Archivio Tag: MessaggioNatale

Messaggio di Natale 2022 del Vescovo Donato

Cari fratelli e sorelle,

desidero in occasione del Santo Natale far giungere a tutti Voi il mio augurio più cordiale, accompagnato da qualche semplice riflessione.

Cristo nasce, rendete gloria; Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi. Cantate al Signore da tutta la terra, e con letizia celebratelo, o popoli, perché si è glorificato. (Domenica dei Progenitori, Mattutino, Katavasia ode I).

Oggi tutta la creazione si rallegra e gioisce, perché Cristo è nato da una Vergine (Megalinario, ode IX del Mattutino).

Il Natale celebra la festa del Dio che si fa uomo: “Oggi nasce dalla Vergine colui che tiene in mano tutta la creazione” (Idiomelon dell’ora IX del Natale).

Il Dio senza principio e senza tempo ineffabilmente nasce come un figlio della stirpe di Adamo, da una Vergine, unendo la sua natura divina a quella umana nella persona di Cristo. Il Verbo di Dio diventa simile a noi, si riveste della nostra stessa carne volontariamente e per amore, diviene uguale ai mortali. Colui che è generato dal Padre, veramente Dio perfetto, diventa uomo per noi e per realizzare così il suo piano salvifico. Egli diventa uomo, ma rimane Dio, infondendo alla nostra natura, deturpata dal peccato, una energia nuova e trasformatrice.

Non possiamo nasconderci che stiamo vivendo davvero “una notte del mondo”. Viviamo in un tempo di dolore, di disperazione, di guerra.

Pregare davanti al presepio, perché il Natale del Signore porti un raggio di pace ai bambini, alle donne e agli uomini del mondo intero, così ci ricorda Papa Francesco, specie “a quelli costretti a vivere i giorni terribili e bui della guerra”, come quella in corso in Ucraina che distrugge tante vite e tanti bambini.

Sua Beatitudine Shevchuk, Arcivescovo Maggiore greco-cattolico di Kyiv afferma: “Tutti mi domandano: Ci sarà la gioia natalizia, sarà lecito cantare o dobbiamo stare zitti e piangere? Ho detto sì e sì, Natale ci sarà. Abbiamo il diritto di festeggiare la gioia natalizia che non viene dal divertimento profano, ma dal Cielo perché nascerà il Principe della Pace”. Si festeggerà al freddo e al buio in tante città e villaggi dell’Ucraina, ma questo, dice l’Arcivescovo, “ci farà sperimentare sulla nostra pelle la storia della Sacra Famiglia, anch’essa al freddo e al buio, ma con la gioia celeste”.

Pregare davanti al presepio, perché il Natale del Signore porti un raggio di luce alle diverse e, talvolta, sofferte condizioni di molte famiglie delle nostre comunità. Sappiamo che il bene della società passa anzitutto attraverso la serenità delle famiglie: auspichiamo, perciò che le autorità civile le sostengano, con grande senso di responsabilità ed efficaci misure di vicinanza.

Papa Francesco è tornato più volte in questo periodo a parlare di speranza, esortandoci a guardare la nostra esistenza con occhi nuovi e a guardarla con gli occhi di Gesù, “autore della speranza”, per aiutarci a superare i giorni difficili, con la certezza che le tenebre si trasformeranno in luce.

La speranza è “una virtù che non delude mai: se speri, non sarai mai deluso” ha detto il Papa. Dove possiamo trovare, scoprire, toccare con mano i frutti dell’Incarnazione di Dio che si fa tenero Bambino?

Il bambino ha le mani vuote, perché il dono di Dio, il dono supremo all’umanità, è Lui. Ciò che appare è un bambino, ma non un fanciullo qualsiasi, è un pedhìon nèon, cioè un bambino nuovo, il Dio eterno, come canta il kondàkion della festa e come ci ricorda anche Isaia: “Un bambino è nato per noi ed è chiamato Dio potente” (9,5).

La Vergine Santissima, Madre di Dio, ci prenda per mano in questi giorni e ci aiuti a riconoscere nella piccolezza del Bambino la grandezza di Dio che viene.

