Category Archives: In evidenza

XXIV Assemblea diocesana: invito, programma e documento finale

EPARCHIA DI LUNGRO
XXIV Assemblea Diocesana
e
Corso di aggiornamento teologico
II SINODO INTEREPARCHIALE
Eparchie di Lungro e di Piana degli Albanesi
E Monastero Esarchico di S.M. di Grottaferrata
 
ORIENTAMENTI PASTORALI
E NORME CANONICHE
 
S. Cosmo Albanese
Casa del Pellegrino
29 ‘ 30 ‘ 31 agosto 2011
 
 
            Al Rev.mo Clero, Religiose e Fedeli laici.
            Carissimi,
                                   Vi invito a prendere parte all’Assemblea Annuale Diocesana e al Corso di Aggiornamento Teologico che si terranno a S. Cosmo Albanese nella Casa del Pellegrino.
            Sono invitati a partecipare tutte le componenti dell’Eparchia: Sacerdoti, Religiose, Chierici, Insegnanti di Religione, Catechisti, Studenti dell’Istituto di Scienze Religiose e tutti i laici impegnati in Parrocchia.
            ‘ORIENTAMENTI PASTORALI e NORME CANONICHE del II Sinodo Intereparchiale’.
            Il Sinodo Intereparchiale, come risultato tangibile, ricco di contenuti dottrinali e normativi, viene a interpellare la nostra disponibilità personale e comunitaria. Entra nella vita di questa Chiesa e disegna la strada dinanzi a noi per fare nuova la storia di Chiesa italo-albanese che annuncia il mistero di Cristo, lo celebra nell’oggi e rende testimonianza nella comunione.
            Il Sinodo è per tanti un’esperienza che ha lasciato segni indimenticabili di cammino insieme, nella Chiesa del Signore, per rinnovare, pregare e riscoprire la missione.
Il Sinodo vi ha visti riuniti per una Chiesa immersa nella storia, radicata nel tempo e sul territorio con il profondo desiderio di essere capace di dare risposte credibili alla gente del nostro tempo. Voi avete fatto l’esperienza di essere Chiesa particolare, sotto l’azione dello Spirito, che si è interrogata sulla sua fedeltà alla missione, sui suoi ritardi, sulle nuove prospettive, alla luce del Concilio Vaticano II, del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali e della propria tradizione.
Vogliamo accogliere sulla nostra Chiesa una nuova venuta dello Spirito, che genera tensione forte, rinnova abitudini e suscita attese feconde.
I vede bene che il suo messaggio più luminoso si compendia nell’esigenza di suscitare un clima e uno stile di rinnovamento spirituale, pastorale e strutturale. La consegna del Libro sinodale nelle mani di tutti è un fatto carico di futuro per la storia della Chiesa italo-albanese.
Ne dobbiamo prendere atto tutti; non posso non sottolineare il ruolo di responsabilità primaria dei presbiteri.
A tutti Voi chiedo la preghiera perché il Signore illumini tutti noi, affinché, con mente pura e cuore sincero, possiamo accogliere e comprendere ciò che lo Spirito ci dirà in questo incontro ecclesiale.
Invocando la Benedizione di Dio, Vi saluto con affetto.
            Lungro, 11 luglio 2011
                                                                                              + Padre Salvatore Nunnari
                                                                                              Arcivescovo Metropolita
                                                                                              Amministratore Apostolico
 
PROGRAMMA
Lunedì 29 agosto 2011
 
Ore 7,30       Divina Liturgia concelebrata, presieduta da S.E. Mons. Ercole Lupinacci, Vescovo emerito dell’Eparchia
Ore 8,30       Colazione
Ore 10,30    Saluto di Padre Salvatore Nunnari, Amministratore Apostolico
                        I Relazione dell’Archimandrita Manel NIN, Rettore del Pontificio Collegio Greco e Professore di Liturgia orientale presso l’Ateneo S. Anselmo di Roma,  sul tema:
                        IL DIRITTO PARTICOLARE DELLA CHIESA ITALO-ALBANESE: TEOLOGIA E LITURGIA
                        BIZANTINA COME ANNUNCIO DEL VANGELO
Ore 12,45    Preghiera dell’Ora sesta
Ore 13,00    Pranzo
Ore 15,30    Vespro
Ore 17,00    Gruppi di studio
Ore 19,30    Pausa
Ore 20,00    Cena
                                               Serata di fraternità
 
