della semplicità.
 
Il Papa Francesco ha trovato subito la chiave dei nostri cuori. La chiave non è l’efficienza, o la rettitudine, o l’intuizione, o la saggezza. Non è l’astuzia politica, la capacità di relazione, la pura intelligenza, la sola lealtà, la sola lungimiranza o una qualsiasi delle qualità che il mondo chiama virtù e mette alla prova. La chiave è una certa capacità alla base di tutte queste qualità, più o meno come la capacità di respirare e pompare il sangue sta alla base di tutti i pensieri e le azioni. La chiave è la semplicità.
 
Vorrei raccontarvi l’impressione che ho avuto, incontrando il Cardinale Jorge Bergoglio a Buenos Aires. Il vescovo, ora emerito, Ercole Lupinacci mi aveva incaricato di seguire saltuariamente i fedeli italo-albanesi emigrati in Argentina che non hanno dimenticato le loro origini e per l’amore della loro chiesa bizantina fanno tanti chilometri per riunirsi a pregare, specialmente in occasione e in corrispondenza delle feste paesane nella nuova chiesa costruita nella periferia della capitale.
 
Posso affermare che a Buenos Aires il cardinale è una legenda. I nostri fedeli mi raccontavano: Zò si sposta coi mezzi, vive in un piccolo appartamento, condivide i suoi averi coi poveri.
 
Quando, in una stanza in sua attesa ho visto una sedia importante, come un trono e uno sgabello mi sono seduto, come ovvio sullo sgabello. Appena entrato mi ha detto di averli preso il posto. Pensavo scherzasse, invece insistette di sedersi lui sulla piccola sedia quasi come per non sminuire l’accoglienza.
 
La nostra chiesa fu dedicata a San Giorgia (S.Jorge) e il Cardinale parve contento. Avevo il desiderio di mettere una sua foto ufficiale nella nostra chiesa, perché giuridicamente era lui il nostro Vescovo in quanto ordinario dei fedeli orientali in Argentina, tant’è vero che lo ricordavo sempre nella Divina Liturgia. Con mia sorpresa, mi disse di non avere una foto ufficiale, di non aver mai avuto ma se proprio insistevo potevo scattarli subito una per poi incorniciarla.
 
E’ molto bello sapere che abbiamo un Papa che conosce l’eparchia di Lungro e i suoi vescovi. Il Monsignor Lupinacci l’ha incontrato varie volte a Roma e Buenos Aires mentre Monsignor Oliverio a Roma. Il fatto di essere stato ordinario degli orientali in Argentina l’ha fatto avvicinare alla tradizione nostra e alle sue particolarità.
 
Dopo l’altro conclave del 2005 rispose alla domanda ‘abbiamo letto che a momenti uscivate Papa’ senza dire ne si ne no, (ovviamente non poteva) con un sorriso divertito: così scrivono i giornali.
 
Mi tocco molto la sua persona così semplice e profonda e mi dissi: ecco un padre Santo. Ora mi tocca cambiare l’ordine delle parole. Il Santo Padre. Un uomo di Dio. Basta aprire qualsiasi giornale e leggere dei suoi gesti semplici che ci commuovono. Il volto della chiesa è più attraente e accogliente.
 
P. ELIA HAGI