 

Lungro, 19 dicembre 2022

 

+ Donato Oliverio, Vescovo

Messaggio Natale 2014 del Vescovo Donato

Lettera al Popolo di Dio dell’Eparchia di Lungro per il Santo Natale

È con grande gioia che vi porgo i miei Auguri di Buon Natale e di un Buon Anno che auspico possa essere, nella vita di ognuno di Noi, benedetto e felice.

“Un bambino è nato per noi, e un figlio ci è stato dato”. (Isaia 9,5)

Con entusiasmo e gioia la voce del Profeta ci fa conoscere prima di molti secoli la Nascita da una Vergine del Bambino Gesù.

Egli è disceso verso di noi per visitarci, riconciliarci, salvarci.

Sì, discese, e ancora bussa alla porta del cuore dell’uomo perché Gli apra.

Il Signore non volle atterrirci con la sua divinità, ma attrarci con la sua umiltà. Ci attirò con il suo amore.

Il cielo e la terra lo accolgono, offrendo il grazie al Creatore: “Gli Angeli l’inno, i cieli le stelle; i Magi i doni, i Pastori la meraviglia, la terra la grotta, il deserto la mangiatoia, e noi gli uomini una Madre Vergine”, i Pastori vivono all’aperto per il “loro gregge” e custodiscono “il custode della notte” e gli Angeli inneggiano, guardando estasiati il Mistero. (Vespro della Festa di Natale).

Nel silenzio e nella pace della Santa Notte di Natale, Gesù Cristo l’ineffabile, l’inconcepibile, l’invisibile, l’incomprensibile, sempre esistente e sempre lo stesso, nasce come uomo da una Madre Vergine con la sua Grazia e la sua Misericordia. Il Signore ha assunto tutta la natura umana e l’ha santificata.

Ecco perché la Natività del Signore nostro Gesù Cristo, la celebrazione dell’amore, ci chiama tutti ad un risveglio spirituale.

Apriamo i nostri cuori senza riserve a Gesù, il Dio-uomo che viene a visitarci. Apriamo i nostri cuori con semplicità e fiducia perché Colui che veglia su di noi è anche Colui che è nato per noi, per amore. Questo amore non ha limiti. Questo amore è esprimibile solamente con la misura della Croce. Questo amore è capace di rinnovarci di nuovo, continuamente, di fare di noi dei veri figli di Dio, dei figli e degli eredi del Regno dei Cieli.

Ecco i pastori avanzano verso Betlemme proclamando il miracolo e ci invitano a seguirli, come altri “sapienti scrutatori degli astri riempiti di gioia” (tropario della 4 ode del Mattutino di Natale), portando a Lui “doni preziosi”.

Papa Francesco ci ricorda che “il Natale è un incontro! Noi andiamo per questa strada per incontrare il Signore. E camminiamo per incontrarlo: incontrarlo col cuore, con la vita; incontrarlo vivente, come Lui è; incontrarlo con fede. In questo cammino verso il Natale ci aiutano alcuni atteggiamenti: la perseveranza nella preghiera; l’operosità nella carità fraterna, avvicinarci un po’ di più a quelli che hanno bisogno; e la gioia nella lode del Signore. Dunque: la preghiera, la carità e la lode, con il cuore aperto perché il Signore ci incontri”.

Possa Dio accordare lunghi anni a voi tutti ed alle vostre famiglie. Possa questo Natale essere differente. Possano le nostre relazioni essere coperte dall’unzione profumata del Paradiso. Possa questo profumo ricolmare tutte le relazioni coi nostri fratelli e le nostre sorelle in umanità che sono nel bisogno. Accendiamo una candela di luce e di speranza per riscaldare le nostre anime. Possa il cuore di ciascuno diventare una nuova mangiatoia nella quale il Cristo nascerà e rimarrà per sempre. Amìn.

Lungro, 11 dicembre 2014

 

+ Donato Oliverio

Vescovo

Messaggio Natale 2013 del Vescovo Donato

Lettera al Popolo di Dio dell’Eparchia di Lungro per il Santo Natale

Cristo nasce, rendete gloria;

Cristo scende dai cieli, andategli incontro;

Cristo è sulla terra, elevatevi.

Cantate al Signore da tutta la terra,

e con letizia celebratelo, o popoli, perché si è glorificato.