Martedì 30 agosto 2011
 
Ore 7,30       Divina Liturgia
Ore 8,30       Colazione
Ore 9,30       II Relazione del Prof. Nicola CORDUANO, dottore in Diritto Canonico, sul tema:
IL DIRITTO PARTICOLARE DELLA CHIESA ITALO-ALBANESE: RINNOVAMENTO E PROSPETTIVE PASTORALI
Ore 11,00    Gruppi di studio
Ore 12,45    Preghiera dell’Ora sesta
Ore 13,00    Pranzo
Ore 15,30    Vespro
Ore 16,30    Gruppi di studio
Ore 19,30    Pausa
Ore 20,00    Cena
                                               Serata di fraternità
 
Mercoledì 30 agosto 2011
 
Ore 7,30       Divina Liturgia
Ore 8,30       Colazione
Ore 9,30       III Relazione di Mons. Natale LODA, Professore di Diritto Canonico delle Chiese Orientali presso la Pontificia Università Lateranense, sul tema:
                        IL DIRITTO PARTICOLARE DELLA CHIESA ITALO-ALBANESE COME STRUMENTO DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
Ore 11,00    Gruppi di studio
Ore 12,45    Preghiera dell’Ora sesta
Ore 13,00    Pranzo
Ore 15,30    Vespro
Ore 16,30    Relazione dei gruppi di studio seguita da interventi.
 
Conclusione e Documento finale
 
NOTE TECNICHE
 
1.     Gli arrivi e le sistemazioni sono previsti per la sera del 28 agosto.
2.     La quota complessiva dei tre giorni è di ‘ 20,00.
3.     La quota verrà versata alla Segreteria dell’Assemblea all’arrivo.
4.     I Rev.mi Presbiteri porteranno il parato completo per le celebrazioni e i libri liturgici.
5.     Per chi non pernotta, ma usufruisce dei soli pasti, la quota è di ‘ 5,00 a pasto.
 
Nota bene: per le prenotazioni telefonare ai seguenti numeri entro il 25 agosto 2011:      0981-947234    – 338.793.74.39.

La Dormizione della Santissima Madre di Dio

     di Papàs Francesco Godino
 
     Così se il Figlio, il primogenito dell’umanità è il primo uomo che abbia raggiunto il cielo sedendosi alla destra del Padre in anima e corpo, dopo di Lui festeggiamo e ricordiamo che anche la sua santa Madre ha raggiunto viva la patria beata. Però, mentre celebriamo l’Ascensione quaranta gironi dopo Pasqua, come dice la Sacra Scrittura, non sappiamo il motivo per cui la Chiesa abbia istituito il 15 agosto la suddetta festa. Tuttavia tale decisione dev’essere antichissima, visto che la data corrisponde ed è comune alle due Chiese, d’Oriente e d’Occidente, il che fa supporre che fu stabilito prima che sorgessero screzi tra di esse. La Sacra Scrittura, come dicevamo prima, non ci dice niente, quindi dobbiamo basarci su quello che ci dice la tradizione, che riguardo a questa festa è antichissima e ampia: Maria si addormentò e gli Apostoli composero il corpo con l’intenzione di seppellirlo. Più tardi, riaprendo la bara, non lo trovarono più; e si sentirono perciò autorizzati ad arguire che, come il Figlio suo divino, anch’Ella fosse stata portata via dagli Angeli in cielo. Questa tradizione che originariamente era viva solo presso la chiesa di Gerusalemme, più tardi si divulgò in tutta la chiesa universale. San Giovanni Damasceno, afferma che questa tradizione,  limitata un tempo solo alla Chiesa di Gerusalemme, dopo il Concilio di Calcedonia si divulgò in tutta la Chiesa. Alla realizzazione di questo Concilio Ecumenico, il quarto, ebbe un ruolo importante anche santa Pucherìa o Pulchèria, imperatrice romana d’Oriente, figlia di Arcadio e moglie dell’imperatore Marciano. Essa influì in senso cristiano nella politica e nella legislazione di Marciano e, come sua specifica attività si prodigò a fondare ospedali e ospizi, e come sant’Elena (vissuta un secolo prima), eresse molte chiese, tra cui la Basilica delle Blacherne a Costantinopoli, dedicata alla Santissima Madre di Dio. In questa Basilica Pulcheria aveva intenzione di raccogliere e conservare tutte le reliquie della Santissima Vergine. Alla realizzazione di questo piano collaborarono con Pulcheria anche i Padri del Concilio di Calcedonia e chiesero al vescovo di Gerusalemme, Giovenale, quali reliquie e quali tradizioni si conservassero di Maria in Gerusalemme. E fu cosi che si venne a sapere che le uniche reliquie di Maria venerate a Gerusalemme erano una veste e le bende sepolcrali e che in Gerusalemme non si erano mai venerati resti del corpo mortale di Lei. Si divulgò quindi la tradizione che Ella fosse rimasta viva fino a quel momento: Maria si era addormentata e gli Apostoli tornati a Gerusalemme da ogni parte del mondo, ne avevano raccolto il corpo, chiudendolo in una bara. Degli Apostoli però mancava Tommaso, il quale giunse in ritardo dalle Indie.  Quando aprirono il sarcofago per far vedere anche a lui in santo corpo, non lo trovarono più e si sentirono quindi di avere l’autorità di concludere che Ella si era svegliata ed era stata portata via dagli angeli in cielo. Insieme agli Apostoli erano giunti a Gerusalemme anche altri importanti personaggi, alcuni collaboratori degli apostoli, vescovi insigni, come Dionisio e Ieroteo da Atene.
Dal Concilio di Calcedonia dunque, la tradizione dell’Assunzione di Maria viva in cielo, da tradizione particolare di Gerusalemme, divenne tradizione comune di tutta la cristianità. Questa visse in Gerusalemme per quattrocento anni, fino al Concilio di Calcedonia, poi si mantenne viva in tutta la Chiesa per altri quindici secoli e solo recentemente Papa Pio XII, nel 1950, facendo uso del suo carisma di interprete della fede di tutta la Chiesa, con la Bolla ‘Munificentissimus Deus‘, e rendendo conto che anche Papa Pio IX aveva definito il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, senza bisogno di convocare un Concilio universale, definì che è dogma di fede per tutti i cristiani che la Vergine Santissima Madre di Dio, fu assunta in cielo. In greco il nome di questa solennità, che è celebrata sia dalla Chiesa d’Oriente che d’Occidente, è Koimisis, cioè Dormizione; ma anche in latino prima si diceva: Dormitio Virginis; poi è prevalso il nome:  Assunzione in Cielo che riassume meglio il mistero contemplato in questa festa.