Questa strofa del Canone natalizio di San Cosma di Maiuma (760), nella Chiese dell’Oriente bizantino, viene cantata con particolare esultanza nel giorno della festa della Natività secondo la carne del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo.

È la festa più cara a tutti i fedeli, caratterizzata da spirituale letizia e da una innografia ricca e bella.

Preparandoci a celebrare con gioia la nascita del Salvatore nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità ecclesiali, sia impegno di tutti cogliere il valore delle tradizioni natalizie, che fanno parte del patrimonio della nostra fede e della nostra cultura, per trasmetterle alle nuove generazioni. In particolare, nel vedere strade e case addobbate da luminarie sfolgoranti, ricordiamo che queste luci ci richiamano ad un’altra luce, invisibile agli occhi, ma non al cuore. Mentre le ammiriamo, mentre accendiamo le candele nelle Chiese o l’illuminazione del presepe e dell’albero di Natale nelle case, si apra il nostro animo alla vera luce spirituale recata a tutti gli uomini di buona volontà. Il Dio con noi, nato a Betlemme dalla Vergine Maria, è la Luce della nostra vita!

Il Vangelo ci racconta che ai pastori apparve la gloria di Dio e “li avvolse di luce”. Dove compare la gloria di Dio, là si diffonde nel mondo la luce. Sì, nella grotta di Betlemme è apparsa la grande luce che il mondo attende. In quel Bimbo giacente nella grotta, Dio mostra la sua gloria – la gloria dell’amore – che dà in dono se stesso e che si priva di ogni grandezza per condurci sulla via dell’amore.

La luce di Betlemme non si è mai spenta. Lungo tutti i secoli ha toccato uomini e donne, “li ha avvolti di luce”. Dove è spuntata la fede in quel Bambino, lì è sbocciata anche la carità – la bontà verso gli altri, l’attenzione premurosa per i deboli ed i sofferenti, la grazia del perdono. A partire da Betlemme una scia di luce, di amore, di verità pervade i secoli. Se guardiamo ai Santi vediamo questa corrente di bontà, questa via di luce che, sempre di nuovo, si infiamma al mistero di Betlemme, a quel Dio che si è fatto Bambino.

Dobbiamo sottrarci all’illusione che un gesto esteriore di fede possa metterci in pace con la nostra coscienza o che un momento di commozione religiosa possa placare la provocazione che viene dal Natale. Il messaggio del Natale ci spinge all’unione vera con Cristo e con i fratelli nella ricchezza delle opere che nascono dall’amore. È la nascita dell’uomo alla vita di Dio.

Celebrare il Natale non è solo ricordare. L’annuncio dell’angelo ai pastori: “Oggi è nato per voi un Salvatore” (Lc. 2,11) continua ad essere attuale. La salvezza che tutti cerchiamo, angustiati per la crisi occupazionale ed economica, o sofferenti per i problemi di salute, o per le difficoltà familiari e sociali, è ancora possibile. Dio vuole essere ancora presente nella nostra vita e viene a salvarci.

“Che cosa dobbiamo fare?” chiedevano a Giovanni Battista. E lui proponeva la condivisione, l’onestà, il rispetto per tutti. È così che possiamo spianare la strada alla presenza di Dio nella nostra vita. In questo tempo di crisi ci arrabattiamo a cercare soluzioni, spesso dimenticando che non sono i grandi progetti a risolvere i problemi, se poi ciascuno smette di fare bene il proprio dovere, con dedizione, giustizia e carità. La nascita di Gesù Cristo ci dice che non siamo mai soli, Dio è entrato nella nostra umanità e ci accompagna.

Quel Bambino nato a Betlemme è la nostra unica speranza di salvezza.

Con questi sentimenti, esortandovi a mantenere vivo lo stupore interiore nella fervida attesa per la celebrazione della nascita del Salvatore, formulo i più cordiali Auguri di un Santo Natale a tutti voi, ai vostri familiari, e a quanti vi sono cari.

Buon Natale e Buon Anno a tutti.

Lungro, 16 Dicembre 2013

 

+ Donato Oliverio

Vescovo

Messaggio Natale 2012 del Vescovo Donato

Lettera al Popolo di Dio dell’Eparchia di Lungro per il Santo Natale

Nascesti dalla Vergine, o Cristo,

Sole di giustizia!