Ordinazione Presbiterale del Diacono Arcangelo Capparelli

            di Giovanni Giuseppe Capparelli
 
 
Axios. È degno.
Prima il vescovo ordinante, poi i concelebranti ed infine il popolo, ripetono ‘É degno’.
Accompagnato prima da due diaconi fin davanti alla Porta Santa e poi condotto per mano da padre Basilio e padre Giovanni, il diacono Arcangelo Capparelli viene introdotto nel vima. Qui l’eparca Sotir, dal passo incerto, ma dalla figura ieratica, dalla mente ferma e dalla parola dolce e sapida, gli impone le mani sul capo e prega: ‘O Dio che sei grande nella forza, imperscrutabile nell’intelligenza e mirabile nei disegni per i figli degli uomini. Tu stesso, o Signore, riempi del dono del tuo Spirito Santo questo tuo servo che ti sei compiaciuto di promuovere al grado del presbiterato affinché diventi degno di stare senza macchia davanti al tuo altare, di annunciare il Vangelo del tuo regno, di celebrare la parola della tua verità, di presentarti doni di sacrifici spirituali, di rinnovare il tuo popolo con il lavacro della rigenerazione. Così quando si presenterà alla seconda venuta del grande Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, tuo Figlio Unigenito, riceverà dalla abbondanza della tua bontà la ricompensa del buon uso del suo incarico’.
È il 16 luglio 2011, ad Acquaformosa, nella Chiesa di incomparabile bellezza di San Giovanni Battista, sotto l’occhio vigile di Cristo Pantocrator, della Theotokos, del vecchio Simeone, il diacono Arcangelo Capparelli è ordinato sacerdote. Celebra la Divina Liturgia l’eparca di Piana degli Albanesi, Sotir Ferrara, vi partecipa l’arcivescovo di Cosenza e Amministratore Apostolico dell’eparchia di Lungro, Salvatore Nunnari. Molti i sacerdoti – alcuni provenienti da parrocchie latine, altri dall’eparchia di Piana degli Albanesi, quasi tutti quelli della nostra eparchia -, che hanno concelebrato la divina liturgia.
Tutta la popolazione di Acquaformosa, con emozione, ha accompagnato uno dei suoi figli a consacrarsi totalmente al Signore.
L’ufficio divino è stato un attimo, intenso, infinito.
Il canto sussurrato fino a prorompere nell’Axios. È degno.
            Il padre arcivescovo ha indicato al nuovo sacerdote che la sua casa, oltre alla chiesa, dovrà essere la strada, dove incontrerà i fratelli lontani, poveri, rassegnati, disperati che attendono aiuto materiale e spirituale.
Un cammino difficile, per tutti, come difficile è percorrere ogni strada della terra. Ma l’incedere sarà leggero se ogni pensiero, ogni azione, ogni gesto sarà fatto a gloria di Dio, altrimenti tutto sarà vano.
Quando Sant’Agostino si convertì sentiva così forte l’attrazione verso il Divino che decise di isolarsi e vivere nella solitudine dove stare sempre in contatto con Dio attraverso lo studio e la preghiera. Poi invece fu costretto dal vescovo di Ippona ad ordinarsi e diventare sacerdote per condurre il suo gregge. E la sua vita divenne così come la descrive in un suo sermone: «Correggere gli indisciplinati, confortare i pussillanimi, sostenere i deboli, confutare gli oppositori, guardarsi dai maligni, istruire gli ignoranti, stimolare i negligenti, frenare i litigiosi, moderare gli ambiziosi, incoraggiare gli sfiduciati, pacificare i contendenti, aiutare i bisognosi, liberare gli oppressi, mostrare approvazione ai buoni, tollerare i cattivi e [ahimè] amare tutti».
Illuminanti, come sempre, le parole di Zoti Vincenzo Matrangolo che in occasione del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale così annotava nel suo diario: «È passato più di mezzo secolo di vita sacerdotale. Quant’acqua sotto i ponti! Quali e quante circostanze. Quali intrecci di avvenimenti, incontri, ansie, lotte, fatiche, riuscite, insuccessi, ignoranze, difficoltà, torture o macerazioni interiori. Quanti scacchi, inciampi, rallentamenti di percorso. Quanta presenza dello Spirito Santo, del Cristo, il mio vero Egumeno! Del Padre che è nel cielo! Quanta liturgia! Quanto sudore di anima per uscire dal tunnel della nebbia delle passioni, delle cognizioni ignoranti per entrare nella cognizione esperienziale e percettiva della Presenza di una Luce vera, che spinge ed attrae in avanti e in alto, come una barca che va senza remi e senza strumenti umani.
Rosmini dice che la riforma della Chiesa consiste nella preghiera, prosegue nello studio, si esprime nell’obbedienza. Lo stesso Rosmini dice in punto di morte all’amico Manzoni che il segreto della sua vita era stato questo: ‘adorare, tacere, gioire!’ È un programma valido!».
            Tutta la popolazione di Acquaformosa ha reso grazie a Dio che suscita santi operai per la sua vigna e ha augurato a padre Arcangelo un fecondo apostolato a servizio degli uomini e a gloria di Dio.
 
                                                                                 
 
 

Ordinazione Presbiterale del Diacono Nicola Miracco Berlingieri

di Papàs Francesco Godino
 
     Sabato 18 giugno 2011 nella Chiesa di Sant’Atanasio il Grande in Santa Sofia d’Epiro, per Grazia Divina e attraverso l’imposizione delle mani di Sua Ecc.za Rev.ma Ercole Lupinacci, Eparca emerito della nostra Diocesi di Lungro, ha ricevuto la Chirotonia Presbiterale il rev.mo Diacono Nicola Miracco Berlingieri. Era presente e presiedeva la Divina Liturgia Mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano e Amministratore Apostolico di Lungro. La cerimonia molto suggestiva e particolare secondo la tradizione bizantina dell’ordinazione presbiterale, fu inoltre arricchita da una massiccia partecipazione di fedeli i quali attorno all’ordinando hanno glorificato Dio Padre per questo ulteriore dono che Egli ha voluto concedere alla comunità e alla nostra Chiesa. Accompagnati dal Rettore, il rev.mo Archimandrita P. Manel Nin e dal Vicerettore P. Giovanni Xantakis, hanno partecipato anche gli alunni del Pontificio Collegio Greco di Roma, dove Nicola compì i suoi studi e tutt’ora mantiene solidi e riconoscenti rapporti di riconoscenza e di stima, verso i superiori e verso i suoi compagni di studio. La preparazione a questo grande evento è stata preceduta da un triduo in suo onore, con la celebrazione del Vespro e una meditazione. La prima sera ha presieduto Papàs Pietro Lanza, Rettore del nostro Seminario Maggiore Eparchiale, nel quale Nicola ha trascorso quest’ultimo anno e dove ancora continuerà a prestare il suo servizio come presbitero assieme ad ulteriori incarichi che gli saranno affidati. Il secondo giorno ha celebrato il rev.mo Papàs Piero Rose, Parroco di Cantinella e compagno di studi per 13 anni di Nicola, da Grottaferrata al Collegio Greco, il quale ha espresso sentimenti di amicizia e di vicinanza spirituale all’ordinando, ripercorrendo qualche vecchio ricordo della vita seminariale trascorsa insieme. Zoti Piero ha inoltre diretto magistralmente la corale durante la celebrazione della Divina Liturgia, insegnando ai nostri parrocchiani il commovente tono quinto (plagale primo) dell’Anafora. Il terzo giorno invece a presiedere il santo Vespro e ad offrirci una ricca e toccante meditazione sulla vita sacerdotale è stato il rev.mo Papàs Raffaele De Angelis, Parroco di Acquaformosa e Vicerettore del nostro Seminario Maggiore, il quale con Nicola ha condiviso la formazione nel Collegio Greco. Papàs Nicola, da sempre così chiamato dagli amici,  visibilmente emozionato per il dono ricevuto e per la grande dimostrazione di affetto della sua comunità, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla sua lunga formazione spirituale e umana. Noi rendiamo grazie a Dio, Padre Onnipotente, perché visitando la Sua vigna la fa prosperare e la fortifica giorno dopo giorno, per Sua benevolenza e filantropia.

Esprimiamo solidarietà alla Cooperativa Sociale Valle del Marro – Libera Terra di Polistena, gesto concreto del Progetto Policoro e associata a Libera

COORDINAMENTO REGIONALE PER LA CALABRIA

Ufficio per i Problemi sociali e il Lavoro
Pastorale Giovanile
Caritas
 

«FAREMO RINASCERE LA SPERANZA»
Il Progetto Policoro Calabria esprime solidarietà alla Cooperativa sociale
Valle del Marro – Libera Terra

 
 