E la stella Ti rivelò nella grotta

che ospitava l’Incontenibile,

guidando i Magi

a prostrarsi dinnanzi a Te.

Con essi anche noi Ti magnifichiamo,

o Datore di vita, e diciamo:

“Gloria a Te”! (dal Vespro di Natale)

La festa del Santo Natale è patrimonio dei cristiani delle diverse denominazioni, dei loro riti e delle loro tradizioni teologiche, liturgiche, iconografiche e popolari. Noi tutti accogliamo nel giorno di tale festa il Salvatore e Redentore la cui nascita, quella che avvenne un tempo a Betlemme e che segnò il suo ingresso nella nostra storia, continua a celebrarsi nel mistero, per portare a compimento l’economia della salvezza individuale e collettiva dell’umanità e del creato.

Molto sentita a livello popolare, la ricorrenza del Natale corre però il rischio di perdere il suo senso forte per diventare occasione di festeggiamenti solo esterni. La Chiesa pertanto, da madre vigile e maestra, viene in aiuto ai suoi figli affinché sintonizzino il loro cuore e la loro memoria sulla dimensione spirituale e teologica di un evento di cui essi stessi sono beneficiari e di cui sono chiamati ad essere anche attori.

Il cibo che la Chiesa propone, a questo scopo, per un sano ed efficace nutrimento è la sua liturgia. Pazientemente costruita attraverso i secoli dai Padri, essa è la voce perenne della Tradizione. La liturgia offre due alimenti: il primo, fatto di testi biblici e di testi patristici il più delle volte in bellissimi versi, è contenuto nei libri liturgici; il secondo, fatto di immagini e di icone, rallegra della sua bellezza il cuore e la mente dei fedeli.

Mi viene spontaneo pensare alla gioia che è il Natale: “Ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo,…” (Lc. 2,10)

È triste che un cristiano non si lasci permeare da questo frutto dello Spirito. Natale è la festa della gioia grande, poiché da questo fatto si realizzerà la salvezza per l’umanità intera. La festa del Natale è la festa del Dio con noi; allora scoppia la gioia, la gioia vera, quella grande, unica, assoluta. Dio con noi, per sempre che non ci lascia più: l’umanità non è più sola; ecco il motivo dell’esplosione di gioia.

Senza dubbio l’esistenza umana, anche in questo Natale 2012, è sintesi realistica di gioia e di dolore, di fatica e di speranza; l’anno passato è stato davvero difficile. La crisi attanaglia tutti. Chiediamo a Dio che benedica noi tutti perché il tempo della crisi possa significare non un momento di sconfitta, ma di rinascita. Il mistero del Natale è mistero di rinascita, è invito pressante a non vivere per noi stessi.

“…oggi nella città di Davide vi è nato un Salvatore…Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. E “senza indugio” si avviarono verso quel Bambino. E lo trovarono: “E trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino adagiato nella mangiatoia” Quei pastori sono un esempio per tutti noi.

Il Natale, da parte nostra, deve essere appunto quello dei pastori, ossia muoverci verso quel Bambino, andare a vederlo. Davanti ai nostri occhi c’è quel Bambino che la madre Chiesa ci presenta. Non restiamo dove siamo, non lasciamoci trascinare dall’abitudine. Muoviamoci verso quel Bambino e accogliamolo nel cuore. Natale significa perciò far rinascere Cristo nei nostri cuori, ossia far rinascere in noi l’amore. Mentre l’indifferenza, l’inimicizia, l’odio e la violenza sembrano crescere sempre più, abbiamo bisogno del Natale, ossia che rinasca l’amore, che rinasca la solidarietà, la fraternità tra le persone e tra i popoli. E’ questo il Natale di cui noi e il mondo abbiamo bisogno. Per quei pastori fu davvero straordinario. Quel Natale cambiò la loro vita, sentirono la gioia di essere amati, cercati da Dio. Per questo l’evangelista nota che se ne tornarono pieni di gioia glorificando e lodando Dio per quello che avevano visto e udito.

È questo il Natale che auguro a tutti voi, a ciascuno di voi.

Buon Natale e Buon Anno ricolmo di bontà e di gioia nell’amore.

Natale 2012

 

+ Donato Oliverio

Vescovo