Nella notte del 19 giugno sono stati dati alle fiamme sette dei 14 ettari di uliveto coltivati dalla
Cooperativa Valle del Marro ‘ Libera Terra su terreni confiscati alle cosche della Piana di Gioia Tauro
(RC). «Il grave episodio che ha colpito la cooperativa Valle del Marro, nata come gesto concreto
nell’ambito del Progetto Policoro della Conferenza Episcopale Italiana, non ci può esimere da una
risposta personale e comunitaria per affermare la voglia di riscatto e di speranza della nostra gente, dei
tanti giovani che gravitano attorno a questo faro di luce e legalità, del diritto di vivere in un territorio dove
la malavita deve aver chiaro che la società civile vuole far crescere ambiti di legalità e sussidiarietà che
contribuiscano a rendere feconda la giusta aspettativa di vita nuova di questa terra». Il sac. Girolamo
Ronzoni, direttore regionale di Pastorale Sociale e il Lavoro, insieme al sac. Antonino Pangallo, delegato
regionale Caritas, al sac. Angelo Draisci, delegato regionale di Pastorae Giovanile e Monica Tripodi,
segreteria regionale del Progetto Policoro hanno interpretato il comune sentire di tutti gli animatori delle
dodici Diocesi calabresi, dopo il vile gesto di chiara matrice intimidatoria che ha colpito la cooperativa
Valle del Marro ‘ Libera Terra, che opera nella Piana di Gioia Tauro. «Piena solidarietà, non solo morale,
ma anche operativa esprimiamo ai nostri amici della Valle del Marro, impegnandoci fin da subito per
costruire insieme alla direzione nazionale del Progetto Policoro, ogni forma di sostegno e di comunione e
vicinanza con questa realtà che nella Piana di Gioia Tauro, rappresenta davvero una terra fertile di legalità
e giustizia». Nei prossimi giorni, infatti, tutto il coordinamento regionale insieme agli animatori di
comunità delle diocesi calabresi, saranno nei terreni della cooperativa per un momento di preghiera,
lavoro e testimonianza insieme ad altri giovani. «Chi vuole far morire la speranza troverà in noi tutti, e in
molti altri della società civile, quella luce di speranza che rinascerà, non solo simbolicamente, da quei
terreni che qualcuno vuole far soffocare nel fumo di un incendio. La nostra forza sta nella comunione e
nello sforzo unitario di costruire percorsi per riaffermare e consolidare il cambiamento che si può e si
deve operare, facendo radicare forte il senso di speranza in tutti e ad ogni latitudine».

 
Coordinamento Regionale Progetto Policoro Calabria
Animatori di Comunità per le Diocesi Calabresi

 
 

 

 
 

Una giornata di ritiro spirituale per il clero calabrese

           di Papàs Francesco Godino
 
                               Calabria: Ritiro di Clero regionale, anno del Signore 2011
 
Giovedì 16 giugno, nel Seminario Regionale Teologico “S. Pio X” di Catanzaro si è svolto il Ritiro di Clero dei Presbiteri della Calabria. Hanno partecipato anche numerosi Vescovi della nostra Regione, rappresentati dall’Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria, S. E. R. Vittorio Mondello, Presidente della Conferenza Episcopale Calabra ed accolti dal neo Arcivescovo Metropolita di Catanzaro, S. E. R. Vincenzo Bertolone, già Vescovo di Cassano, il quale ha voluto fortemente che si tenesse l’incontro nella importante sede del Seminario Regionale, dove si è formato gran parte del nostro Clero calabrese. Dopo un’accurata meditazione sul tema: Gesù Eucaristia, si è tenuta la Concelebrazione Eucaristica, presieduta da Mons. Mondello, assieme a tutti i Vescovi e i Presbiteri, nella Chiesa del Seminario. Mons. Mondello durante l’omelia ha sottolineato l’importanza della figura sacerdotale e della preghiera che dev’essere il centro della nostra vita. Non è fondamentale che il sacerdote celebri tre o quattro messe al giorno o che resti ore ed ore a confessare correndo da una parrocchia all’altra ma quello che deve fare primariamente è pregare e ascoltare gli altri, ha sottolineato ancora il P. Arcivescovo, cosicché i fedeli, edificati dalla vocazione autentica del Presbitero, possano beneficiare della sua vita spirituale e del suo aiuto materiale. Vi era inoltre presente S. E. R. Mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano e Amministratore Apostolico di Lungro e il nostro Vicario Generale, il Rev.mo Archimandrita Donato Oliverio, assieme al Rev.mo Cancelliere Papàs Mario Aluise a ad altri sacerdoti della Nostra Eparchia.

La festa della Pentecoste

     dell’Archimandrita Donato Oliverio
 
     “Celebriamo la Pentecoste e la venuta dello Spirito, lo scadere della promessa e il compimento della speranza” (Stichirà del Vestro di Pentecoste).
 
     La discesa dello Spirito di verità e del Donatore di vita nella Pentecoste non è soltanto un fatto, conclusivo e iniziale insieme, ma è anche qualcosa di permanente, è una realtà costante, da cui dipende sostanzialmente l’esistenza stessa della Chiesa nei secoli.
     Questo carattere permanente della Pentecoste è sentito profondamente dalla coscienza della Chiesa, come lo esprimono i Padri e i Dottori e come la liturgia non cessa di mettere in luce.
     E’ questa l’esclamazione di S. Giovanni Crisostomo: “Il Cristo … ha detto dello Spirito Santo che egli rimarrà con voi nei secoli, e noi possiamo sempre celebrare la Pentecoste”.
     La Pentecoste inaugura il tempo in cui i santi sono messi in possesso del Regno. San Pietro (1 Pt 2,5-9) può adesso proclamare ai credenti che sta per compiersi la promessa fatta da Dio sul Sinai ad Israele, popolo tipo di tutti i chiamati: “Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa” (Es 19,6), cioè la Chiesa.
     Ecco il dono della Pentecoste, diversificato dalle “lingue di fuoco”: “Dove è la Chiesa, là è pure lo Spirito di Dio; e dove è lo Spirito di Dio, là è pure la Chiesa e ogni grazia” (S. Ireneo).
     Questa definizione sta alla base di tutta l’ecclesiologia; unita a quella che il grande Atanasio dà dell’economia divina, ci offre la sintesi del cristianesimo: “Il Verbo si è fatto carne, per offrire il suo corpo per tutti e affinché noi, partecipando al suo Spirito, potessimo essere divinizzati”.

Pasqua è la nostra gioia!

       dell’Archimandrita Donato Oliverio.
 
       Seguendo il Pentekostarion, nei vari testi vengono delineati i grandi temi teologici e spirituali della Chiesa che guida il popolo cristiano al rinnovamento pasquale.
“Avendo visto la Risurrezione di Cristo, prostriamoci dinanzi al Signore Gesù!”
 Pasqua è la nostra gioia. E’ mediante la sua potenza che noi acquistiamo il nostro essere Chiesa, nella vita unica del solo Corpo, quello di Cristo.
La gioia della Chiesa ci permette di vederci gli uni e gli altri in Dio e di rallegrarci del nostro prossimo, come conviene a persone che si vogliono bene. La Pasqua ci riempie dello Spirito Santo, che è la gioia dell’amore. E’ il dono che ricevono gli pneumatofori come coronamento della vita ascetica. Anche il nostro cuore si apre al giubilo dell’amore, esprimendosi con il bacio e il saluto di Pasqua: Christòs anèsti!
Le offese personali, i pensieri malvagi si sciolgono in questa luce.
E’ possibile, per chi ama, non perdonare? il perdono non è forse la gioia maggiore? Esso ci assimila a Dio, il quale perdona il figlio prodigo col banchetto di nozze. Pasqua è il perdono universale nella gioia dell’amore. L’amore pasquale ci fa accedere all’amore di Dio, che supera ogni comprensione.
La gioia dell’amore fa ardere il cuore, come quello dei due discepoli, quando avevano visto e sentito Colui che camminava accanto ad essi. Ecco che di nuovo Egli è in mezzo a noi, invisibilmente manifesto.

Chirotonia Presbiterale del Diacono Luigi Francesco GODINO

            di Ernesto TROTTA
 
Sabato 30 aprile 2011, a conclusione della settimana luminosa del Rinnovamento, la Parrocchia di S. Atanasio il Grande in Santa Sofia d’Epiro, ha avuto la grazia di vivere un momento d’intensa gioia e commozione: l’ordinazione sacerdotale del Diacono Luigi Francesco Godino.
Nella splendida cornice della chiesa dedicata al grande Patriarca di Alessandria, che proprio in quei giorni i Sofioti celebrano con fede proclamandolo Colonna portante della Chiesa Cattolica, una grande moltitudine di fedeli si è radunata per accompagnare nella preghiera il neo ‘ sacerdote, riecheggiando le parole del Salmo che cantiamo con gioia nel Penticostario: ‘Questo è il giorno fatto dal Signore, esultiamo e rallegriamoci in esso’.
Come la Pasqua è chiamata giustamente ‘Festa delle Feste’, così la data del 30 aprile rappresenta la conferma di un anno straordinario, che ci vedrà gioire di nuovo in occasione dell’ordinazione sacerdotale del Diacono Nicola Miracco Berlingieri, il prossimo 18 giugno.
A presiedere la solenne Divina Liturgia pontificale era l’Arcivescovo Metropolita di Cosenza ‘ Bisignano e Amministratore Apostolico dell’Eparchia di Lungro, Mons. Salvatore Nunnari, attorniato dai confratelli nell’Episcopato Mons. Cyril Vasil SJ, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, Mons. Jan Babjak SJ, Arcivescovo di Presov in Slovacchia, Mons. Ercole Lupinacci, Vescovo Emerito di Lungro e pastore per lunghi anni della nostra chiesa eparchiale. A rappresentare il venerando cenobio di S. Maria in Grottaferrata c’era l’Archimandrita Esarca, Padre Emiliano Fabbricatore.
Hanno concelebrato inoltre l’Archimandrita Delegato Ad Omnia per l’Eparchia di Lungro, P. Donato Oliverio, il Parroco di S. Atanasio il Grande, P. Vincenzo Carlomagno e il suo coadiutore P. Viorel Adrian Hancu, il Rettore del Seminario Eparchiale di Cosenza P. Pietro Lanza e il vice ‘ Rettore P. Raffaele De Angelis, numerosi sacerdoti provenienti dalla nostra Eparchia e da altre diocesi, i Diaconi P. Arcangelo Capparelli, P. Luigi Fioriti e P. Nicola Miracco Berlingieri, i Chierici e i Seminaristi.
A compiere il rito della chirotonia sul novello sacerdote è stato l’Arcivescovo Cyril, già Rettore del Pontificio Istituto Orientale di Roma, dove P. Francesco ha condotto e perfezionato i suoi studi negli ultimi anni.
Era presente inoltre anche una nutrita delegazione della parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli in Macchia Albanese, guidata dal parroco P.   Gennaro Ferrari.
In questa piccola comunità P. Francesco ha servito da Diacono e continuerà a prestare il suo servizio pastorale come presbitero.
Alla fine della Divina Liturgia, il neo ‘ ordinato ha ringraziato tutti i presenti per la preghiera e la partecipazione e ha rivolto un pensiero commosso e riconoscente al padre Ferruccio, scomparso nel 2005, e all’Archimandrita Giovanni Capparelli, esempio di autentico uomo di Dio e modello di vita per coloro che vogliono intraprendere la sequela Christi.
Inoltre ha ricordato con affetto la Signora Anna Maria Pizzi, che con dedizione e umiltà ha dedicato la sua vita alla liturgia e ha insegnato a tanti giovani l’amore per le nostre preziose tradizioni liturgiche.
A Padre Francesco, alla sua famiglia e alla sua amata sposa Aurora facciamo i più fervidi auguri per il suo ministero sacerdotale e gli assicuriamo le nostre preghiere.
 
Christòs Anèsti.